Pietrelcina. Il 3 dicembre la solenne festività per la “Madunnella Nostra” tanto amata da Padre Pio

Grande attesa per la presenza di due arcivescovi: mons. Felice Accrocca e mons. Francesco Lomanto.  Il 29 novembre: la presenza di don Maurizio Patriciello con la parrocchia di Caivano.

di Lino Santillo

Grande attesa nel paese natale di Padre Pio per la festività religiosa del 3 dicembre in onore della Madonna della Libera, Patrona della cittadina sannita. Un amore viscerale e di grande afflato dell’intera collettività locale per la “Madunnella Nostra” amorevolmente definita da Padre Pio. Quest’anno il Comitato festa presieduto dal neo-parroco fr. Daniele Moffa hanno introdotto una novità di particolare rilievo nel corso del novenario iniziato il 24 novembre e che terminerà il 2 dicembre 2023. La particolare novità consiste nella presenza ogni giorno di una parrocchia o gruppi di preghiera della regione campania con i relativi parroci e gruppi di preghiera nel corso delle eucaristie pomeridiane. Nella chiesa “Santa Maria degli Angeli” alle 16,45 recita del santo rosario e vespri. A seguire, alle 17,30 santa messa. Il 24 novembre con l’inizio della novena, la presenza del gruppo di preghiera di Taurasi con la presenza di don Alfonso Moriano. Le parrocchie e i gruppi di preghiera presenti nel corso delle altre giornate sono quelle di: Aversa, San Sebastiano al Vesuvio, Benevento, Maddaloni, Caivano con la presenza di don Maurizio Patriciello. Nei giorni 30 novembre e 1 e 2 dicembre il solenne Triduo predicato da fr. Stefano Casula, guardiano del convento di Pula (Cagliari). Il 2 dicembre, attesa per la “Giornata del malato”. Alle 10 santo rosario; alle 11 santa messa, al termine: processione eucaristica e benedizione. Nel pomeriggio, ore 15 incontro con i bambini per costruire insieme” “cuore” che sarà portato nella solenne processione del 3 dicembre. Alle 16,45 rosario e vespri; a seguire ore 17,30 santa messa con la partecipazione del gruppo di preghiera di Guardia Sanframondi. In serata, alla 19,30 “Pietrelcina’s Gospel Voices in concerto. Per domenica 3 dicembre solennità di Maria Santissima della Libera, sono previste sante messe alle 8,30 e 9,30. Alle ore 11 solenne celebrazione eucaristica presieduta da Sua Eccellenza mons. Felice Accrocca, arcivescovo metropolìta di Benevento. Nel pomeriggio, alle 17,30 solenne concelebrazione eucaristica presieduta da Sua Eccellenza mons. Francesco Lomanto, arcivescovo metropolìta di Siracusa. Nel corso della santa messa animerà la liturgia la Corale di Pietrelcina “Madunnella Nostra”. A seguire, solenne processione con fiaccolata per le vie cittadine. Sono previsti fuochi pirotecnici durante la processione. Al termine della processione, atto di affidamento della Città di Pietrelcina alla Madonna della Libera. Al termine, reposizione della venerata immagine nella sua nicchia e saluto festante con i fazzoletti. In occasione del terzo centenario della sacra Statua della Madonna della Libera, è possibile nella chiesa “Santa Maria degli Angeli” in Pietrelcina, ricevere l’indulgenza plenaria, alle condizioni previste. La festa della Madonna della Libera del 3 dicembre è molto sentita dalla popolazione pietrelcinese, una devozione che travalica ogni confine, in particolare per il grande amore dello stesso Padre Pio nei confronti della “Mamma Celeste”. L’affetto e l’amore di Padre Pio per la Madonna della Libera. Il ritratto vero di padre Pio resterebbe incompleto se non si desse rilievo — come l’ebbe realmente nella vita — alla componente spirituale mariana. Nella sua lunga vita di otto decenni, traspare sempre — come una filigrana — la figura della Madonna, che s’impone — come in dissolvenza — nei momenti più difficili. È un amore che nacque — come in un’alba — a Pietrelcina, e risplendette sino al tramonto terreno di padre Pio, a San Giovanni Rotondo. Tanta parte del segreto di padre Pio viene illuminato dalla Madonna, che si fa presente negli anni d’infanzia, come Madre rasserenatrice, e nelle ore più oscure della vita, come alleata nella lotta. Il neonato Francesco Forgione apre gli occhi di cristiano, ricevendo il battesimo nella chiesa di S. Anna di Pietrelcina, intitolata a S. Maria degli Angeli; l’ottantunenne padre Pio chiude i suoi occhi a pochi metri dalla chiesa di San Giovanni Rotondo, intitolata a S. Maria delle Grazie. Un percorso spiccatamente mariano. Nella chiesa-madre di Pietrelcina si venera la Madonna della Libera, patrona del paese. L’amore a questa Madonna fu uno di quegli amori che s’impose, sin dai primi anni, nel cuore del fanciullo Forgione, e che si protrasse per tutta la vita, illuminandola di vera dolcezza. Intorno agli anni cinquanta, il sabato antecedente la prima domenica d’agosto, al convento di S. Giovanni Rotondo era arrivato, da Pietrelcina, il cappuccino Fra Modestino Fucci, per procurarsi alcune strisce di marmo per la chiesa dei Cappuccini. Padre Pio gli dette fretta: — Fa’ tutto quello che devi fare e parti subito. Contro i progetti di Fra Modestino, che intendeva fermarsi per qualche giorno, il Padre si fece insistente: — Devi partire! E spiegò: — Devi partire subito! Non sai domani che cos’è?