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A San Giorgio del Sannio, lamenta Rosanna Carpentieri, si costruisce un giardinetto su di un area di sedime a rischio amianto

06/07/2013
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Allarme amianto: a San Giorgio del Sannio (BN) sull’area di sedime di un edificio postale in amianto demolito senza precauzioni dall’amministrazione comunale, la stessa sta allestendo con apporti di terra un giardinetto pubblico per vecchietti e bambini, denuncia Rosanna Carpentieri.

Questo era e, a quanto pare resta, il perverso progetto del sindaco Ricci. Le autorità cui ho sporto formale denuncia (più di una) come coordinatrice del comitato civico INTERVENGANO!
Siamo allibiti e sconcertati: il Comune sta realizzando, come sempre indisturbato dalle autorità preposte alla tutela della salute pubblica, una poltiglia tossica di terra, cemento e fibre di amianto sul sito già contaminato dall’asbesto sbriciolato come fosse sabbia, e disperso, in conseguenza diretta dell’aberrante demolizione intrapresa nel 2011, e mai sottoposto a veri interventi di bonifica.
Ciò nonostante sia scientificamente provato e non occorra indagare nessi di causalità e scappatoie giuridiche pro reo, vista de iure condito la poco accettabile presunzione di innocenza (da non confondersi col diritto di difesa) anche in materia di attentato alla salute pubblica, il collegamento tra l’inalazione della fibra minerale (potenzialmente ne basta una sola) e il mesotelioma pleurico, “il” tumore inguaribile provocato da microfibrille di amianto.
Quanto ha stanziato il Comune per la scellerata opera verde contaminata dalla fibra killer ?
Non c’è come al solito nessun cartello di cantiere obbligatorio per legge, i cittadini sono costretti a fantasticare sulle determinazioni dell’Ente e a sapere quanto aleggi nella testa dei nostri amministratori solo a cose fatte, da perfetti sudditi acefali, incapaci di intendere e di volere.
Il Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia vuole vederci chiaro e ha deciso di far conoscere il “caso San Giorgio del Sannio” alla opinione pubblica nazionale.
Ecco perchè prossimamente manifesteranno a Benevento dinanzi alla Procura per consegnare un ulteriore esposto, concernente anche gli inspiegabili ritardi della giustizia in casi di pessima amministrazione riguardanti la salute pubblica oltre che l’ambiente, in quanto non si è fatto nulla per impedire il disastro e per pretendere dai responsabili lo smaltimento corretto dell’amianto, fermo restando l’obbligo di permanente informazione nei confronti della popolazione interessata .
Errori ed omissioni in materia si pagano fatalmente con la vita umana !
Noi riteniamo che sia scandaloso che un giardino sorga su una discarica di amianto e vogliamo che l’amianto sia smaltito ed il sito bonificato (se possibile, vista la polverizzazione dell’asbesto a seguito della demolizione delle ex Poste), seguendo i principi di precauzione, prevenzione, sostenibilità senza creare pregiudizio all’acqua e al suolo ed usando le migliori tecnologie disponibili.
Se la risoluzione del Parlamento Europeo del 14 marzo 2013 afferma testualmente e con precisione che “il conferimento in discarica dei rifiuti di amianto non è il sistema più sicuro per eliminare il rilascio di fibre di amianto nell’ambiente, essendo la fibra di amianto microscopica e pressocchè indistruttibile nel tempo, che dire del sito di via A.De Gasperi dove si sta mischiando l’amianto alla terra ? L’amianto si inertizzerebbe coprendolo con un manto di terra ? Quali esperti hanno suggerito al sindaco Ricci tale presunta inattivazione delle fibre di asbesto in palese violazione di legge ?
Non è possibile che si raccontino bufale alla popolazione , come quella nella civica assise del sindaco- ormai ben più famosa dell’aneddotica di regime sulla notte bianca- che “l’amianto crisotilo sia una sottospecie non pericolosa di amianto” !
Le diossine sprigionatesi dall’incendio in contrada Cesine del capannone Barletta hanno creato seri ed irreversibili danni alla salute dei residenti nella totale incuria degli enti preposti alla tutela ambientale e della salute e al sanzionamento del responsabile dell’inquinamento (Barletta) che veniva invece favorito squallidamente dall’amministrazione Nardone, di cui l’attuale è una ovvia prosecuzione.
Noi riteniamo che non impedire un evento che si ha l’obbligo giuridico di impedire equivale a CAGIONARLO. Questo dice il codice penale.
E’ per questo che e per il caso amianto in via De Gasperi, e per le diossine che hanno contaminato contrada Cerzone e già causato malattie da intossicazione, pur confidando nel lavoro degli inquirenti, torniamo a chiedere con rinnovata insistenza (come da precedenti diffide rese pubbliche mediante affissione) il sequestro del sito, la cessazione delle attività in corso e che la magistratura di Benevento in breve tempo chiarisca responsabilità individuali, entità dei danni e reati penali, per evitare che ulteriori ferite vangano criminalmente inferte ai diritti dei cittadini , alla salute dei cittadini nonchè alla salubrità e vivibilità del territorio sangiorgese.

La coordinatrice del Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia
Rosanna Carpentieri

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