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Peppino De Lorenzo : Non conosco il contenuto, ma ho il massimo rispetto per tutte le indagini.

06/06/2013
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“Non conosco il contenuto, ma ho il massimo rispetto per tutte le indagini. Se, però, esse hanno portato ad accuse per reati come la corruzione oppure ad ipotizzare gravi violazioni amministrative, ebbene la responsabilità politica scatta ben prima di quella penale. Il Sindaco dovrebbe avvertire il dovere civile di dimettersi”. Questa frase, pronunciata dal magistrato Ingroia nel corso della sua venuta qualche giorno fa nella nostra città, ci offre lo spunto per poter effettuare una schietta e sincera analisi di quella che, allo stato, è la particolare situazione dell’ente comunale – sostiene De Lorenzo.

“E’ dapprima doveroso precisare – spiega De Lorenzo –  che siamo oltremodo garantisti e che, pur se appare inutile ribadirlo, ogni cittadino non può essere ritenuto colpevole se non alla conclusione dei tre gradi di giudizio. Aggiungiamo di più. Di quello che è il percorso della magistratura a noi interessa poco o nulla. Il dato sul quale riteniamo giusto soffermare volutamente l’attenzione è quello politico, solo su quello.
Quanto si sta verificando presso la casa comunale dopo gli eventi dello scorso gennaio ed il continuare come se nulla sia accaduto corrode la democrazia e la fiducia, alimenta lo sconforto e la diffidenza che, mai come ora, sono sentimenti molto diffusi nel nostro Paese. Ed è doloroso, ci si creda, che gli unici ad averne pagato un prezzo altissimo siano stati Boccalone e Damiano, amici ai quali auguriamo, dal più profondo del cuore, di riuscire a dimostrare la completa estraneità ai fatti loro ascritti.
 Il capezzale dell’ente è oggi attorniato più dai dipendenti delle pompe funebri che da medici sicuri del proprio mestiere. Ecco perchè la prima sensazione che si ha, quali spettatori, è lo sconforto. La città deve ritornare ad essere quella in cui siamo nati e cresciuti. La Benevento del dopoguerra speranzosa di rinascere; quella degli anni del twist e del ’68.
 Ecco perchè ci sono apparse giuste e sagge le espressioni del magistrato Ingroia che portano, quale conclusione, alle dimissioni del Sindaco perchè, giustamente, la responsabilità politica scatta prima di quella penale. Se non si hanno ben precisi questi dati importanti e di buon senso, più che di economia si fa solo demagogia.
A Fausto Pepe gli riconosciamo, essendo garantisti come lui, una sua estraneità ai problemi sino a diversa conclusione degli organi inquirenti. Una convinta autocritica, però, sarebbe stata opportuna dal momento che nelle stanze del potere c’è da non pochi anni. A lui, infatti, verrebbe spontaneo chiedere dove fosse con la mente quando si riuniva con molti personaggi prevalentemente del suo stesso schieramento politico. Non è questa una domanda retorica. E verrebbe ancora da chiedergli come non si accorgeva di quanto, almeno stando all’asserito dei giudici, si verificava poichè nelle stanze dell’urbanistica e dei lavori pubblici trascorreva intere giornate. E fu molto attento e solerte ad invitare ad andare via i personaggi scomodi come chi scrive. A questo punto uno potrebbe dire bene ti sta, ecco, vedi nella vita cosa succede a non ascoltare i consigli disinteressati, oggi a te ieri a me, ma non lo facciamo perchè sarebbe puerile, veramente puerile.
Non si può, però, non affermare che un politico che non si accorga di quanto succede nella casa che governa è doveroso che si tolga di mezzo evitando di gestire le case nostre.”
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