Un grande evento storico per l’intera cittadina che ha dato i natali a Padre Pio. Commozione e tanta fede per la presenza di papa Francesco nel luogo mistico per eccellenza.
di Lino Santillo

Tanta emozione e particolare affetto, stima e gratitudine di tutta Pietrelcina per la gradita visita dell’attuale Sommo Pontefice avvenuta il 17 marzo 2018 a Piana Romana. Sono trascorsi 5 anni da quel giorno memorabile che è rimasto indelebile in ogni “pucinaro” (pietrelcinese) per la presenza di Papa Francesco. Ricordiamo che il Papa si è fermato nel luogo mistico per eccellenza di Piana Romana, dove si conserva l’Olmo delle stimmate invisibili, per poco tempo. Meno di un’ora la presenza del Sommo Pontefice a Pietrelcina per ripartire poi, alla volta di San Giovanni Rotondo. Come dicevamo solamente a Piana Romana, nel centro storico dove si conservano “gelosamente” le case di Padre Pio, il Convento, il Museo, la chiesa parrocchiale nessuna sosta. Intanto, sono trascorsi cinque anni, “sembra ieri” come hanno dichiarato diversi cittadini pietrelcinesi. La visita del 17 marzo 2018 è avvenuta per il centenario dell’apparizione delle stimmate a San Pio da Pietrelcina e nel cinquantesimo anniversario della morte del frate cappuccino. L’illustre ospite, venne accolto dall’arcivescovo di Benevento, Felice Accrocca, e dal sindaco di Pietrelcina, Domenico Masone. Papa Francesco si raccolse in preghiera alla Cappella delle Stimmate. La Messa verrà celebrata alle 11. Dopo aver salutato la comunità dei Cappuccini di San Giovanni Rotondo, papa Francesco lascerà San Giovanni Rotondo alle 12.45 per atterrare all’eliporto del Vaticano alle 13.45. “Il più bel regalo di Natale che potevamo avere”. L’arcivescovo di Benevento, Felice Accrocca, definì così la visita di papa Francesco sabato 17 marzo 2018 a Pietrelcina per il centenario dell’apparizione delle stimmate di San Pio e a San Giovanni Rotondo, nel 50° anniversario della morte di san Pio. “Due luoghi cari a San Pio da Pietrelcina”, sottolinea monsignor Accrocca. Ricordiamo che, il paese natale del frate stigmatizzato ha ricevuto un’altra “visita speciale”. Nel 2016 le spoglie di Padre Pio per la prima volta hanno lasciato la cripta di San Giovanni Rotondo. Dopo essere traslate a Roma per il Giubileo della Misericordia (assieme a quelle di san Leopoldo Mandic, ndr), sono state portate, dopo 100 anni, a Pietrelcina nel suo borgo natio. Va ricordato che san Pio da Pietrelcina è stato un instancabile dispensatore della misericordia divina attraverso una presenza quotidiana in confessionale, l’ha incarnata nella sua vita, perdonando tutti coloro che lo hanno perseguitato e calunniato e prendendosi cura di quanti erano nel bisogno. A tutti è nota la sua opera di misericordia sociale che si staglia sul fianco del monte accanto al convento dei Cappuccini di San Giovanni Rotondo, l’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza. Nel Santuario – centro di diffusione della spiritualità del frate – sono custodite importantissime reliquie appartenenti al santo del Gargano come il sangue, il mantello, un guanto e la stola che egli indossava nel giorno dell’inaugurazione dell’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo. Nel paese natale di Padre Pio, il Papa ha ricordato che lui “amava la Chiesa con tutti i suoi problemi, con tutti i nostri peccati”. “Incoraggio questa terra a custodire come un tesoro prezioso la testimonianza cristiana e sacerdotale di san Pio da Pietrelcina: essa sia per ciascuno di voi uno stimolo a vivere in pienezza la vostra esistenza, nello stile delle Beatitudini e con le opere di misericordia”. È con questa accorata esortazione che papa Francesco concluse il suo discorso ai fedeli raccolti a Pietrelcina, prima tappa della sua visita apostolica nel