Pesco Sannita. Aperitivo letterario: presentazione dei libri di Mario D’Agostino e Carlo Parente
In Villa comunale ore 20 l’importante evento culturale con la presentazione dei due romanzi: “Quelli del trentasette” e “I monti di sopra”. Gentile: “La presentazione dei due romanzi, rappresentano un appuntamento imperdibile per tutti gli amanti della letteratura e per coloro che desiderano conoscere le rispettive trame”.
di Lino Santillo
Nell’ambito del favoloso e variegato programma estivo “Non solo musica. Pesco in festa 2024” stilato dall’amministrazione comunale presieduta da Nicola Gentile e le varie associazioni, il 16 agosto alle ore 20 proprio a Pesco Sannita nella villa comunale verranno presentati due romanzi. Ad opera del Comune, della Pro Loco e dell’associazione culturale “Pesclum” ci sarà un aperitivo letterario con la presenza dei due autori: Mario D’Agostino, pescolano purosangue con il libro dal titolo “Quelli del trentasette” Ideas Edizioni del dott. Mario De Tommasi (Editore) e Carlo Parente autore del libro “”I monti di sopra” Scuderi Editrice. A presentare i due romanzi sono stati chiamati rispettivamente Lino Santillo, docente universitario e giornalista, come pure Lucia Gaeta, presidente dell’associazione culturale italiana poeti e artisti. Al tavolo dei relativi, ovviamente, presente il primo cittadino di Pesco Sannita Nicola Gentile. Ci sarà anche un intermezzo musicale a cura dell’associazione culturale “Pesclum” con la partecipazione dei maestri Simona De Palma e Andrea Orlando. Alla fine della presentazione buffet con aperitivo offerto a tutti. Ogni anno, nella ridente cittadina vengono presentati libri di scrittori locali come il prof. Mario D’Agostino, come pure autori provenienti da altre località del Sannio. Senza dubbio, l’amministrazione comunale e le vari associazioni sono molto attivi nel campo culturale come pure in altri settori. Il romanzo di Mario D’Agostino dal titolo “Quelli del trentasette”. Questo romanzo narra la storia di una scolaresca di un piccolo paese del Beneventano (Pescolamazza, oggi Pesco Sannita) che si trova a vivere nei tempi difficili della fine della seconda guerra mondiale e del successivo lento ritorno alla normalità. Nel seguire le esperienze di vita dei vari personaggi ci si imbatte nei cambiamenti epocali che, dal dopoguerra a oggi, si sono susseguiti nel tempo. Si assiste, perciò, alla fine di alcuni mestieri, in particolar modo di quelli dei sarti e dei calzolai, come conseguenza della nascita della grande industria manifatturiera, e dei fabbri i quali, dopo l’avvento dei trattori e delle prime automobili, per sopravvivere si trasformano in meccanici. Ci si trova altresì di fronte al rapido spopolamento delle campagne, abbandonate in tutta fretta dai giovani che, per migliorare il loro tenore di vita, non trovano niente di meglio da fare che prendere la via del Nord Italia o, il più delle volte, addirittura quella dell’estero. Alla fine resta un paese senza nessuna prospettiva per il futuro. Un paese di vecchi, insomma. La produzione dell’autore di questo romanzo è variegata e spazia ogni scibile del sapere umano. Ma chi è Mario D’Agostino. Laureato in Chimica e dottore di ricerca in Scienze farmaceutiche, Mario D’Agostino (Pesco Sannita, 1937) ha insegnato negli isti¬tuti superiori e, come professore a contrat¬to, nell’università “Federico II” di Napoli. I suoi interessi, oltre a quelli strettamente pro¬fessionali (due libri di analisi chimica e una cinquantina di pubblicazioni sulla chimica delle sostanze naturali), vanno dalla poesia (La luna nel pozzo, 1992), alla narrativa (Festa grande, 1997; Cielo da vedere e terra da camminare, 2018; Storie di paese, 2019; La saga dei Cardone, 2021; Cara Lilly, ti scrivo, 2022), dal dialetto (Dizionario pescolano, 2004) alla storiografia lo¬cale (Storia di Pesco Sannita, 1981; La reazione borbonica in provincia di Benevento, 1987; Pesco Sannita tra cronaca e storia, 2000; Dalle rive del Tevere alle sponde del Tammaro, 2002; Vita da bri¬ganti, 2009; Pesco Sannita. Storia di un millennio, 2009; Legittimismo e brigantaggio in Campania, 2011; Pesco Sannita. Storia e dialetto, 2016; La famiglia Costantini, 2018). Degno di nota, infi¬ne, è il suo impegno ultratrentennale profuso nel recupero completo dei manoscritti del commediografo pescolano Giandomenico Viglione: Teatro dialettale, 1982; Gli ultimi ine¬diti, 2003; Miscellanea, 2013. Cosa è il romanzo storico. Il romanzo storico è un’opera narrativa ambientata in un’epoca passata, della quale ricostruisce le atmosfere, gli usi, i costumi, la mentalità e la vita in generale, così da farli rivivere al lettore. Un romanzo si definisce storico quando è ambientato in un’epoca storica e intende trasmetterne lo spirito, i comportamenti e le condizioni sociali attraverso dettagli realistici e con un’aderenza ai fatti documentati. Può contenere personaggi realmente esistiti, oppure una mescolanza di