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Campese, Presidente della Camera di Commercio, risponde a muso duro agli attacchi portati all’Ente Camerale

30/01/2015
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Non le manda di certo a dire Antonio Campese che nella conferenza di questa mattina va all’attacco di quei “quattro rosiconi che si consumano di rabbia e di invidia”, “che provano in modo maldestro a disarcionare l’attuale governance ” e che hanno articolato un documento programmatico dove “c’è dentro molta retorica”. Conclude anche dicendo, a proposito di bilanci, “ma mi rendo conto che saper leggere i bilanci non è da tutti”.

antonio-campese

“Siamo tra le Camere di Commercio più virtuose d’Italia. La storia e la credibilità di quest’ente vanno difesi da accuse sterili e inspiegabili attacchi di bile”.

“Chi non punisce il male comanda che si faccia”. E’ un errore molto diffuso e popolare credere, dice Campese, che coloro i quali si lamentano più rumorosamente a favore di un ente pubblico siano quelli più preoccupati del suo benessere, anzi di solito emerge il contrario.
L’autorevolezza di un ente come la Camera di Commercio non può essere compromessa da soggetti che non hanno le carte in regola per pontificare sulla gestione finanziaria dell’ente. Sedicenti sigle sindacali che avanzano accuse campate in aria, senza mai entrare nel merito delle questioni, che straparlano di sprechi senza indicare le voci dello spreco, che hanno il cattivo gusto di mettere all’indice un dirigente con un curriculum che è una garanzia per l’ente stesso, ignorando forse le regole stesse della rappresentanza democratica. Ma non sarà un tavolo improvvisato, da Sacra Inquisizione, a fermare il lavoro che questa Camera da anni porta avanti nell’ interesse delle imprese e del territorio.
Non ci faremo certo fermare da . La provincia di Benevento merita di più e questa governance legittimamente e democraticamente eletta è impegnata giorno per giorno a fare il possibile per promuovere le eccellenze del nostro territorio con le risorse date.
Sono stato democraticamente eletto e ho recuperato il convinto consenso e apporto di tutte le sigle significative, lavorando giorno per giorno, affrontando di tutto, presentandomi con coerenza. Mi è stato insegnato che la parola successo solo nel dizionario viene prima della parola sudore.
Chi si è candidato alla presidenza di questa Camera di Commercio ‘contro’ di me lo ha fatto presentando un programma da Cetto La Qualunque.
Chiedono il commissariamento dell’ente? Arrivano tardi. Manovre anti-Sannio e Napolicentriche furono tentate già ai tempi del rinnovo degli organismi camerali. Un vero tentativo di sabotare ancora una volta l’autonomia del Sannio per farne una succursale di Napoli o Avellino che miseramente fallì. E se non c’erano allora le condizioni per un commissariamento dell’ente, figuriamoci adesso. Ci vuole del talento per essere miopi in modo accecante.
Noi capiamo tutto. Comprendiamo le debolezze umane, la voglia di riguadagnare la ribalta, quando sei a terra succede, l’istinto di conservazione che porta alla demolizione dell’avversario di turno, ma non è con la rabbia che si ricostruisce la propria credibilità.
Oggi qui ci sono i presidenti della Camera di Commercio degli ultimi 20 anni, i rappresentanti di tutte le organizzazioni che siedono in giunta e consiglio per difendere l’autorevolezza e la produttività di un ente che non merita, non fosse altro che per la sua storia, di essere messo alla berlina da chi con le menzogne cerca di conquistare la visibilità smarrita o meglio mai avuta. Noi siamo aperti al confronto con tutti, ma i numeri sono numeri, e quelli non mentono.
Ci sono organizzazioni che hanno una rappresentanza certificata e altre che millantano numeri che non hanno.
Sulle spese per il personale, diciamo subito che quelle fornite dai detrattori di quest’ente erano tutte inesatte. L’ente ha un certo numero di dipendenti. Quale sarebbe la soluzione che quelle sigle propongono? Il licenziamento? Che lo dicano apertamente. Ma gli stipendi si pagano.
C’è una crisi economica in atto dal 2008 e le aziende chiudono a Benevento come a Milano. Ma come si può semplificare a tal punto una questione di politica economica tanto complessa dicendo che è tutta colpa della Camera di Commercio di Benevento? Davvero si sfiora il ridicolo.
