Infarto : i campanelli d’allarme

Un attacco di cuore si verifica quando si blocca il flusso di sangue diretto ad una parte del muscolo cardiaco : se il flusso sanguigno non viene ripristinato in tempi brevi, la sezione del cuore interessata risulta danneggiata dalla mancanza di ossigeno.

Gli infarti rappresentano la principale causa di morte negli Stati Uniti, ma oggi ci sono trattamenti efficaci che possono salvare vite umane .

Gli attacchi cardiaci si verificano a causa di una patologia chiamata aterosclerosi : diverso materiale lipidico (grasso) si accumula nel corso degli anni lungo le pareti interne delle arterie coronariche (le arterie che forniscono sangue e ossigeno al cuore) fino a formare una placca aterosclerotica. Con il tempo parte della placca può rompersi, causando un grumo di sangue che si forma sulla superficie della placca stessa. Se il coagulo diventa grande può bloccare in parte o completamente il flusso sanguigno ricco di ossigeno diretto al cuore.

Tra i vari problemi legati all’attacco di cuore rientrano aritmie pericolose per la vita (battito cardiaco irregolare) e l’insufficienza cardiaca, determinata dal fatto che il cuore non riesce a pompare abbastanza sangue in tutto il corpo.

Agire in modo tempestio al primo avvertimento di sintomi di infarto può salvare la vita e limitare i danni.

L’infarto è di solito preannunciato da sintomi ben precisi. Su tutti, il dolore al petto, ma anche il senso di forte oppressione sul torace, il capogiro, la sudorazione fredda, nausea, vomito.

Ma è anche vero che ci sono casi in cui l´infarto si presenta senza preavviso. Oppure dopo aver dato segnali così apparentemente innocui, da risultare indecifrabili alla maggior parte delle persone.

L´importanza della diagnosi precoce nel trattamento dell´infarto

Considerando che la diagnosi precoce e tempestiva è l’arma numero uno per fronteggiare l’infarto, è possibile individuare i campanelli d’allarme.

Con una precisazione : non è affatto il caso di allarmarsi inutilmente, se questi sintomi si presentano singolarmente, perché presi da soli non significano assolutamente qualcosa di pericoloso. E comunque, se mai doveste notare qualcosa che non va, non dimenticate mai che l´unico vostro punto di riferimento è il medico.

Una ricerca dei National Institutes of Health (NIH) statunitensi ha individuato alcuni sintomi specifici delle donne, ma difficilmente collegabili all’infarto in modo diretto : un mese prima dell’attacco, infatti, si può provare un senso di fatica insolita, disturbi del sonno, un senso di ansia, episodi di indigestione, difficoltà di respirazione (respiro corto).

Ci sono casi in cui si può provare un senso di pesantezza o stanchezza al braccio.

Anche in questi casi, il rischio di confondersi con un movimento falso o qualcosa di simile è assolutamente normale.

I sintomi classici dell’infarto possono anche essere mascherati da problemi gastrici, per esempio una cattiva digestione, che si verificano in seguito a un pasto particolarmente abbondante.
Altre volte l’infarto si presenta dopo che il soggetto ha avvertito un leggero formicolio alle dita della mano sinistra, scambiato magari per un lieve addormentamento dell’arto dovuto a una posizione sbagliata.
Fattori di rischio

Alcuni fattori, chimati fattori di rischio coronarico, aumentano il rischio di attacco al miocardio. Tra i fattori di rischio coronarico rientrano:

