Pietrelcina. “Zì Tore, il parroco di Padre Pio”: salta la presentazione del libro
L’importante ricerca storica, scritta dal giornalista Raffaele Iaria “Zì Tore, il parroco di Padre Pio”: salta la presentazione del libro.
Don Salvatore Pannullo fu consigliere e guida, maestro e amico del giovane fr. Pio
di Lino Santillo
Nel mese di agosto e precisamente il 14 agosto alle ore 18 doveva essere presentato il libro di Raffaele Iaria dal titolo “Zì Tore, il parroco di Padre Pio”. Tale appuntamento era stato programmato per il periodo estivo nel quadro delle manifestazioni pietrelcinesi da parte del Comitato Festa “Maria Santissima della Libera”. Purtroppo, tale presentazione non è avvenuta mai. Per quanto attiene l’importante pubblicazione, davvero esclusiva per una tematica di particolare entità emotiva e di grande significato per la storia locale all’epoca della presenza del giovane fr. Pio e il rapporto con Don Salvatore Pannullo, appunto per tutti chiamato in senso affettivo zì Tore. “Molte volte ad orientare una vocazione è stata decisiva la testimonianza di un’altra anima votata senza riserve a Dio: testimonianze semplici, fatte di vita quotidiana, eppure capaci di mostrare Dio, di far percepire a tutti la sua voce, di rendere chiara, con un discernimento sapiente, la sua volontà”. È quanto scrive l’arcivescovo di Benevento, monsignor Felice Accrocca, nella prefazione al volume “Zì Tore”.
Il ‘parroco’ di Padre Pio. Don Salvatore Pannullo”, del giornalista Raffaele Iaria, edito da Tau. Si tratta di don Pannullo, un prete che si fa storia in un piccolo comune del Meridione d’Italia oggi noto a tutti: Pietrelcina; un uomo, come scrive l’autore, che “scopre la santità di un giovane che diventerà il primo sacerdote stigmatizzato della storia e tra i più seguìti al mondo: padre Pio da Pietrelcina” del quale lo scorso 16 giugno il popolo dei fedeli e devoti hanno festeggiato i vent’anni dalla canonizzazione. Don Pannullo, infatti, è stato parroco di questo centro dal 1901 al 1928.
Una figura piuttosto trascurata nelle biografie di padre Pio ma importante per essere stata accanto a Francesco Forgione nel corso della maturazione della sua vocazione religiosa e che fu per certi versi consigliere e guida, maestro e amico, prima alla vigilia dell’inizio del noviziato nei Frati Minori Cappuccini e poi nei periodici soggiorni nel borgo natio per ristabilirsi in salute.
Un sacerdote che seguì il giovane Forgione negli ultimi mesi di preparazione al sacerdozio, offrendogli istruzioni inerenti la liturgia e accompagnandoli per l’esame finale e il giorno dell’ordinazione sacerdotale il 10 agosto 1910 nel Duomo di Benevento.
E fu anche il primo a conoscere la storia delle stimmate, cosiddette invisibili, del frate, un mese dopo l’ordinazione sacerdotale. Fu davvero un legame profondo quello tra don Pannullo e il santo di Pietrelcina.
“L’arciprete mi ha sempre voluto bene”, diceva padre Pio quando si parlava di Zi’ Tore, come era chiamato in paese il parroco don Salvatore.
Il volume è arricchito da un saggio dello storico Marco Roncalli sui “parroci dei grandi”, dalla presentazione del sindaco di Pietrelcina, Salvatore Mazzone e da una postfazione del coordinatore dei Gruppi di preghiera di Padre Pio della Campania, fra Daniele Moffa, “fresco di nomina” da pochi giorni a guidare proprio la parrocchia di “Santa Maria degli Angeli” dove lo stesso padre Pio celebrò la prima messa il 14 agosto del 1910, e dove lo stesso frate stigmatizzato si faceva chiudere all’interno per pregare ai piedi della Madonna della Libera, chiamata con affetto e devozione “la Madunnella Nostra”.
Quest’ultimo sottolinea: “La vita di san Pio è circondata da altrettante vite. Tra queste spicca quella di don Pannullo, una figura quasi nascosta, nella penombra, ma tanto importante”.
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