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Le due sorelle sopravvissute ad Auschwitz hanno incontrato stamattina gli alunni del Liceo Scientifico Rummo di Benevento.

05/02/2013
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Oggi 5 febbraio alle ore 10,00 la Dirigente Scolastica Teresa Marchese ed il dipartimento di storia e filosofia del Liceo Scientifico Rummo, coordinato dalla prof.ssaTeodolinda Cennamo nella persona del prof. Diodoro Cocca, hanno accolto le sorelle Andra e Tatiana Bucci , le due sorelle sopravvisute ai campi di concentramento.

L’incontro è avvenuto all’interno della Parrocchia dell’Addolorata, messa a disposizione dal parroco don Michele Villani per consentire ai docenti ed agli alunni di divenire “testimoni dei testimoni”.

Chi sono Andra e Tatiana Bucci? Sono solo due sorelle che hanno avuto la sfortuna di essere state “prese” dai militari tedeschi in una notte di marzo del ’44, nonostante la nonna pregasse loro di lasciare i bimbi a casa.

Andra e Tatiana Bucci avevano solo quattro e sei anni quando furono deportate da Fiume , la città dove i genitori si erano trasferiti per vivere tranquilli, ad Auschwitz .

E’ lì che inizia il racconto delle sorelle, introdotto dalla flebile sinfonia di “Dio è morto” dei Nomadi e riadattato dal coro della chiesa in “Dio è morto, nei campi di sterminio, Dio è morto”, con forte emozione ma anche coraggio e volontà affinchè tutto quello che hanno dovuto subire non deve più capitare, al centro di una chiesa gremita di alunni, che aspettano solo di sapere dalla loro voce, per conoscere, perchè comprendere è impossibile.

“Siamo state solo un numero, ma abbiamo riconquistato la nostra identità di donne e cittadine italiane”.

Nelle loro parole si avverte disagio, emozione, coraggio, orgoglio, sentimenti propri di qualsiasi essere umano e non di “oggetti” come i tedeschi volevano farli diventare.

Furono liberate il 27 gennaio del 1945 e trasferite a Praga, ma riuscirono a ritrovare la loro infanzia solo molto tempo dopo, nei nove mesi trascorsi a Lingfield con Alice Goldberger nel centro di accoglienza, da loro descritto come il paradiso dei giochi, un mondo surreale dopo il campo di concentramento.  Come per magia  le bambine riusciranno a ritrovare la loro  famiglia nel dicembre del 1946 , dopo che gli avevano fatto credere che la loro madre era morta, perchè da un giorno all’altro nel campo non c’era più, in realtà era stata trasferita in un altro campo poi liberato dagli americani.

Ricordi e momenti di vita di una crudezza indescrivibile che sintetizzano la follia del genere umano.
“La morte era intorno a noi”, ripetono le sorelle Bucci. La morte era intorno a loro, nei letti, per il campo, le persone non morivano solo nelle camere a gas ma anche per stenti, fame, stanchezza. Nei forni crematori andavano solo chi era già morto. Ricordano le sorelle di vedere sempre un cielo pieno di pulviscolo mai limpido e odore,sempre, di carne bruciata e mai di verde, di erba.

Altro ricordo amaro che devono inghiottire a forza le due sorelle è quello del loro cuginetto, Sergio De Simone, divenuto a soli sette anni cavia per orribili esperimenti sulla tubercolosi a Neuengamme, per mano del dottor Heissmeyer. Raccontano le sofferenze che hanno dovuto subire quei bimbi nel ” suo ” laboratorio.

I giovani studenti ascoltano in silenzio il racconto, a volte meravigliati, a volte disgustati dalla crudezza delle parole e a volte compassionevoli per i vuoti di parole che ogni tanto assalgono le due sorelle, perchè non è facile riportare alla memoria quegli istanti tanto dolorosi. Il tempo può passare, la vita può cambiare, infatti le due donne poi si sono sposate, hanno avuto dei figli, dei nipoti, ma il ricordo amaro e crudo di quei due anni passati nel campo non potrà mai più essere tolto dalle loro menti.
Le parole di Andra e Tatiana Bucci rappresentano un tassello di storia importante per le nuove generazioni, affinché nessuno dimentichi quel buco nero del passato.

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