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Il Consiglio direttivo Coldiretti in vista delle imminenti elezioni rilancia il documento “L’Italia che vogliamo”

22/02/2013
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“L’Italia che vogliamo” le cui proposte a livello nazionale sono state sottoposte ai leader dei partiti impegnati in questa consultazione elettorale.Secondo il documento della Coldiretti l’agricoltura ed il modo di fare agricoltura deve essere un metodo utile anche alla crescita sociale ed economica del paese.

Un documento che è la base di un comportamento non solo economico ma anche come metodo sociale perché quando si parla di Made in Italy si parla di legalità, di rispetto delle norme, apprezzamento del valore che dobbiamo dare al nostro Paese.
I dieci punti racchiusi nel documento “L’Italia che vogliamo” si possono così sintetizzare: Un governo globale dei beni comuni, Più Europa in Italia e più Italia in Ue, L’Italia sussidiaria e solidale, I nostri punti di forza, Il nostro modello di sviluppo: l’Italia che fa l’Italia, Le politiche per la trasparenza, Fiducia: la molla per tornare a crescere, Far crescere il Pil con il benessere, Il valore della comunità, Etica prima di tutto.
“Il documento che abbiamo presentato ai partiti e che vogliamo sia patrimonio di tutti i parlamentari sanniti – spiega il presidente provinciale Gennaro Masiello – parte dall’’esperienza di un’agricoltura che, facendo perno sui punti distintivi del Paese, dà risultati anche in termini economici e ci permette di poter affermare che questo modello può essere preso ad esempio anche da altri settori. Abbiamo lavorato su un modello che arricchisse di contenuti materiali e valoriali i nostri prodotti e i nostri servizi. Il futuro dell’Italia può essere oggi tanta agricoltura e tanto agroalimentare ed è per questo che le proposte che presentiamo non sono una lista della spesa bensì una serie di idee su come l’Italia dovrebbe essere. Nel documento “L’Italia che vogliamo” – aggiunge Masiello – raccontiamo un modello di sviluppo che non insegua le economie di scala ma faccia leva sulle sue qualità e sui suoi punti di forza, un’Italia che deve sapere portare le sue distintività nel mondo. Un’Italia che sappia mettere il cibo al centro della sua agenda politica e capace di battersi per politiche di verità, giustizia e trasparenza, anche in Europa”.
“Ci sentiamo una forza sociale – aggiunge il direttore Giuseppe Brillante – con la dimensione e la storia giuste per parlare del Paese e non solo dell’agricoltura, un settore che non può essere confinato tra le semplici attività economiche poiché è anche territorio, paesaggio, socialità, qualità della vita, sicurezza alimentare e ambientale. La nostra idea di Paese e di agricoltura, l’Italia che vogliamo, un’Italia in cui crescita, sviluppo e occupazione sono compatibili con qualità della vita e sostenibilità. Una strada che può essere seguita dall’intero Paese poiché fa leva sui suoi punti di forza. Una strada costruita sulla scelta di voler trasformare le difficoltà in opportunità e i progetti in cose concrete”.

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