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Uil : siamo contrari alla proposta Damiano

06/07/2013
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Quando fu presentato il governo Letta sembrava che della modifica alla riforma Fornero sulle pensioni dovesse darsi la priorità, tant’ che se ne parlò nel discorso d’insediamento dell’esecutivo, scrivono dalla Uil.

Ora, invece, il sottosegretario al Welfare, Carlo Dell’Arringa, fa sapere che il capitolo sarà riaperto dopo l’estate. Sembra, in ogni caso, ormai assodata la volontà di introdurre un meccanismo di flessibilità che consenta di scegliere quando andare in pensione entro una forbice compresa tra i 62 e i 70 anni. Il dibattito verte, principalmente, sulla proposta del presidente della commissione lavoro della Camera, Cesare Damiano, che può essere così riassunta: “Chi deciderà di lasciare il lavoro prima dei 66 anni perderà il 2% dell’importo per ogni anno d’anticipo. Andare in pensione a 62 anni comporterà, quindi, una riduzione dell’8%. Chi, invece, va dopo i 66 riceve un incentivo del 2% per ogni anno di ritardo (8% se andrà a 70 anni).

“Il governo, dopo essersi prodigato in ottimi annunci, – attacca Fioravante Bosco, segretario generale della Uil di Benevento – dovrebbe finalmente agire. Questi continui rinvii non sono per nulla positivi. Riconosciamo che sul fronte dell’occupazione sono stati mossi dei primi passi, ora, però, è necessario adoperarsi anche rispetto alla previdenza. Anzitutto, introducendo la flessibilità, risolvendo la situazione degli esodati e rimuovendo il blocco all’indicizzazione delle pensioni all’inflazione”.

“Come Uil, sulla proposta Damiano – continua Bosco – siamo contrari. Non ci possono essere altre penalizzazioni oltre a quelle già previste dal sistema contributivo, che incide negativamente su tutte le pensioni degli italiani. Le risorse per sistemare la ‘partita’ pensioni vanno ricercate tagliando le spese superflue, a cominciare dagli sprechi che si producono nelle regioni, divenute ormai dei pozzi senza fondo”.

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