Impariamo a sgonfiarci, a depurarci e a tornare in pace con noi stessi
Il gonfiore è una sensazione sgradevole che in molti conoscono, più tra le donne tra i 25 e i 45 anni, ma anche tra gli uomini. In certi periodi dell’anno si fa sentire di più, in altri meno.Le sue conseguenze? Oltre che visibile sul fisico, si ripercuotono anche sull’umore. Ci riferiamo a quell’antiestetica e sgradevole ritenzione idrica, quell’accumularsi di liquidi in una o più parti del corpo (di solito gambe e piedi, addome, mani, ma non solo).
Si tratta di un fenomeno che comporta un aumento di peso (fino a 5 kg), un senso di pesantezza degli arti e sensazione di disagio provocata dai vestiti che si fanno sempre più “stretti”.
Tecnicamente, la ritenzione idrica consiste nell´accumulo di liquidi negli spazi tra una cellula e l’altra del nostro corpo, ed è dovuta ad uno squilibrio tra il sistema venoso e quello linfatico. I due sistemi trasportano e filtrano circa 20 litri di liquidi al giorno: 16 vengono riassorbiti dal sistema venoso e 4 vanno a formare la linfa.
Se vi sono delle alterazioni nella funzionalità di questi due sistemi, si può avere appunto ristagno di liquidi, con conseguente gonfiore ed edema, soprattutto a livello degli arti inferiori. Problemi sorgono anche quando le vene sono poco toniche e il ritorno venoso al cuore non è completo. Anche in questo caso si determinerà un ristagno di liquidi che causa le classiche caviglie gonfie, rosse e doloranti, oppure ristagno a livello di polpacci e cosce con la formazione di pannicoli sottocutanei (la cellulite).
Esistono diversi fattori che possono provocare la ritenzione idrica. Alcuni sono collegati tra loro, altri no.
Alimentazione scorretta. Quando si parla di ritenzione idrica, uno dei primi imputati è il sale: chi è abituato ad aggiungerne ai piatti o a mangiare cibi che lo contengono (per esempio quelli in scatola, i salumi e gli insaccati, il dado da brodo, le minestre pronte) è molto più soggetto a un cattivo drenaggio dei liquidi. Anche il sovrappeso influisce sull’insorgere del problema. Un aumento del volume dell’addome induce alla rallentamento della circolazione venosa “di ritorno” dalle gambe verso il centro per la compressione esercitata sui vasi iliaci: risultato? Stasi venosa ed edema (cioè gonfiore). Inoltre, chi è in forte sovrappeso o addirittura obeso respira a fatica: ciò impedisce una corretta ossigenazione dei tessuti, con conseguente rallentamento dell’eliminazione delle tossine e delle altre scorie metaboliche.
Problemi alla circolazione. Il compito delle vene è di trasportare il sangue dai tessuti periferici (dove si è caricato di prodotti di rifiuto dell’organismo) verso il cuore. Se questo non avviene, la circolazione rallenta. E si creano stasi venosa e relativo edema.
Fattori ormonali. Quando gli ormoni femminili estrogeni sono presenti in maniera eccessiva, il rischio di ritenzione idrica è elevato. Uno squilibrio ormonale si verifica fisiologicamente in corrispondenza del periodo pre-mestruale e in quello della pre-menopausa, durante la gravidanza e la pubertà. Un’alterazione indotta del tasso di estrogeni avviene con i contraccettivi orali.
Farmaci. Il ricorso eccessivo ad alcuni farmaci può provocare l’accumulo di liquidi. In particolare, oltre alla pillola contraccettiva, sono a rischio di ritenzione idrica gli antinfiammatori, i cortisonici e – paradossalmente – anche i diuretici: questi ultimi, se usati senza buon senso o addirittura prescrizione medica, pur dovendo facilitare l’eliminazione delle urine, innescano un meccanismo il cui risultato è la ritenzione idrica.