… Domani è la festa della Madonnella nostra. Oh, potessi venirci anch’io! La Madonna, imparata ad amare nella chiesa del paese natale, vista attraverso un simulacro, si fece presente — confortatrice — nei giorni bui. Padre Agostino informa che, a Venafro, nel novembre 1911, e nel soggiorno misterioso di Pietrelcina, il giovane sacerdote padre Pio, dopo paurose tentazioni, godeva «parecchie estasi, in cui ordinariamente apparivano… Gesù, la Madonna e l’Angelo custode». Padre Agostino ne riferisce i colloqui, dal 28 novembre al 3 dicembre, nei quali — con il sentito stile dell’innamorato meridionale — padre Pio ripete più volte gli appellativi: «Mammina, Mamma mia, quella Signora, la Madre tua, Mammina cara». Nell’estasi del 29 novembre, giunse a dirle: «Senti, Mammina,… io ti voglio bene più di tutte le creature della terra e del cielo… dopo Gesù, s’intende… ma ti voglio bene». In quella del 3 dicembre, così le parlò: «Sei bella. Mamma mia… io mi glorio di avere una Mammina così splendida». In un’altra estasi, le riconfermò: «Sì, sei bella… Se non ci fosse la fede, gli uomini ti direbbero Dea… gli occhi tuoi sono più risplendenti del sole… sei bella, Mammina, me ne glorio, ti amo… deh aiutami!». Che la Madonna — vera ausiliatrice — accorresse ad aiutarlo, lo testimonia padre Pio stesso in non poche lettere ai direttori spirituali. Da Pietrelcina, 26 maggio 1910: «Mi dispiace solo… di non aver mezzi sufficienti da poter ringraziare la nostra bella Vergine Maria, ad intercessione della quale io non dubito affatto di aver ricevuto tanta forza dal Signore, nel sopportare con sincera rassegnazione le tante mortificazioni, alle quali sono andato soggetto di giorno in giorno… E questa forza non credo che mi venga dal mondo». Da Pietrelcina, 2 giugno 1911: «Il comune nostro nemico seguita a muovermi guerra e finora non ha dato segno alcuno a volersi ritirare e darsi per vinto. Egli mi vuole perdere ad ogni costo… Ma molto sono obbligato alla comune nostra madre Maria nel respingere queste insidie del nemico. La ringrazi anche lei questa buona madre per tali grazie singolarissime, che tutti i momenti mi va impetrando». Veramente la Madonna gli si mostrava madre. Il Padre scrive da Pietrelcina, 1 maggio 1912: «Quante volte ho confidato a questa madre le penose ansie del mio cuore agitato! e quante volte mi ha consolato!… Nelle maggiori afflizioni mi sembra di non aver più madre sulla terra; ma di averne una molto pietosa nel cielo». Nella stessa lettera, espone addirittura la delicatezza della Madonna che lo accompagna all’altare: «Povera Mammina, quanto bene mi vuole! L’ho constatato di bel nuovo allo spuntare di questo bel mese. Con quanta cura mi ha ella accompagnato all’altare questa mattina. Mi è sembrato ch’ella non avesse altro a pensare se non a me solo col riempirmi il cuore di santi affetti». Anzi, le premure della Madonna nei suoi riguardi toccavano la ricercatezza. Da Pietrelcina, 6 maggio 1913: «Questa cara Mammina seguita a prestarmi premurosamente le sue materne cure, specialmente in questo mese. Le di lei cure verso di me toccano la ricercatezza… Che cosa ho io fatto per aver meritato tanta squisitezza? La mia condotta non è stata forse una smentita continua, non dico di suo figlio, ma anche al nome istesso di cristiano? Eppure questa tenerissima Madre nella sua grande misericordia, sapienza e bontà ha voluto punirmi in un modo assai eccelso col versare nel mio cuore tali e tante grazie». Per tanta tenerezza si sentiva «bruciare senza fuoco»: «Quando mi trovo alla presenza sua ed a quella di Gesù… mi sento tutto bruciare senza fuoco; mi sento stretto e legato al Figlio per mezzo di questa Madre, senza neanche vedere le catene che tanto stretto mi tengono; mille fiamme mi consumano; sento di morire continuamente e pur sempre vivo». E continua: «In certi istanti tale è il fuoco che qui dentro mi divora, che faccio tutti i miei sforzi per allontanarmi da loro, per andare in cerca di acqua ed acqua gelata per gittarmi dentro; ma… mi accorgo subito di essere io assai infelice, perché allora più che