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Il duo Vigorito-Carli riaccende gli entusiasmi in conferenza stampa

Prima conferenza stampa del neo Direttore Sportivo Marcello Carli che ha incontrato gli operatori della stampa insieme al Presidente Vigorito nella sala dello stadio beneventano. Quasi due ore di domande, risposte, impressioni, dichiarazioni e battute durante le quali però il duo Vigorito-Carli ha riacceso gli entusiasmi dimostrando di avere voglia, volontà e partecipazione. Insomma, nessun proclamo ma la promessa di voler far bene, poi ciò che verrà verrà. D’altronde lo stesso contratto triennale per Carli fa trasparire un progetto, o meglio un disegno come lo ha definito Vigorito, a più lunga scadenza. Intanto l’affiatamento tra i due è emerso già dalle battute odierne con il toscanaccio che ligio al carattere dei toscani ha mostrato di non avere peli sulla lingua con il Presidente che di rimando gli ha promesso, ho minacciato chissà, di insegnarli a parlare … in beneventano. Ad ogni modo queste le dichiarazioni fatte alla stampa.

Vigorito : “Non ho mai detto che avrei fatto il direttore sportivo. Cominciamo daccapo ma con uno spirito nuovo facendo tutti un esame di coscienza per gli errori fatti e ripartiamo. Carli è l’idea che mi girava da un paio d’anni, dopo aver sentito alcune sue interviste che sono state le più belle che ho mai sentito. Io poi sono un po’ lento a prendere decisioni ma poi le prendo. Io già dissi che dovevamo tornare ad essere una squadra genuina e l’arrembaggio al Benevento, società solida, doveva finire. Qualcuno mi ha detto devi prendere giocatori che non hanno un conto in banca perché vogliono fare soldi,  gli altri perdono tempo a contarli. Negli ultimi tempi ho smesso di fare il Presidente, affascinato dal fatto che avrei dovuto fare solo, come dicevate voi, il presidente perché davo pure fastidio ai calciatori. Io però pago per fare una cosa che mi piace e mi dà pure calore umano.  Quest’anno però abbiamo avuto una stagione fredda durante la quale non abbiamo fatto, e non lo facevamo da alcuni anni, pulizia. Dobbiamo diventate un pubblico paziente e non è bello sentire dire era più bello al Meomartini. Io spero che voi stampa sappiate supportare Carli perché siete corretti ed in buona fede. Se a volte abbiamo qualche discussione è solo perché abbiamo visioni diverse. Carli farà il direttore tecnico e non sportivo perché si occuperà anche del settore giovanile. Avevamo raggiunto l’accordo che avrebbe iniziato il 1 Luglio ed invece è già qui, un mese e mezzo prima, a lavorare gratis per costruire la squadra insieme con il prossimo allenatore ed il Presidente. Seguirà anche  il reparto giovanile nel quale ci deve essere qualcosa che non funziona perché ci classifichiamo sempre per i play off e poi veniamo eliminati quando usciamo fuori regione. C’è poi la volontà della Federazione di cambiare le regole del calcio perché l’arrivo dei dollari, per così dire, finirà per rovinare il mondo del calcio. E quando devi dire di no al trasferimento di un giovane in un settore giovanile di una squadra di serie A, avrai come risultato di avere un calciatore incazzato in giro. La scelta di Carli è per l’uomo e non per quello che ha fatto da tecnico. Probabilmente io negli ultimi due anni ho sbagliato stando lontano dalla squadra. Ho trovato Carli che mi ha fatto tornare la voglia di fare e che mi telefona ogni giorno alla stessa ora alla quale mi telefonava mio fratello. Credo che per molte decisioni ho perso tempo nel prenderle perché ho frequentato poco la squadra ma solo perché ho una azienda che ha un carico di lavoro enorme. Non ho capito che avevo anche un’altra azienda che valeva 20 25 milioni ed era il caso che mi occupassi di essa. Quando ho parlato non volevo attaccare nessuno ma volevo solo chiedere di essere vicini.”

E’ poi la volta di Carli che ha aggiunto : “Vengo anch’io da un momento non positivo ma dopo aver parlato in modo schietto e sincero, ci siamo dati la mano e penso di aver fatto la scelta giusta. Questo non vuol dire che si è sicuri di fare bene ma ci proveremo. Io e il presidente non siamo mai andati a dire prendiamo un nome. Io un nome c’è l’ho in testa ma vorrei prendere gente che vede Benevento in modo straordinario come l’ho visto io. A me interessa poco giocare in A in B o in C. Io sono felice di fare questo lavoro e se c’è un ragazzo che è bravo, vuole venire e non ha dubbi bene altrimenti se ne prende un altro. Io ho ascoltato i ragazzi, la volontà è quella di cambiare qualcuno ma poi c’è il problema dei contratti ma ad oggi non posso dire ancora nulla. Su quattro o cinque nomi siamo convinti di cambiarli poi vedremo. Sul futuro credo che i discorsi fatti prima sono sterili. Il Benevento negli anni ha fatto qualcosa di straordinario anche se oggi si è in questa situazione. Allora bisogna ripartire e questo non significa che si deve per forza vincere. Poi è chiaro che nessuno vuole perdere e quindi dobbiamo essere bravi a mettere un anima forte a questa squadra. Fare una squadra con l’almanacco non significa vincere per forza. La gente vuole una squadra fresca, vogliosa che da emozione. Quindi bisogna fare ritornare gente allo stadio che va via dopo essersi divertita. Io ho iniziato facendo il settore giovanile ed ho fatto più danni in serie A quando pensavo di essere esperto che il primo anno. Quindi io la C non la conosco ho voglia farla e non mi cambia nulla se è A o B o C. L’essere inesperto poi mi emoziona! Il calcio è uguale in ogni categoria come mi disse anni fa Galliani quando con il suo Monza calcava i campi di serie C. È chiaro che ci sono gli strascichi di una retrocessione ma l’importante è non sbagliare la persona giusta che sarà poi il nostro condottiero. Io ad Agostinelli ho comunicato che avremmo cambiato e lui è stato il primo a saperlo. Sarebbe stato scorretto altrimenti e dobbiamo partire bene. Per l’allenatore ho le idee abbastanza chiare ma non avendo ancora fatto un colloquio vero con la persona, solo dopo l’incontro anche con il Presidente e se tutti e tre restiamo della stessa idea si chiude. Non ci sono giocatori vecchi, l’importante che chi resta ha voglia di restare a Benevento. Poi gli si possono affiancare i giovani ma devono anche saper aspettare. Se prendete ad esempio Empoli devo dire che è una piazza diversa perché lì se si perdono 5 partite di fila non succede nulla. Prima di venire ho chiesto più volte al Presidente se avesse entusiasmo perché se non lo aveva allora non se ne sarebbe fatto niente: mi ha risposto pensi ad averlo lei l’entusiasmo che io di mio già ce l’ho. Ho capito di aver fatto una bischerata quando mi ha chiesto quanto era il compenso e dopo la mia richiesta mi ha subito risposto per me va bene. Poi mi ha detto che avrebbe accettato anche tre volte tanto!! In testa ho la squadra dell’ultimo anno dove ho sbagliato e non posso dimenticarlo per cui non voglio fallire di nuovo e voglio ridare un anima a questo club. Lo farei anche giocando sempre in attacco ma poi la scelta sarà del mister. Magari non sarà facile farlo ma io vorrei una squadra garibaldina che fa emozionare la curva. Sugli attuali c’è Manfredini che è un ragazzo che ha  qualità tecniche e morali ed a noi piacerebbe che restasse qui.”