Gli stili di vita sbagliati. Occhio a questi tre elementi responsabili dell’accumulo di liquidi : 1) Posture errate: da seduti, tenere molto a lungo le gambe accavallate comporta un ostacolo alla circolazione venosa e linfatica; stesso problema se, in piedi, si resta a lungo fermi nella stessa posizione; 2) Abbigliamento sbagliato: indumenti intimi troppo attillati (body, calze autoreggenti, ecc.), jeans troppo aderenti e tutto ciò che ha elastici capaci di comprimere la radice delle gambe, causa difetti di circolazione. Anche portare tacchi troppo alti favoriscono il ristagno del sangue e la ritenzione ; 3) Cattive abitudini: fumo, alcol, orari sballati, poco sonno e stress contribuiscono notevolmente alla ritenzione idrica.
Aiutare l’organismo a drenare i liquidi, in modo da ridurre ogni rischio di ritenzione idrica, non è impossibile. Per fare questo, si può agire su più fronti.
Cominciamo dagli stili di vita.
1) Riducete o, meglio , eliminate il fumo.
2) Dormite sempre con gli arti inferiori posti a un livello più alto rispetto al cuore: basta mettere un cuscino sotto il materasso, in corrispondenza dei piedi, in modo da alzarlo di circa 15-20 cm.
3) Evitate di restare fermi, in piedi o seduti, per periodi troppo lunghi.
4) Evitate tacchi troppo alti o troppo bassi: stimolerete il buon funzionamento della pompa plantare.
5) Limitate il più possibile i viaggi in auto, soprattutto se prolungati, perché la posizione seduta provoca una stasi venosa agli arti inferiori.
6) Siate meno sedentarie. Ma occhio al tipo di attività fisica che praticate. Il nuoto è quella più utile e completa, così come le lunghe passeggiate: entrambe coinvolgono tutti i muscoli della gamba e favoriscono il ritorno venoso. Se si pratica il jogging, è importante scegliere scarpe adatte e, se possibile, preferire un fondo morbido dove allenarsi: meglio l’erba dell’asfalto. Va bene anche solo fare le scale a piedi. State alla larga da sport che complicano la situazione: tennis, basket, equitazione, canottaggio.
È molto efficace e serve a liberare l´organismo dai liquidi in eccesso e dalle tossine che ristagnano a livello sottocutaneo, favorendo il loro successivo drenaggio. Le sedute, dalla durata di 50 minuti circa, devono avere una cadenza bisettimanale e possono durare per molti mesi.
La pressoterapia è un altro metodo di eccellenza per contrastare la ritenzione idrica, specie se associata a dolori, a parestesie, colorazione violacea della cute, circolazione venosa reflua insufficiente. Consiste nell´introdurre gli arti del paziente in apposite apparecchiature a forma di stivale, dove viene insufflata dell´aria a pressione variabile, in modo da ottenere una compressione graduata sui vasi sanguigni reflui e determinare, così, un alleggerimento del carico venoso degli arti. Di solito, per ottenere buoni risultati occorrono 2-3 cicli con sedute anche a giorni alterni. La pressoterapia va eseguita sotto controllo medico.
La laserterapia si basa su uno degli ultimi strumenti terapici attivati per la cura della ritenzione idrica. La luce laser ha sui tessuti un´azione di tipo antiedematoso e biostimolante. Ne deriva un miglioramento dell´ossigenazione dei tessuti e dell´interscambio intra ed extracellulare. L´azione del laser sul microcircolo può essere un’ottima base di preparazione del tessuto verso eventuali e successivi trattamenti come la mesoterapia.
La mesoterapia consiste nella ripartizione omogenea di un cocktail farmacologico inoculato a piccole dosi. Il trattamento è indolore e non necessita di alcuna anestesia locale. Un ciclo di sedute va da un minimo di 8 applicazioni ad un massimo di 15, con cadenza settimanale. Alla fine della terapia è consigliabile continuare con una seduta al mese di mantenimento. Tra i preparati più usati, a livello fitoterapico, l´ippocastano, la centella asiatica, la vitamina C.
