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Risorsa Idrica nelle mani delle Multinazionali, il Comitato ABC: “Tutta la politica sannita ha abdicato dalla difesa dell’acqua pubblica…”

12/12/2022
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La privatizzazione dell’acqua nel Sannio scaturisce sia dalla scellerata politica delle forze mastelliane, che vogliono la risorsa idrica nelle mani delle multinazionali, ma anche dalla pseudo opposizione che sabato prossimo al Teatro Libertà manderà in scena una conferenza sul tema.

La scelta di un teatro per ospitare questa commedia delle parti è quanto mai appropriata, poiché gli attori sono le stesse forze politiche che hanno eletto il coordinatore dell’Ente Idrico campano che spinge verso la privatizzazione. Nessuna opposizione all’interno del Consiglio di distretto è stata fatta e nessuna proposta alternativa è stata presentata per dire no alla sciagurata delibera del 25.10.2022, che ha sancito la svendita del 49% della nostra acqua alle multinazionali.

Soltanto il Comitato sannita ABC– insieme ad altre forze della società civile- sta provando a resistere ed ha presentato all’EIC la relazione del prof. Alberto Lucarelli che indica un’alternativa pubblica ancora possibile, analoga all’azienda speciale Napoli Abc, modello virtuoso ed efficiente di gestione pubblica della risorsa.

Ci auguriamo che qualcuno abbia raccontato al prof. Becchetti ed a Sergio D’Angelo, illustri ospiti dell’evento di sabato prossimo, che gli organizzatori della conferenza non hanno avuto nemmeno il coraggio di votare contro la privatizzazione, sostenendo la logica che “quando il nemico è più forte, allèati”.

Sarebbe bastato unire le forze, fare pressione su qualche sindaco indeciso e presentare una lista alternativa, ma si è preferito sottoscrivere la lista di Mastella.

Del resto cosa si ci vuole aspettare dal PD che a livello nazionale ha sempre affossato ogni legge di attuazione del referendum del 2011? Oppure cosa poteva fare Città Aperta, che si limita a parlare di cittadini di serie A e di serie B per la fornitura di acqua, ma ben si è guardata dall’incontrare il Comitato Abc per non dover ammettere che l’acqua bene comune non l’hanno mai voluta. Oppure cosa può fare Civico 22 che, dopo essersi appropriato della proposta di ripubblicizzaione, ha avuto una repentina conversione sulla via del PD, in cambio di uno scranno promesso e non mantenuto alla Camera dei Deputati?

I 2 parlamentari sanniti della destra “nazionalista”, che dovrebbero avversare con tutte le loro forze l’ingresso delle multinazionali francesi nella gestione della nostra risorsa idrica, sinora restano in silenzio ed hanno preferito non schierarsi nella vicenda EIC, per evitare scomodi ruoli di minoranza.

C’è da aggiungere che il presidente Nino Lombardi, sulla scia del suo predecessore, proprio in queste ore ha dichiarato che intende dismettere la partecipazione della Provincia nell’azienda pubblica Asea che gestisce la diga di Campolattaro.

È incredibile che proprio ora che l’acqua può divenire una risorsa per il Sannio, il pubblico voglia tirarsi indietro e lasciare spazio ad Acqua Campania Spa, soggetto interamente privato concessionario della Regione Campania, in virtù di una concessione che scadrà nel 2023.

Tutta la politica sannita ha abdicato dalla difesa dell’acqua pubblica, delegandone la gestione agli avidi speculatori privati. L’acqua bene comune non è uno slogan da utilizzare quando fa comodo, ma è una battaglia vitale che va al di là delle appartenenze di partito.

La buona notizia è costituita dai sindaci che hanno avuto il coraggio di metterci la faccia senza timore di ritorsioni politiche, provando a difendere sul serio la gestione pubblica della risorsa idrica. A questi amministratori locali va tutto il nostro ringraziamento con l’augurio che abbiano la determinazione di accogliere sino in fondo l’appello di padre Alex Zanotelli al Sannio di “difendere con i denti la nostra acqua”.

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