La Giunta regionale della Campania ha approvato la proposta di legge, che ora dovrà passare per la lunga trafila consiliare, per il riordino del sistema gestionale dei rifiuti.
Essa trasferisce ai comuni la competenza esclusiva gestionale di tutte le parti del sistema, dal prelievo e trasporto dei rifiuti al loro smaltimento finale, così come ha anche stabilito la normativa statale. La proposta della giunta regionale suddivide il territorio regionale in sette Ambiti Territoriali Ottimali: quattro di questi ATO coincidono con i confini amministrativi delle province di Avellino, Benevento, Salerno e Caserta. Per la provincia di Napoli, il cui bacino di utenza è nettamente più vasto, in attesa della definizione dell’Area Metropolitana, è stata prevista la suddivisione del territorio in tre ATO, ognuno dei quali costituisce un bacino di circa un milione di abitanti. I Comuni adesso dovrebbero svolgere le funzioni di organizzazione del servizio loro attribuite dalla legge, in forma obbligatoriamente associata: toccherà alle conferenze di ambito pianificare il servizio, attuarlo e determinarne la tariffa. Secondo la regione Campania, per quanto riguarda il personale, la legge prevede il divieto di procedere a nuove assunzioni per lo svolgimento del servizio di gestione dei rifiuti fino al completo reimpiego delle unità dei consorzi di bacino. Il personale, oltre ai normali servizi di raccolta, può anche essere utilmente impiegato per l’assolvimento dei compiti di vigilanza ambientale, di prevenzione del fenomeno di abbandono incontrollato di rifiuti, di controllo della qualità del servizio e di gestione degli impianti a supporto del ciclo, con particolare riferimento ai centri di raccolta, agli impianti di valorizzazione delle diverse frazioni merceologiche e di trattamento della frazione organica. Questa norma necessita di un sostegno normativo nazionale anche per consentire l’accesso alla cassa integrazione straordinaria per quel personale che, per effetto delle disfunzioni degli ultimi anni, non ha trovato stabile impiego in attività operative. “E’ un’ipotesi di legge regionale – attacca Fioravante Bosco, leader della Uil sannita – che per la provincia di Benevento non innova granché! Difatti, i servizi sono già tutti comunali, mentre il problema dei 124 lavoratori degli ex consorzi di bacino resta irrisolto in quanto potranno essere assorbiti solo con le nuove assunzioni”.
“A mio avviso – conclude Bosco – le legge regionale , in sede di approvazione in consiglio, dovrà prevedere un provvedimento d’imperio per l’immediato utilizzo di quei lavoratori, oggi abbandonati a se stessi, da parte dell’ATO di Benevento. Questa sarebbe l’unica via d’uscita se si vuole risolvere davvero il problema: di brodini non abbiamo più che farne”.
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