Sul palco insieme a Claudio Cerasa anche Clemente Mastella e Antonio Bassolino. Coordinatore il giornalista Giovanni Festa.
Servizio di Giovanna Frattasi
Esistere è il verbo con il quale ha chiuso il dibattito Claudio Cerasa correggndo scherzosamente l’assonante resistere con il quale si stava chiudendo l’incontro. Si esistere, essee ottimisti, combattere la lagna che si eleva oggi da ogni parte combattendo i catastrofici ma non tollerare, perchè malgrado la tolleranza sia un pilastro fondamentale della vita civile non si può non porre un limite alla stessa laddove diventa condizione necessaria alla libertà. Non si possono rinnegare le nostre condizioni in funzione delle credenze altrui così come i problemi dell’Italia e non solo, del mondo, non devono renderci indifferenti e pessimisti. E proprio in nome della tolleranza i cittadini hanno il diritto dovere di difendere le proprie opinioni chiedendo che le regole vengano ristabilite perchè vinca il reale sul virtuale, la competenza sull’incompetenza, la leadership contro la followship, la democrazia contro l’algoritmo.
“Dovremmo rivendicare, nel nome della tolleranza, il diritto a non tollerare gli intolleranti” ha detto Claudio Cerasa direttore de “Il Foglio” ed autore del libro ” Abbasso i tolleranti”.
Più amarcord invece gli interventi di Antonio Bassolino e Clemente Mastella che hanno ricordato come la poltica, quella di una volta, pur partendo da posizioni differenti riusciva a trovare la sintesi sulle questioni importanti che riguardavano il paese.
Da l’ex governatore della Regione Campania poi una legnata alla classe dirigente del Pd, rea di accettare le sconfitte semplicemente svoltando pagina modo di fare questo che al momento, ha detto Bassolino, ha portato ad avere, tra Pd e tutti i partiti di sinistra , a malapena il 20% dei consensi mentre Lega e M5S sono al 60%, cioè tre voltre tanto. C’è da meditare e quindi fare un mea culpa!
sdr
