MezzogiornoNazionale : “Semplificare, non solo a Palazzo Mosti. Un amministratore unico all’Asia.”

Isolatamente e inutilmente, abbiamo sostenuto la tesi “Una lista, un programma, un candidato”, per tagliare le unghie al voto intermediato, privilegiare il consenso di opinione, recuperare qualità alla politica, riportare l’elezione diretta del sindaco allo spirito originario: il rapporto diretto con il cittadino, intorno a una visione di città con una sorta di vincolo di mandato fondato sulla proposta programmatica. Se si fosse seguita questa impostazione, probabilmente, oggi avremmo in Consiglio comunale massimo tre gruppi.

MezzogiornoNazionale: Un Polo civico per l’alternativa.

E’ quanto scrivono da MezzogiornoNazionale. Le cose, come è noto, sono andate diversamente. Il proliferare delle liste, l’aritmetica al posto della politica, la sommatoria elettoralistica, il voto intermediato, quando non di scambio, l’assenza di un profilo progettuale impegnativo, tant’è che ancora oggi non sono state formalizzate le linee programmatiche e di governo.
Ne è seguita la riproposizione del combinato disposto tra il criterio numerico e il Manuale Cencelli, nella scelta degli assessori e dei presidenti di commissione. Ora dopo aver moltiplicato a monte e manipolato il consenso, si vorrebbe semplificare a valle. Cosa buona e giusta, sempre che non si riduca a un semplice problema di costi, una questione che attiene all’etica pubblica e alla funzione della politica come servizio.

Tuttavia fino ad ora, siamo alle schermaglie propagandistiche. E, peraltro, la “semplificazione”, chissà perché, non esce da Palazzo Mosti.
Sicchè proponiamo al sindaco di procedere, con immediatezza, a modificare lo Statuto dell’Asia, come previsto dall’articolo 19, cancellando il cda e prevedendo l’amministratore unico. Una tale scelta consentirebbe l’apertura di un confronto indispensabile sul ruolo dell’azienda e sulla determinante questione-rifiuti e, dall’altro, procurerebbe un recupero di efficienza e una riduzione dei costi organigrammatici. Comportebbe, altresì, non fosse altro che per una ragione di stile, le dimissioni dell’attuale management, ad iniziare dal presidente che, viste le note autocelebrative e il silenzio-consenso del sindaco, sarebbe l’ultimo presidente e il primo amministratore unico. Con chiarezza e legittimazione.

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