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De Nigris : Piove cemento !

22/12/2012
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Prima di ogni altra considerazione è giusto che l’opposizione faccia autocritica. Per come è andata la votazione, se tutti i suoi componenti fossero stati presenti, avrebbe probabilmente potuto evitare questo nuovo scempio edilizio. La colata di cemento poteva (forse) essere “deviata”. Nulla da dire, dunque, a chi per questo ci ha criticato. E’ il commento in primis dell’esponente di Sil Luigi De Nigris.

D’altronde, i primi segni di difficoltà, la maggioranza li ha mostrati fin dall’inizio della seduta quando, non ha saputo rispondere sull’eventuale incompatibilità tra l’amministratore di una società che ha proposto uno dei progetti in discussione, e l’incarico che lo stesso ricopre all’interno di un’importante commissione tecnica comunale (la commissione edilizia). Allo stesso modo, non ha chiarito la disparità di trattamento riservato alle imprese interessate all’housing sociale circa l’effettiva possibilità di realizzare i progetti. Avrebbe facilmente accertato che oltre alla società Etruria, anche un’altra società era stata costretta a ricorrere ad alcuni strumenti normativi per evitare il fallimento.
Tuttavia, al di la di ogni formalismo, il tema di fondo è un altro. La città con l’housing sociale risolve il fabbisogno di case? Secondo noi, no. La città non ha bisogno dell’housing sociale, bensì di case popolari a canoni sociali, per dare risposte concrete alle tante famiglie che da anni sono in attesa di ottenere un alloggio. Il vero bisogno sociale di tante famiglie non è, quindi, l’acquisto di una casa, ma la sicurezza di abitare in un contesto dignitoso con un affitto proporzionale al reddito.
Il Social Housing, che è riservato alle città ad alta tensione abitativa (tra cui non figura Benevento, sia per i tanti appartamenti vuoti da anni, sia per il costante calo demografico che interessa da anni la città) non risolve questi problemi.
Va inoltre ricordato che l’housing sociale nasce per rispondere a bisogni abitativi in un’ottica di sostenibilità urbana; guarda alla possibilità di recupero di aree dismesse, di stabili vuoti o degradati, per evitare ulteriore consumo di suolo. Insomma, l’esatto contrario di ciò che ha deciso il Consiglio comunale che, nascondendosi dietro parole di comodo (housing sociale) ha deliberato l’assurdo progetto di ricoprire di cemento alcune parti della città. Una nuova, folle, speculazione edilizia in una zona come Capodimonte, già di per se sofferente, perchè priva di servizi essenziali, e Santa Clementina. Un territorio ad altissimo valore naturalistico e archeologico pronto ad essere sfregiato da 452 appartamenti.
Non sembri un paradosso, ma ciò che con forza denunciamo è proprio il totale disinteresse dell’Amministrazione comunale verso il disagio abitativo. E’ l’arroganza con la quale sceglie l’housing sociale, ma omette di dire che l’intervento non è alla portata di famiglie monoreddito o addirittura prive di reddito. E’ la superficialità con la quale autorizza il consumo di suolo, ma lascia i precari della casa nel più totale disagio.
Chi ieri ha approvato questo nuovo sconcio edilizio: non ha scelto una città vivibile con strutture al servizio dei cittadini; non ha proposto soluzioni all’emergenza di centinaia di nuclei familiari che vivono una condizione di disagio. Ha scelto solo di aderire, al club degli amici dell’oro grigio.

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