mai sento di non essere libero; le catene che gli occhi miei non vedono, le sento che mi tengono stretto stretto a Gesù ed alla sua diletta Madre; ed è in questi istanti che esco il più delle volte in escandescenze;… sono tentato di gridare loro in viso e chiamare crudele il Figlio, tiranna la Madre… Eccovi descritto debolmente quello che mi accade quando sono con Gesù e con Maria». Per ricompensare tanta squisitezza materna, padre Pio esplode: «Vorrei avere una voce sì forte per invitare i peccatori di tutto il mondo ad amare la Madonna». «Vorrei volare per invitare le creature tutte di amare Gesù, di amare Maria». Sicuro di tanta protezione materna, padre Pio attende la vittoria: «Il nemico… è fortissimo… La forza di satana, che mi combatte, è terribile, ma viva Iddio, poiché egli ha posto la causa della mia salute, l’esito della buona vittoria nelle mani della nostra celeste Madre. Protetto e guidato da una sì tenera Madre, rimarrò a combattere fino a quando Iddio vorrà, sicuro e pieno di confidenza in questa Madre di non soccombere giammai». Ci fu — nonostante quanto detto — un rifiuto della Madonna: negò a padre Pio una grazia (forse quella di poter rientrare stabilmente in convento) implorata per obbedire a padre Agostino. In una lettera del 1 maggio 1912, padre Pio aveva esposto le due grazie, delle quali attendeva la concessione nel mese di maggio: la prima, di morire, oppure di ottenere che «tutte le consolazioni della terra» gli fossero cambiate «in amarezze», a condizione di non rivedere più «quelle facce patibolari» dei demoni; la seconda (non espressa, ma dichiarata nota a padre Agostino), di ritornare definitivamente in convento. Tale seconda grazia non fu concessa. Peggio, la Madonna assunse un atteggiamento che fece soffrire il povero figlio non esaudito. Non ci crederemmo se non fosse padre Pio a dircelo. Da Pietrelcina, 18 maggio 1913, informava padre Agostino: «Nel ricevere l’ultima vostra, volli far presente alla Mammina la grazia che mi comandaste di sempre chiedere… L’effetto sperato non fu raggiunto, perché questa Madre santa montò sulle furie per l’ardire che ebbi di nuovamente chiedere detta grazia, di cui me ne aveva fatto un severo divieto. Questa mia involontaria disubbidienza me l’ha fatta pagare troppo a caro prezzo. Da quel giorno si ritirò da me assieme agli altri personaggi celesti… Una guerra asprissima s’impegnò da quel giorno con quei brutti cosacci. Volevano darmi ad intendere di essere stato rigettato finalmente da Dio. E chi non l’avrebbe creduto, tenendo presente il modo troppo scortese con cui fui allontanato da Gesù e da Maria!». Nonostante tutto — e qui traspare la confidenza e la resistenza filiale di padre Pio verso la Madonna — in tale «smisurata angoscia», dopo aver pianto tutte le sue lacrime, padre Pio confessa: «Ebbi appena la forza di fare questa supplica alla consolatrice degli afflitti: “Madre di misericordia, abbiate pietà di me! Dovreste intendere, Madre mia cara, che se lo feci, lo feci unicamente per ubbidire!”. Avevo appena finito d’innalzare al cielo questa breve preghiera, che mi era uscita proprio dal cuore, che già ho sentito sussultarmi il cuore… Il ghiaccio è rotto, la consolatrice degli afflitti è lì assieme al Figlio, ma quanto terrore incutevano coi loro visi severi! Mi fecero una buona lavatina di testa e rinnovarono il loro divieto. “Non ti impensierire che gli altri pensano sul tuo conto tante stranezze, noi abbiamo preso a difenderti”». Questi tocchi autobiografici — colti dall’epistolario ai direttori spirituali — inquadrano e spiegano tutta una devozione mariana, che si può focalizzare così: tenerezze per tenerezze. Fu una fra le tante tenerezze quella che padre Pio provò e descrisse nella festa di Maria Assunta, 15 agosto 1929: una apparizione della Madonna con il Bambino, mentre egli celebrava la messa. «Questa mattina — confida — sono asceso all’ara santa non so come. Dolori fisici e pene interne facevano a gara a chi più potesse martorizzare tutto il mio povero essere… A misura che mi avvicinavo alla consumazione delle Sacratissime Specie questo scempio stato cresceva e sempre più cresceva. Mi sentivo morire. Una tristezza mortale mi pervadeva tutto e tutto credevo che fosse finito per me: la vita del tempo e la vita eterna… Nell’atto di consumare la Sacra Specie dell’Ostia Santa, una luce subitanea mi pervade tutto l’interno e vidi chiaramente la Celeste Madre col Figlio Bambino in braccia che insieme mi dicono: Quietati! noi siamo con te, tu ci appartieni e noi siamo tuoi. Ciò detto non vidi più nulla”.

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