Dopo le misure cautelari arrivano anche i sequestri di beni e contanti nell’inchiesta “Mani sulla città”

I beni sequestrati, fanno sapere dalla Questura, ammontano a 6 milioni di euro. C’è però la novità di una new entry: si tratta dell’arch. Mario De Lorenzo.

Tribunale di Benevento

Scrivono dalla Questura di Benevento: ” A seguito della recente operazione denominata “Mani sulla città” nei confronti di pubblici amministratori e funzionari del Comune di Benevento, nonché imprenditori locali e del casertano, destinatari di misure cautelari personali tutt’ora in atto, sono stati eseguiti, da parte della Digos di Benevento, sequestri preventivi, di immobili, danaro contante e polizze assicurative, a Benevento, Ascoli Piceno, Avellino, Bergamo, Caserta e Foggia, per un valore di oltre 6 milioni di euro, sequestri disposti con decreto dal Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Benevento, su richiesta della Procura.
Il sequestro preventivo riguarda 15 indagati, tra pubblici amministratori, funzionari e tecnici del Comune di Benevento, nonché imprenditori sia locali che del casertano, tutti coinvolti, a vario titolo, in gravi reati, tra i quali i delitti di concussione anche elettorale, corruzione, truffa aggravata, frode nelle pubbliche forniture, falsità ideologica, abuso d’ufficio e una rilevante frode fiscale.
1) Giovanni Racioppi; 2) Giuseppe Pellegrino; 3) Achille Timossi; 4) Antonio Cavaliere; 5) Angelo Diana; 6) Società “Costruendo” sede legale contrada San Chirico Km. 3+350 Benevento; amministratore unico: Franco Diana; 7) Mario De Lorenzo, 63 anni di Benevento; 8) Andrea Scocca; 9) Fausto Pepe; 10) Giuseppe Siciliano; 11) Mario Siciliano; 12) Pietro Ciardiello; 13) Luigi Boccalone; 14) Luigi Tedesco; 15) Andrea Lanzalone.
Le misure cautelari reali si sono rese necessarie perché sono stati accertati danni per diversi milioni di euro di euro. In tale caso è previsto per legge obbligatoriamente la confisca, anche per equivalente, e quindi il sequestro dei beni degli indagati (anche della società) per un valore pari al profitto del reato”.

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