Abbiamo letto con attenzione il documento programmatico prodotto: c’è dentro molta retorica. L’ente ha funzioni disegnate dalla legge, continua Campese, non possiamo autonomamente decidere di diventare promotori di un’agenzia per lo sviluppo. Non è questo il nostro ruolo. Per giunta ora che stiamo attraversando una fase di profondi cambiamenti occorre unire gli sforzi per tentare di salvare l’autonomia della Camera di Commercio di Benevento fino all’ultimo respiro. Il nostro territorio non può essere condannato al depauperamento istituzionale, ma le nostre associazioni devono essere di contro credibili. Invece, vi è un proliferare di sigle tra le più fantasiose e confusionali, Aigas, Anagis, Confcicale. Credo che occorra arginare questa deriva che depaupera la vera rappresentanza associativa, per cui si rende necessario uno sforzo sulla trasparenza e tracciabilità in merito alla quota associativa. Occorre evidenziare che, se da un lato, rientra nell’autonomia delle organizzazioni la possibilità di quantificare e definire le modalità di riscossione della quota di adesione annuale, dall’altra parte, bisogna che si dimostri che si tratti di una quota effettiva e non meramente simbolica. L’impegno contributivo, cioè, deve esprimere una reale appartenenza organizzativa attraverso un vero e proprio apporto e rapporto associativo.
Non può esistere un’associazione come la Cidec che nel 2009 nel modello Eas in 7.900 € dichiara circa 4.000 aziende. Che cosa è un’associazione di parcheggiatori? E poi a voler parlare di numeri solo la Coldiretti ha oltre 8000 iscritti e mi fermo qui, perché non vale la pena confrontarsi con numeri che non esistono né in cielo né in terra.
QUALCHE DATO SUL BILANCIO PREVENTIVO
Come tutte le Camere di Commercio, anche il Bilancio di previsione di questo ente ha subìto una drastica contrazione delle entrate a seguito delle recenti disposizioni legislative che hanno ridotto il diritto annuale (35% in meno) per un importo di € 1.715.000.
Ciò nonostante la Camera, conformemente a specifiche indicazioni e pareri del Ministero per lo Sviluppo Economico in tema di redazione del bilancio preventivo, in virtù delle previste riduzioni, ha coperto il minore introito per il diritto annuale con l’utilizzo di avanzi patrimonializzati degli anni precedenti.
L’avanzo utilizzato è stato interamente destinato alla copertura degli interventi economici pari a € 1.800.500.
Si è potuto operare in tal senso grazie all’equilibrio economico, finanziario e patrimoniale della Camera che è collocata tra le 47 più virtuose d’Italia.
Tale equilibrio permane grazie alla solidità di quest’ente dovuta alla corretta gestione da parte degli organi di governo passati e presenti.
La spesa del personale pari a € 1.550.000, che potrebbe sembrare eccessiva rispetto alle minori entrate, in realtà tiene conto per circa € 250.000 dell’eventuale assunzione di unità lavorative previste dalla dotazione organica di 46 unità rispetto alle 25 effettivamente presenti che garantiscono il funzionamento dell’ente nella pienezza delle sue funzioni.
La spesa del personale, inoltre, è determinata sulla base dei Contratti collettivi nazionali di categoria degli enti locali come Comune e Provincia ed è certificata dal Collegio dei revisori dei conti e nel conto annuale presentato dalla Ragioneria generale dello Stato – Corte dei Conti.
Il Collegio dei revisori è peraltro composto da due dirigenti del Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministero dell’Economia e delle Finanze e da un rappresentante della Regione Campania.
L’ente è soggetto altresì al controllo della Corte dei Conti cui va inviato annualmente anche il conto giudiziale dell’Istituto Cassiere.
Ad oggi l’ente non ha mai ricevuto rilievi dagli organi di controllo.
Il funzionamento ammontante a € 1.840.000 tiene conto che circa € 500.000 rappresentano i versamenti dovuti allo Stato per le varie norme sulla riduzione della spesa pubblica nonché imposte (Ires, Irap), tasse e tributi (Tari e Imu) E CIRCA € 350.000 per quote associative obbligatorie dovute a UnionCamere nazionale e regionale. Se a tale importo aggiungiamo € 200.000 necessarie a garantire l’automazione dei servizi telematici alle imprese, il funzionamento delle due sedi camerali incide sul bilancio per soli € 790.000 circa (energia elettrica, riscaldamento, vigilanza, manutenzione, pulizia, ecc.)
Tutte queste informazioni sono reperibili nella Relazione al preventivo regolarmente pubblicato sul sito della Camera di Commercio di Benevento.
Ma mi rendo conto che saper leggere i bilanci non è da tutti.
Concludo dicend, dice Campese, che la critica quando è sterile è un’imposta che l’invidia percepisce sul merito. E questo è proprio il caso nostro.

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