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Pietrelcina. Inaugurata una piazza dedicata a San Giovanni Paolo II con relativa statua

La statua raffigura in maniera tridimensionale San Pio, San Giovanni Paolo II e Wanda Poltawska.  Mazzone: “un’opera che resterà negli annali della storia locale. Grande folla per il particolare evento religioso”.

di Lino Santillo

Conclusi i festeggiamenti in onore di Maria Santissima della Libera, il bilancio è senza dubbio positivo. Anche se, per molti cittadini e pietrelcinesi arrivati dall’estero almeno per le serate precedenti a quella finale si poteva fare di più. Ci riferiamo alla mancanza della tradizionale banda musicale, dal momento che il paese natale di Padre Pio vanta una storica tradizione di più bande musicali presenti nella cittadina sannita. Intanto, prima dell’esibizione del gruppo musicale storico de “I Nomadi” i quali hanno mandato in estasi e in visibilio la massa dei presenti, arrivati da ogni località sannita, della regione e anche dal resto d’Italia, vi è stata una novità religiosa di grande rilievo, come da noi riportato all’attenzione dei lettori in largo anticipo. Ci riferiamo all’inaugurazione della piazza dedicata al compianto Sommo Pontefice San Giovanni Paolo II. Presenti il sindaco Salvatore Mazzone, amministratori comunali, il parroco – rettore fr. Giuseppe D’Onofrio, il vice-parroco fr. Daniele Moffa, altri frati cappuccini, la popolazione di Pietrelcina, l’architetto Nicola Piacquadio, come pure l’autore della statua tridimensionale e altre maestranze che hanno lavorato per l’importante opera. Il sindaco Mazzone ha ringraziato tutti per la presenza e anche tutti coloro che a vario titolo hanno permesso di portare a termine l’importante statua. Poi, il vice -parroco fr. Daniele ha illustrato la storia di tale importante opera, con riferimenti a Padre Pio, al Papa San Giovanni Paolo II e a Wanda Poltawska guarita per intercessione di Padre Pio. A seguire, la benedizione della statua e della piazza ad opera del parroco fr. Giuseppe D’Onofrio. Era il novembre del 1962. Il futuro papa Giovanni Paolo II scrisse al frate cappuccino una lettera chiedendogli preghiere per una sua amica gravemente malata. Il frate cappuccino gli rispose subito… a modo suo. Ma quale la motivazione che ha spinto l’amministrazione comunale a realizzare tali importanti lavori, quali la piaz za e la statua? Era l’inizio del mese di ottobre del 1962: mons. Karol Wojtyła, vescovo ausiliare di Cracovia, partiva per Roma, dove si teneva la prima sessione del Concilio Vaticano II. Era però in pensiero per una delle sue amiche, Wanda Poltawska (una psichiatra polacca deportata in Germania per cinque anni, durante la seconda guerra mondiale), che non stava affatto bene. Si cominciava anzi a temere una malattia grave. La diagnosi giunse il 31 ottobre: Wanda aveva un cancro al colon e si sentiva incapace di dirlo al marito Andrzej – la paura di immaginarlo solo con le loro quattro figlie ancora piccole, nonché la paura di morire nel breve periodo, la paralizzavano. Decise di scrivere allora una lettera a Karol Wojtyła, l’amico spirituale di sempre, per confidargli la cattiva notizia. Il futuro papa le rispose chiedendole di “battersi per la sua salute e per la sua vita”, e di “dire tutto al marito”. Qualche giorno più tardi, Wanda Poltawska prese la decisione di farsi operare. La data era stata fissata al 22 novembre. Sabato 17 novembre si recò in ospedale per degli esami medici preparatorî: sapeva di non avere possibilità di guarigione, ma Wanda decise di combattere fino alla fine. Giovedì 22 novembre, con gli ultimi esami prima dell’operazione, i medici notarono con stupore che il tumore… semplicemente era scomparso. “Non capisco… non ho neppure pregato per chiedere il miracolo… allora chi l’ha chiesto?”, annotava sbalordita quella sera stessa nel suo diario? Per saperlo, bisogna tornare al 17 novembre, giorno del suo esame preparatorio in ospedale. Quel giorno, mons. Wojtyła aveva scritto (in latino) una lettera a Padre Pio: “Reverendo Padre, le chiedo di pregare per una donna di 40 anni, madre di quattro figlie, originaria di Cracovia in Polonia (durante l’ultima guerra ha passato cinque anni in un campo di concentramento in Germania), oggi gravemente affetta da un cancro e in pericolo di morte: per intercessione della Santa Vergine Dio abbia pietà di lei e della sua famiglia. La lettera gli venne trasmessa mediante un amico di Karol Wojtyła, mons. Deskur, che allora era referente della Pontificia Commissione per il Cinematografo e la Radio. L’indomani, domenica 18 novembre, in serata, il cappuccino l’aveva già tra le sue mani. Il frate santo non rispose mai a Karol Wojtyła, ma qualche giorno più tardi sembrò che un miracolo si fosse prodotto: il Polacco se ne convinse fortemente, la sua amica era guarita. Allora il futuro papa scrisse al Cappuccino una seconda lettera per esprimere la propria gratitudine: “Reverendo Padre, la donna di Cracovia è stata guarita istantaneamente il 21 novembre, proprio prima dell’intervento chirurgico. Rendo grazie a Dio. E ringrazio anche lei”. Non desta meraviglia che Giovanni Paolo II sia diventato un ardente difensore di Padre Pio: la sua beatificazione ha avuto luogo il 2 maggio 1999, in Piazza San Pietro a Roma. Tre anni più tardi, il 16 giugno 2002, Giovanni Paolo II ebbe la gioia di canonizzarlo. Il miracolo di Wanda non fu presentato nella causa di canonizzazione del Cappuccino. Come osservò all’epoca mons. Deskur: “I miracoli impetrati da un servo di Dio durante la sua vita non facilitano la causa di canonizzazione”. Quanto a Wanda Półtawska, sta ancora benone: la donna guarita mediante l’intercessione di Padre Pio ha appena festeggiato, lo scorso 2 novembre 2021, il proprio 100mo compleanno. Infatti, alla stessa Wanda Poltawska sono state consegnate dal comune sannita le chiavi della città, per rinsaldare il legame sempre più stresso tra San Pio, San Giovanni Paolo II e la stessa Wanda Pòltawska. Ecco allora, la brillante idea di dedicare una piazza a San Giovanni Paolo II.