centenario dell’apparizione delle stimmate permanenti di San Pio e nel 50° anniversario della sua morte. In migliaia i pellegrini arrivarono a Piana Romana, la località dove la famiglia del santo aveva il suo appezzamento di terra e dove il giovane padre Pio aveva ricevuto “speciali doni mistici che precedettero il manifestarsi nelle sue carni dei segni della passione di Cristo”. Giovani, meno giovani, e anche un gruppo di immigrati si sono affollati per ricevere il vescovo di Roma. Tutti, si svegliarono prima dell’alba e fare una camminata non breve pur di salutare il Papa pellegrino sulle orme del “loro” santo. Papa Francesco partito alle 7 in elicottero dall’eliporto vaticano. Al suo arrivo, intorno alle ore 8, nel piazzale adiacente all’Aula Liturgica di Piana Romana, il pontefice accolto dall’arcivescovo di Benevento Felice Accrocca e dal sindaco di Pietrelcina Domenico Masone. Il successore di Pietro ha sostato brevemente in preghiera nella Cappella San Francesco davanti all’olmo delle stimmate e quindi nell’attiguo piazzale antistante l’Aula Liturgica ha incontrato i fedeli. Papa Francesco ha arricchito il testo preparato con numerosi interventi a braccio. Ha ricordato come padre Pio «mai rinnegò il suo paese, mai rinnegò le sue origini, mai rinnegò la sua famiglia». Ha sottolineato che «amava la Chiesa con tutti i suoi problemi, con tutti i suoi guai, con tutti i nostri peccati». E citando una frase del Santo («Tutti i brutti fantasmi che il demonio mi va introducendo nella mente spariscono allorché fiducioso mi abbandono nelle braccia di Gesù»), ha aggiunto: «Ma qui c’è tutta la teologia!», padre Pio, «amava Gesù, si si fidava di Lui». Sulla figura del demonio poi papa Francesco ha scherzato con i fedeli («Ma voi credete che il demonio esiste? Eh, non siete tanto convinti, eh! Dirò al vescovo di fare della catechesi»). «Questo umile frate cappuccino – ha aggiunto il Pontefice – ha stupìto il mondo con la sua vita tutta dedita alla preghiera e all’ascolto paziente dei fratelli, sulle cui sofferenze riversava come balsamo la carità di Cristo». «Imitando il suo eroico esempio e le sue virtù, – ha esortato – possiate diventare voi pure strumenti dell’amore di Gesù verso i più deboli». «Al tempo stesso, considerando la sua incondizionata fedeltà alla Chiesa, – ha proseguito – darete testimonianza di comunione – cioè essere sempre uniti, in pace fra noi, la comunione fra noi – perché solo la comunione edifica e costruisce». Discostandosi dal testo preparato, papa Francesco ha invitato tutta la comunità di Pietrelcina a rimanere unita – perché «un paese che litiga tutti i giorni non cresce», «spaventa la gente», è «malato e triste» – e a «non chiacchierare» anche mordendosi la lingua. Il Pontefice ha auspicato quindi che «questo territorio possa trarre nuova linfa dagli insegnamenti di vita di padre Pio in un momento non facile come quello presente, mentre la popolazione decresce progressivamente e invecchia perché molti giovani sono costretti a recarsi altrove per cercare lavoro». E qui, sempre a braccio, l’invito a pregare la Madonna affinché «i giovani trovino lavoro qui tra voi». «L’intercessione del vostro Santo concittadino – ha proseguito – sostenga i propositi di unire le forze, così da offrire soprattutto alle giovani generazioni prospettive concrete per un futuro di speranza». Così «non manchi un’attenzione sollecita e carica di tenerezza agli anziani, patrimonio incomparabile delle nostre comunità». «Mi piacerebbe che una volta si desse il Premio Nobel agli anziani che danno memoria all’umanità», ha aggiunto. Al termine della sua breve e intensa visita a Pietrelcina papa Francesco ha salutato la Comunità dei Cappuccini e una rappresentanza di fedeli.
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