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Il Ministro Bernini all’inaugurazione dell’anno accademico di Unisannio. Mastella : “Ora la facoltà di Medicina”

27/01/2023
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L’Università degli Studi del Sannio inaugura l’Anno Accademico 2022/2023 e celebra i suoi primi 25 anni nel segno della pace.

Il Ministro dell’università e della ricerca del Governo Meloni, Anna Maria Bernini ha presenziato questa mattina all’inaugurazione dell’anno accademico 2023/2024 dell’Università del Sannio tenutasi all’auditorium Sant’Agostino.

Dall’Auditorium di Sant’Agostino si è levato un messaggio categorico contro ogni guerra, reso ancora più incisivo dalla testimonianza della Presidente di Emergency Rossella Miccio nel suo racconto della pratica quotidiana del diritto alla cura, in territori difficili. E dalla funzione svolta dai luoghi di sapere e formazione come le università, che devono “insegnare alla gioventù a odiare la guerra”.

Tanti rappresentanti delle Istituzioni civili e religiose presenti, con il Sindaco Mastella che ha aperto la cerimonia con il suo intervento. E proprio lui, rivolgendosi al Ministro del quale ha ricordato essere grande amico da tempo, ha chiesto un impegno per poter portare a Benevento la facoltà di Medicina.

“Sarebbe ricordata anche lei nella storia della nostra comunità, come abbiamo fatto con la Falcucci, cui si deve la nascita dell’università di Benevento” ha aggiunto.

Il Rettore Carfora da parte sua ha lanciato una duplice sfida: quella dell’eccellenza e quella del territorio con possibilità di uso di spazi di crescita ed apprendimento, cosa che in altri atenei è difficile creare ma con i quali, europei o extraeuropei, bisogna essere aperti agli scambi.

Tanti i ragazzi che si sono nel tempo laureati qui e che oggi si fanno valere come persone, professionisti e cittadini e c’è anche chi contribuisce all’innovazione e crescita del territorio.

La Bernini dal canto suo ha dapprima dichiarato : “Governo pronto le aree interne hanno creato una grande offerta. Unisannio è un esempio. Sta lavorando molto bene. La nostra sfida è tenere i nostri laureati qui, quasi il trenta per cento va a lavorare fuori e non va bene. Bisogna creare un sistema per lavorare qui”.

Poi, a proposito dei medici ha aggiunto : “Bisogna fare presto, ma per formare un medico ci vogliono dieci anni. Ci tengo molto al tavolo perché dobbiamo conciliare il diritto allo studio con le possibilità che ci sono”e sulla possibilità di una facoltà a Benevento si è smarcata dicendo : “Non so, non è una risposta che posso dare io, al momento vista la complessità.”

Il discorso poi scivola sugli stipendi che sono diversi tra nord e sud ma il pensiero del Ministro è chiaro : “Nessuno ha la ricetta magica, ma dobbiamo portare i territori a un livello di equilibrio, come chiede il Pnrr“.

Prende appunti di tutto ciò che si dice e si chiede, scherza utilizzando una battuta di Troisi “Mo me lo segno” ma fa anche i complimenti all’università definita un’eccellenza. Diventando seria poi e ricordando che fino al 2026 le università hanno ricevuto fondi importanti e che la prima attività di un Governo è l’ascolto, la seconda l’azione.

La sostenibilità ha ricordato ci impone di crescere in maniera innovativa e sostenibile come prevede l’agenda dell’Onu. Esiste un solo merito: quello collettivo perchè nessuno si salva da solo. Bisogna quindi fare inclusività e sistema mettendo insieme provincia e città, con le proprie imprese e associazioni di categoria. Il Futuro è proprio fare sistema.

Il rappresentante degli studenti e delle studentesse UNISANNIO Pasquale Piantedosi ha affrontato un tema molto attuale: il disagio giovanile e le pressioni sociali che spingono i giovani verso la realizzazione individuale, la produttività, la performance. “Fuori dal minuscolo mondo ovattato dei laureati prodigio – ha detto Piantedosi – c’è la vastissima platea di studenti per cui il diritto allo studio dipende interamente dal welfare universitario: perdere i sussidi equivale a perdere la possibilità di accedere al sapere, di laurearsi, di provare a costruire per sé un futuro diverso, migliore, più libero. È questo il ritratto di una generazione, condannata a soddisfare, pur non avendo nulla in mano, le aspettative di una società sempre più individualista e competitive”.

La rappresentante Manuela Saccone ha ribadito la funzione quotidiana svolta da tutto il personale tecnico-amministrativo e bibliotecario dell’ateneo. “Sebbene ancora pressati dalla spinta verso il basso che il contesto internazionale ci presenta – ha dichiarato -, affievolendo la speranza che la soluzione alla crisi sia vicina e mettendoci di fronte quotidianamente agli effetti dell’emergenza umanitaria e sociale che è attorno a noi, non perdiamo lo spirito di iniziativa e costantemente con la nostra dedizione al lavoro attestiamo manifestazione di fiducia in questo Ateneo, nelle prospettive che quest’ultimo ci offre come individui e come lavoratori, nella consapevolezza che si è parte attiva di processi complessi che convergono verso obiettivi alti e qualificati: il futuro dei giovani, il superamento degli squilibri e dei divari economici e sociali”.

Nella prolusione sui rischi geologici il prof. Francesco Guadagno ha affrontato il tema dell’importanza del tempo, fattore fondamentale nella storia evolutiva del Pianeta Terra, analizzato nel contesto delle pericolosità geologiche. “Parole chiave – ha detto il prof. Guadagno – quali paura, processi, ricorrenza, memoria e consapevolezza sono alla base di una riflessione che richiama alle responsabilità geotiche delle istituzioni e dei cittadini. È necessario programmare e agire per gestire i rischi geologici, ambientali e antropici in un mondo che sembra essere sempre meno sicuro”.

Al termine del suo intervento, la Ministra Bernini, ha ricordato la Giornata della Memoria citando Liliana Segre: “il culto della memoria è l’unico antidote alle indifferenze”.

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