E’ il drammatico quadro – si legge nella nota – disegnato dalla Svimez (As¬sociazione per lo sviluppo dell’industria del Mezzogior¬no) nel suo ultimo rapporto presentato pochi giorni fa e riportato dagli organi di informazione locale.
Dall’articolo si evidenzia un dato allarmante per il nostro territorio sannita e che vede anche la città coinvolta, con la perdita negli ultimi anni di oltre seimila residenti. Una desertificazione del territorio lenta ma costante, dovuta soprattutto ad una mancata creazioni di opportunità sia per i giovani e non solo. E’ ripreso il cammino della speranza dei nostri concittadini di nuovo verso il Nord e verso i paesi occidentali della comunità europea. Tutto dovuto secondo noi ad una pessima gestione politico-amministrativa, tesa sempre più a privilegiare logiche personali. Inoltre, una mancata visione di una città, di un capoluogo, la continua perdita di posti di lavoro, un commercio in perenne crisi, le attività produttive come un contenitore vuoto, i servizi inesistenti , una Sanità che balbetta e tant’altro inducono i cittadini ad emigrare in altre realtà. A nulla servono i continui interrogati che l’attuale classe politica lancia, come fermare i tanti giovani e le tante eccellenze che vanno via. La ricetta magica allo stato attuale è difficile averla, preferiremo almeno meno demagogia, è giunto il momento di invertire una rotta che negli ultimi anni si è rilevata una navigazione a vista, senza prospettiva lasciando tutto all’improvvisazione. Bisogna ripartire dalla propria identità, nel caso ci sia, e ridisegnare una vera identità della comunità. Siamo un comunità, agricola?, turistica?, culturale?, bene, quindi tutti gli sforzi devono andare nella direzione di creare sviluppo, crescita e occupazione intorno a questi elementi. Sogniamo una città, un Sannio, che sia l’eccellenza per l’innovazione, per l’università, di avere una comunità a dimensione accettabile, tutto ciò è realizzabile se la politica si renderà conto che chi governa è un delegato del popolo e non per esigenze politiche partitiche. Chi continuerà a pensarla diversamente sarà ritenuto l’unico responsabile del disastro in cui versa la nostra comunità.
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