La balneoterapia è una tecnica utile sia come cura d´attacco per l´edema, che come prevenzione. Sfrutta l´azione meccanica della pressione dell´acqua e l´effetto terapeutico derivante dall´addizione di sostanze bioattive. Posizionando il getto d´acqua adeguatamente e scegliendo in modo mirato il tipo d´acqua da impiegare, è possibile ottenere una sorta di “spremitura” dei vasi sia venosi sia linfatici, con un conseguente miglioramento dell´ossigenazione cellulare. E´ possibile addizionare ozono, configurando la cosiddetta balneoterapia ozonizzata. Usando questa metodica, l´ozono prodotto da un apposito apparecchio viene immesso in una vasca piena d´acqua, a contatto con quest´ultima l´ozono produce ossigeno nascente, che penetra nella cute fino all´ipoderma. L´azione di tale idromassaggio è antiinfiammatoria e vasoattiva, con efficaci risultati sulla funzionalità dell´apparato venoso periferico. E´ consigliabile sottoporsi ad almeno 2 sedute settimanali della durata di 30 minuti circa.
Se i chili di troppo facilitano la comparsa di gonfiori, un’alimentazione corretta diventa ancora più importante nella lotta contro la ritenzione idrica. Come facciamo?
“Anzitutto, vale la pena di fugare ogni timore di clamorose restrizioni”, spiega il professor Nicola Sorrentino (nella foto), specialista in Scienza dell´alimentazione dietetica, docente di igiene nutrizionale e crenoterapia presso la scuola di specializzazione in idrologia medica dell´Università di Pavia. “La dieta per combattere la ritenzione di liquidi, in una persona senza problemi di linea, non ha grandi limitazioni, solo un lieve mutamento delle proprie abitudini alimentari. Diverso è il problema se alla ritenzione idrica si associa il sovrappeso: in questo caso il disagio sarà maggiore, aumenteranno le restrizioni perché il regime alimentare sarà di tipo ipocalorico”. In entrambe le ipotesi, tuttavia, valgono alcune regole basilari da applicare nell’alimentazione quotidiana perché sia efficace contro la ritenzione idrica.
Quali sono?
Anzitutto, la quantità di calorie quotidiana non va diminuita, se non in caso di effettiva necessità: quando cioè vi siano da perdere chili. In ogni caso, bisogna ridurre il più possibile il consumo di dolci, gelati, cioccolato, caramelle, bevande gassate o zuccherate. Stesso discorso per i grassi animali: meglio l´olio extra vergine d´oliva, rigorosamente a crudo.
Come comportarsi con il sale, responsabile numero uno del problema gonfiori?
Semplice: va ridotto al minimo, se possibile andrebbe eliminato del tutto. Se consideriamo tutto quello già esistente in alcuni alimenti (salumi, formaggi, cibi in scatola, dadi da brodo, ma anche tanti altri), ne assumiamo ogni giorno già a sufficienza. E non c’è alcun bisogno di aggiungerne con la saliera.
E con l’alcol?
Niente superalcolici, non più di un bicchiere di vino a pasto. Altro che alcol: a tavola dovrebbe esistere solo l’acqua. Dovrebbe berne a volontà, almeno due litri il giorno, per favorire l ´eliminazione delle tossine.
Quanto influiscono i sali minerali?
Alcuni di essi sono decisivi. Il potassio, per esempio: stimola la diuresi, cioè l´eliminazione dell´acqua attraverso l´apparato urinario.
In quali alimenti si trova?
Sono ricchi di potassio tutti i legumi, la frutta secca, le patate, alcuni pesci (trota, sarda, dentice), il maiale magro, le verdure a foglia verde (spinaci, biete, ecc.). A proposito di verdura: quest’ultima ha il grande vantaggio supplementare di contenere una grande quantità di bioflavonoidi, vitamine del gruppo P che esplicano un´azione a protezione dei capillari e a riduzione dei gonfiori, specie negli arti inferiori. Ne sono ricchi anche frutti come gli agrumi, l´uva, le banane, i mirtilli, le albicocche, le prugne, le ciliegie, le more, il melone e la papaia.
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