Fumo di tabacco. Il fumo e l’esposizione a lungo termine ai danni del fumo passivo danneggiano le pareti interne delle arterie , determinando la formazione di depositi di colesterolo e di altre sostanze che possono ostacolare il flusso del sangue.
Alta pressione sanguigna. La pressione arteriosa è determinata dalla quantità di sangue che il cuore pompa e dall’ammontare della resistenza al flusso di sangue nelle arterie. Nel corso del tempo la pressione alta può danneggiare le arterie che trasportano sangue al cuore, accelerando l’aterosclerosi. L’ipertensione può essere anche un problema ereditario.
Elevato colesterolo nel sangue e livelli di trigliceride alti. Il colesterolo rappresenta una parte consistente dei depositi che possono restringere le arterie in tutto il corpo, comprese quelle che arrivano al cuore. Un livello elevato del tipo sbagliato di colesterolo nel sangue aumenta il rischio di un attacco al cuore. Il colesterolo a bassa densità di lipoproteine (LDL), ossia il colesterolo cattivo, porta con maggiore probabilità a restringere le arterie. E’ altresì indesiderabile un livello elevato di LDL, che spesso deriva da una dieta ad alto contenuto di grassi saturi e colesterolo. Tuttavia un alto livello di colesterolo ad alta densità di lipoproteine, il cosiddetto colesterlolo buono che aiuta il corpo a liberarsi dall’eccesso di colesterolo, è invece auspicabile e riduce il rischio di attacco al miocardio.
La mancanza di attività fisica. Uno stile di vita inattivo contribuisce ad elevati livelli di colesterolo nel sangue e all’obesità. L’esercizio è utile anche per ridurre la pressione sanguigna alta.
Obesità. Le persone obese presentano un elevata percentuale di grasso corporeo (indice di massa corporea pari o superiore a 30). L’obesità aumenta il rischio di malattie al cuore .
Diabete. Il diabete è l’incapacità del corpo di produrre adeguatamente o di reagire correttamente all’insulina. L’insulina, un ormone secreto dal pancreas, permette al corpo di usare il glucosio, che è un tipo di zucchero da alimenti. Il diabete può manifestarsi già durante l’infanzia, ma appare più spesso nella mezza età e tra persone in sovrappeso.
Stress. Si può reagire allo stress in modi che possono aumentare il rischio di infarto miocardico. Se si è sotto stress si può infatti mangiare troppo oppure fumare di più per la tensione nervosa. Troppo stress, così come troppa rabbia, può anche aumentare la pressione sanguigna.
Alcool. Se consumato con moderazione, l’alcool contribuisce ad accrescere i livelli di HDL, il colesterolo buono, e può avere un effetto protettivo contro l’infarto. Gli uomini non dovrebbero consumare più di due drink al giorno e le donne non più di uno. Un’eccessiva assunzione può alzare la pressione sanguigna e i livelli di trigliceride.
Storia familiare. Se i vostri fratelli, genitori o nonni hanni avuto in passato attacchi di cuore, anche voi potreste essere a rischio. La propria famiglia può avere una condizione genetica che aumenta i livelli di colesterolo indesiderato nel sangue.
Omocisteina, proteina C-reattiva e fibrinogeno. Le persone hanno i più alti livelli ematici di omocisteina, proteina C-reattiva e fibrinogeno sembrano avere un maggior rischio di malattie cardiache. I livelli di omocisteina possono essere ridotti tramite supplementi di acido folico e attraverso una dieta sana. I livelli di fibrinogeno e di proteina C-reattiva possono essere ridotti modificando altri fattori di rischio per le malattie cardiache, ad esempio smettendo di fumare.

Prevenzione

Non è mai troppo tardi per adottare delle misure di prevenzione. La terapia farmacologica è diventata una parte sempre più importante per ridurre il rischio di un secondo infarto. Diversi fattori nello stile di vita svolgono un ruolo fondamentale nella prevenzione e nel recupero di un infarto.

In genere i medici prescrivono la terapia farmacologica alle persone che hanno avuto un attacco cardiaco o che sono esposte ad alto rischio di averne uno.
Stile di vita

Lo stile di vita può influenzare in larga misura la salute del cuore.

Non fumare. Se fumate la cosa più importante che potete fare per migliorare la salute del cuore è quella di smettere. E’ molto difficile smettere di fumare da soli, ma potreste chiedere al vostro medico di prescrivervi un piano di trattamento.
Controllare il colesterolo. Controllate regolarmente i livelli di colesterolo, attraverso un esame del sangue. Se i livelli di colesterolo cattivo sono eccessivamente elevati, il medico può prescrivere dei cambiamenti nella dieta e dei farmaci.
Sottoporsi a regolari controlli medici. Alcuni dei principali fattori di rischio per l’infarto, elevato colesterolo nel sangue, pressione alta e diabete, non generano alcun sintomo nelle fasi iniziali. Il medico può eseguire dei test per verificare che siate liberi da questi problemi.
Controllare la pressione sanguigna. Occorre controllare la pressione del sangue regolarmente.
Fare regolare attività fisica. Anni fa i medici vietavano l’esercizio fisico a seguito di un attacco di cuore per paura che ne potesse causare un altro. In realtà un’attività fisica regolare aiuta a migliorare la funzionalità del muscolo cardiaco a seguito di un attacco di cuore. L’esercizio non deve essere troppo duro. Per esempio, camminare 30 minuti al giorno e per cinque giorni alla settimana può migliorare lo stato di salute.
Mantenere un peso adeguato. L’obesità mette sotto sforzo il cuore e può contribuire a determinare colesterolo elevato, pressione alta e diabete.
Seguire una dieta sana per il cuore. Troppi grassi saturi e colesterolo nella dieta possono restringere le arterie dirette al cuore. Se siete stati colpiti da infarto, cercate di limitare la quantità di grasso e colesterolo e sodio nella vostra alimentazione. Seguite i consigli del medico e del dietologo relativamente a quale sia la dieta più sana per il vostro cuore.
Gestire lo stress. Per ridurre il rischio di un attacco di cuore, cercate di ridurre lo stress quotidiano. Rivedete le vostre abitudini e trovate un modo sano per minimizzare gli eventi stressanti .
Consumare alcol con moderazione. Bere più di uno o due bevande alcoliche al giorno aumenta la pressione del sangue, per cui se necessario tagliate il consumo di alcolici.

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