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Università del Sannio: al via la settima edizione del corso di Diritto e Letteratura dedicato al tema dell’Esilio

11/09/2014
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Come sempre, le attività didattiche si articoleranno in 20 lezioni di due ore ciascuna, che si svolgeranno, secondo l’allegato programma, nei mesi di settembre, ottobre e novembre presso il plesso Via Calandra.

Il settimo anno di svolgimento dell’insegnamento di Diritto e Letteratura presso il corso di studi in Giurisprudenza dell’Università degli Studi del Sannio, tenuto dal prof. Felice Casucci, ordinario di Diritto comparato, è dedicato al tema dell’Esilio. Come sempre, le attività didattiche si articoleranno in 20 lezioni di due ore ciascuna, che si svolgeranno, secondo l’allegato programma, nei mesi di settembre, ottobre e novembre presso il plesso Via Calandra. Il modello sperimentato con successo dal prof. Casucci prevede, in ciascuna lezione, tranne che in quella introduttiva, la presenza di un relatore esterno, riservando al titolare dell’insegnamento il ruolo di discussant. Ciò allo scopo di conseguire risultati formativi fortemente caratterizzati dal punto di vista dialettico-culturale, che offrano agli studenti spazi di riflessione non precostituiti, sui quali essi siano posti in condizione di contribuire attraverso la stesura di piccoli saggi di approfondimento giusletterario, orientati ben oltre gli schemi metodologici del manierismo, assai diffuso nello studio del diritto. I migliori saggi saranno pubblicati alla fine del percorso didattico. La lezione introduttiva, tenuta dal prof. Casucci alle ore 9 di lunedì 15 settembre 2014, Aula 54, avrà ad oggetto il tema dello “sradicamento” e del campo metaforico della ricerca giuridica come viaggio protratto in una terra di nessuno occupata da molti abusi.

Il prof. Casucci si occuperà, in proposito, di quella che il prof. Angelo Mario Ripellino definiva la “praghità”: Franz Kafka e la letteratura slava di lingua tedesca di inizio secolo scorso saranno utilizzati a modello di una progressiva perdita di senso a cui induce il vagare nell’ordine/disordine del “labirinto” e delle metamorfosi che vi si determinano. Da qui, il paradigma del “Poutnik”, il Pellegrino, continuamente sottratto alla dimensione territoriale che gli è propria. Da qui la figura dell’agrimensore, continuamente escluso dal “Castello”, presidio di una legalità occulta e allegorica. L’esito della ricerca condurrà, in Kafka, alla condanna dell’innocente e al suo rendersi complice dell’accusa ingiustificata. Questo, sarà dimostrato, è l’esito ultimo di un sistema giuridico inadeguato allo scopo di giustizia che esso pure si prefigge come valore costitutivo. L’Esilio, dunque, come risposta ad un oltraggio irresistibile. Dall’In-giuria, argomento tematico dello scorso anno, all’Esilio il passo è breve.

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