Un brutto viaggio nel tempo quello dell’industria italiana, che si ritrova nel 1990: solo nel 2012 c’è stato un calo della produzione del 6,7%.
Per l’Istat, dopo i consumi, ecco il crollo anche della produzione. Dal 2008, il picco della crisi, l’indice della produzione industriale ha perso addirittura un quarto del suo valore: il 25% in meno. Anche se a dicembre 2012 la produzione è salita dello 0,4%, nell’intero anno è scesa del 9,3%, considerando il dato complessivo. Numeri che dall’Istat spiegano che il problema maggiore è legato alle ore produttive: per esempio alla Fiat si lavora ormai pochi giorni all’anno. A dicembre 2012, infatti, il settore automotive ha avuto una flessione del 26,5% rispetto al mese precedente, mentre su base annua il calo è stato del 19,5%.
“Il crollo della produzione industriale – conclude Fioravante Bosco, leader della Uil sannita – non è purtroppo una sorpresa. E’ la conseguenza di una recessione che continua a determinare effetti negativi sulla nostra economia. Non si produce perché non si vende e non si vende perché i salari sono tra i più bassi e tra i più tartassati dal fisco in Europa. Bisogna ridurre le tasse sul lavoro: questo è il primo provvedimento da attuare per cominciare ad invertire la rotta verso la ripresa”.