L’ennesima perdita di posti di lavoro, – si legge nella nota – punta di un disagio economico della popolazione sempre più diffuso e famiglie che riducono i loro consumi: forse queste sono le motivazioni che hanno spinto il sindaco e la giunta comunale di un paese dell’Avellinese a rinunciare allo stipendio, consapevoli della troppa povertà che c’è in giro.
Insomma, a pochi km da noi pare ci sia una mentalità diversa a tutti i livelli, non solo in termini di sviluppo, ma anche in termini di solidarietà.
E pensare che qualche mese fa il Forum delle associazioni – La Città che Vogliamo (Noi Cittadini, Paracadutisti Italiani, Democrazia Partecipata, Ex interinali, Comitati di Quartiere contrade Nord, Rione Ferrovia, Via Garrucci, Teatro Romano), propose di istituire un fondo a sostegno dei cittadini in difficoltà e per le emergenze sociali. Naturalmente, a tale proposta nessun politico locale aderì, anzi ci furono addirittura critiche di ‘populismo’. La questione era chiara: una cassa, da affidare all’Arcivescovo, rimpinguata da sole 3 mensilità dei politici sanniti, dai parlamentari europei fino ai consiglieri comunali, a favore di coloro che vivono nell’area della sofferenza e del disagio occupazionale. Invece il silenzio assoluto nei confronti di una proposta che poteva dare l’opportunità agli amministratori di poter fare qualcosa di concreto, aldilà delle solite parole vuote. Almeno imitiamo chi, in qualcosa, ci supera per sensibilità.
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