Le indagini condotte dalla Squadra Mobile di Benevento hanno consentito, in soli due giorni, di dare una svolta decisiva alla risoluzione della brutta rapina, avvenuta lunedì scorso, in danno di una giovane madre beneventana M.R., classe 1981.
La 42enne aveva denunciato di aver subito una rapina subito dopo aver riscosso un rimborso INPS di circa 6000 euro alla Posta di Via Dei Rettori. La donna, con una situazione familiare delicata , aveva raccontato, tra le lacrime, di aver prelevato la cifra, dopo una lunga attesa a causa della folla all’interno dell’Ufficio postale, intorno alle ore 14,00 e di essersi poi incamminata lungo via Annunziata. All’altezza della Chiesa di Santa Rita era stata affiancata da uno scooter di colore nero con a bordo due giovani indossanti casco integrale. Uno dei due l’aveva minacciata con una pistola e le aveva tirato dei calci alle gambe ed uno all’inguine lasciandola sofferente e impaurita. La vittima non lesinava neppure particolari sulla via di fuga e sull’abbigliamento , giubbini e pantaloni jeans neri e scarpette da ginnastica bianche, dei presunti rei. Solo dopo due ore la donna si presentava negli Uffici della Polizia , accompagnata da un parente C.P., classe 1963 ,per denunciare l’accaduto. Imme-diate partivano le indagini, coordinate dal Dirigente della Squadra Mobile Giovanna Salerno, che vedevano impegnate sul territorio, al rintraccio degli autori ed alla raccolta delle prove, sia le volanti che equipaggi della Squadra mobile . Nella matti-nata odierna la svolta dall’analisi dei filmati delle telecamere. Dagli stessi non si aveva riscontro del passaggio della donna in via Annunziata ed inoltre si accertava che la vittima era stata accompagnata alla Posta da una donna. Le due si erano tratte-nute insieme ed insieme erano uscite ma, in merito alla pre-senza dell’accompagnatrice, la vittima aveva taciuto. Da qui la Squadra Mobile poneva in essere una serie di accertamenti e di riscontri alle dichiarazioni , a seguito dei quali convocava la vit-tima in Questura. La donna , messa alle strette, confessava di aver simulato la patita rapina. Le indagini consentivano, altresì, di denunciare quali complici ,per simulazione di reato e procurato allarme, anche C.P., classe 1963, che aveva accompagnato la donna a sporgere denuncia e Z.A., classe 1969 che l’aveva accompagnata all’Ufficio Postale . La falsa vittima ha spiegato di aver mentito in quanto il fratello, disoccupato, le chiedeva in continuazione soldi e che ella non intendeva più assecondare tali richieste.