Un sabato come tanti. La mattinata nel reparto psichiatrico scorre, caso strano, tranquilla. D’improvviso, il cellulare impazzisce.
Uno squillo dopo l’altro. Sono i colleghi psichiatri ad esultare rivolgendosi a me con frasi che mi hanno commosso. La battaglia sociale a difesa dei sofferenti psichici è vinta. Per la prima volta,
dopo settimane di incomprensioni, questa mattina, nell’eseguire un Trattamento Sanitario Obbligatorio, il capitano della Polizia Municipale di Benevento, per accompagnare la paziente in ospedale, è salito sull’autoambulanza rimanendo seduto, per l’intero percorso, accanto al medico ed agli infermieri.
Per me rimane solo e semplicemente la difesa di tutti i miei colleghi e credo che si comprenderà il mio agire di questi giorni anche perchè non sarei dovuto essere io a scendere in campo. Ben altre figure istituzionali avrebbero dovuto agire. Invece, un silenzio assordante.
Con infinità umiltà, rivolgo il mio pensiero agli psichiatri tutti del territorio e del reparto. Un grazie di cuore a quei colleghi giornalisti che hanno compreso le motivazioni del mio agire. Anche a chi ha preferito defilarsi rivolgo il mio saluto facendo loro comprendere che chi ha uno psicotico in casa vive una vita drammatica.
In ultimo, rinnovo la mia stima, e mi si permetta il mio affetto, al Comandante della Polizia Municipale, Giuseppe Moschella, con la certezza che quanto si è verificato non scalfisca il nostro rapporto. Presi, come siamo stati, lui, da una parte, con un numero esiguo di vigili, io, dall’altra, a difendere i sofferenti psichici con i quali ho trascorso l’intera vita.
Voglio sperare che, per il futuro, le problematiche possano essere affrontate e risolte sedendosi tranquillamente intorno ad un tavolo.