personaggi storici e di invenzione. Dopo la presentazione del romanzo del prof. Mario D’Agostino, verrà presentato il libro del dott. Carlo Parente dal titolo “I monti di sopra” Scuderi Editrice. “Nel leggere il libro “I monti di sopra” di Carlo Parente, – come ha scritto Laura Russo – si ha la sensazione di intraprendere un viaggio in quei vecchi treni di una volta. Sei comodamente seduto nella tua poltrona e inizi pian piano a muoverti, senti il rumore delle rotaie e dal finestrino vedi le prime immagini, dapprima lentamente e poi vi è il susseguirsi veloce di emozioni, colpi di scena, imprevisti che ti fanno sentire a volte partecipe, quasi interprete principale, altre semplice osservatore impotente all’evolversi della storia. La ricostruzione della vita di Paolo, il protagonista del libro, è un concentrato di tante memorie fuse insieme, davvero una storia degna di esser raccontata e letta. Lo scrittore Carlo Parente, pediatra di Benevento, ha già scritto delle sillogi poetiche, ma questo rappresenta il suo primo romanzo, e nel sentirlo parlare si percepisce subito l’amore per questo neonato letterario, la cui lunga gestazione lo porta oggi ad un accudimento quasi paterno di questa storia custodita negli anni. Storia vera quella di “I monti di sopra”, in cui il medico-scrittore racconta con minuziosa solerzia la vita di un caro amico, che per la sua complessa bellezza ha pensato bene di trascrivere negli anni per evitare che andasse perduta. Una vita travagliata quella del protagonista, dalla sua nascita agli anni trascorsi nel collegio come orfano, per scoprire, infine, che quella pesante etichetta che si portava addosso era semplicemente un falso per nascondere dolori, incapacità genitoriali, avventure e misteri che coprivano la storia della sua famiglia e che, tassello dopo tassello, Paolo ricostruisce da solo. Alcuni episodi sono così ricchi di patos che nel leggerli si ha la sensazione di sentirli sulla propria pelle, come le vacanze natalizie in collegio: “Li osservavo allontanarsi festosi dal portone grigio che si richiudeva alle proprie spalle, lasciando me e pochi altri in un deserto affettivo. Li seguivo con lo sguardo fino a vederli scomparire all’orizzonte…”. Con l’improvvisa ricomparsa della madre, di cui ignorava l’esistenza, Paolo inizia una nuova vita, con la stessa madre assente prima ed ugualmente dopo, una vita diversa, ma non ‘colma’ come avrebbe sperato. Paolo si interroga su quello che sarebbe stata la sua vita se vissuta diversamente, ma poi accetta il divenire quasi ‘congelato’. Quel suo essere mite, forse, non era altro che un modo per difendersi da altri dolori o semplicemente accettava, – termina Laura Russo – come aveva sempre fatto, il nuovo senza avere aspettative particolari, senza alcuna pretesa. “Una vita in bilico, sul precipizio, nell’attesa di volare. Una vita di solitudine, di scelte sbagliate, o forse di scelte che, a ripensarci, non possono essere considerate tali. Non avevo voluto o non avevo potuto scegliere?”. Una mancanza di fondo che lo accompagnerà a sua insaputa per tutta la vita. Decisioni sbagliate, proprie o subite, che avevano deciso la direzione del suo vivere quotidiano, indirizzandolo verso mete che non avrebbe mai immaginato e adesso come una foglia portata dal vento si lasciava trasportare. Il libro inizia e termina con una frase “quanto durerà il giorno prima di morire”, una frase di grande speranza nel futuro, seppur breve… ma lascio ai lettori decidere, se aggiungere alla fine di quell’ultima parola un punto esclamativo o interrogativo”. Carlo Parente è nato a San Leucio del Sannio (Bn) il 19 settembre 1953, vive a SanNicola Manfredi (Bn) Biografia poetica. Carlo Parente ha effettuato studi classici; scrive le prime 10 poesie nel periodo tra il 1970 e 1973. E’ medico-pediatra e coltiva interessi artistici: letteratura, cinema, musica, oltre quelli socio-sanitari e ambientali. Nel 2006 organizza al Museo del Sannio (Bn) un convegno sulle “virtù non solo estetiche della poesia” nel corso del quale presenta il primo libro di poesie” Canzoni d’amore”. Nel 2011 organizza un convegno sulle “virtù della poesia” a Pesco Sannita (Bn). E’ presente in diverse antologie poetiche: “Habere artem“,“Kimerik”. Nel 2012 su “Pagine” e in “Miedo” di “Occhi di Argo”. Nel 2012 pubblica il secondo libro di poesie “ Mille alberi, sette fantasmi, un solo Dio” con “Scuderi Editrice” Partecipa con successo a diversi concorsi di poesia. Canzoni d’amore – 2006 ©2011 carloparente – All. right reserved Queste poesie raccontano emozioni, sensazioni quotidiane, dettate dall’amore nel corso della vita. Peraltro potrebbe esistere la poesia senza l’amore? Conoscete uomini o donne che riescono a vivere senza amore? Quindi ogni uomo che sa amare veramente può essere un poeta… (Carlo Parente). Dal libro di poesie “Mille alberi, sette fantasmi, un solo Dio” con Scuderi Editrice.
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