Iavarone all’Unifortunato : “La ricerca non interessa a nessuno. L’ IA è il futuro”

Si è discusso di Intelligenza Artificiale nella ricerca e cura dei tumori all’Università Giustino Fortunato questa mattina.

A farlo è stato il professor dell’Università di Miami, in Florida, e Vicedirettore Sylvester Comprehensive Cancer Center Antonio Iavarone, scienziato beneventano che da 30 anni svolge la sua attività negli States avendolo ritenuto non “all’altezza” nella sua nazione d’origine.

Dura è stata la su denuncia : “Se c’è disinteresse generalizzato, purtroppo le cose non si fanno”. Ed è questa la dura realtà che ha svelato Iavarone, atteso della mancanza di favore sia delle Istituzioni che della società verso la ricerca scientifica.  “Non è una priorità investire sulla ricerca, non interessa alla popolazione, ai politici, agli amministratori. E’ un peccato che la popolazione non prenda coscienza dei problemi ma si renda conto solo quando ci si ammala. Ricevo decine di richieste di malati del Mezzogiorno ma non si può fare nulla. Cerco di indirizzarli nei centri migliori. Ma è difficile. Non c’è stato un movimento popolare che abbia sostenuto queste iniziative”.

 Per l’ateneo beneventano i saluti sono stati portati dal Magnifico Rettore Giuseppe Acocella mentre per l’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Benevento, è intervenuto Luca Milano che si è dimostrato molto cauto sull’Intelligenza Artificiale: “E’ arrivata come un ciclone. In  medicina ha tante potenzialità, però deve essere considerata come supporto per il medico, non una sostituzione. Può aiutare dalla formazione, alla diagnosi, alla terapia ma può offrire rischi etici. E’ fondamentale il rapporto umano medico-paziente. La valutazione del rischio clinico non può essere stabilita dall’intelligenza artificiale senza le giuste indicazioni e la supervisione del medico”.

Per Iavarone “l‘intelligenza artificiale è il futuro della ricerca per i tumori e per molte altre malattie. Ci può dare modo di comprendere diagnosi più accurate e terapie più precise e personalizzate. E’ il futuro della medicina. La cura dei tumori come concetto generale non esiste. La maggior parte dei tumori più aggressivi devono essere studiati a fondo. Nel nostro Paese non viene fatto mai. Mancano le strutture di ricerca che forniscano queste possibilità innovative. La ricerca è una possibilità di cura ma senza centri di ricerca queste possibilità non ci sono. Lo sto ripetendo da 20 anni e sono stato promotore di tantissime iniziative, tutte rivelatesi inutili in tal senso”.

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