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Cacciano PD: “Il Congresso sarà il luogo del confronto” Le riflessioni del Partito Democratico a margine dell’Assemblea Provinciale del 5 giugno

07/06/2021
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Come si ricorderà, dopo la convocazione dell’Assemblea degli iscritti da parte del segretario del partito Carmine Valentino, aveva fatto seguito   l’intervento del Presidente del partito Rossano Insogna che aveva definito illegittima la convocazione, dicendosi “estromesso” dalle sue funzioni.

Poi, è seguita la missiva del segretario regionale Leo Annunziata che sosteneva anch’egli l’illegittimità dell’assemblea e l’intervento di Raffaele del Vecchio che chiedeva le dimissioni di Valentino.

Oggi, le dichiarazioni di Giovanni Cacciano – vicesegretario del Partito Democratico che indica nel congresso il luogo opportuno di discussione e  confronto franco e costruttivo invocato dalla minoranza.

“A margine della bella e partecipata Assemblea di sabato scorso a Molinara, – scrive Cacciano –  ci permettiamo di avanzare alcune brevi riflessioni.

Anzitutto è opportuno e necessario chiarire che il Segretario Provinciale, nel proporre di aderire alla prima «finestra congressuale» del prossimo mese di luglio, ha anche inteso favorire, anticipando i tempi rispetto alla naturale scadenza del mandato di fine ottobre, quella discussione e quel confronto franco e costruttivo invocato dalla minoranza.

Quale occasione migliore di un Congresso per rilanciare, rigenerare e legittimare la linea politica e la classe dirigente di un partito?

Peraltro, appare oltremodo «ingeneroso e sgarbato» invocare le dimissioni di un Segretario che, aprendo la fase congressuale, ha solennemente ribadito in assemblea quanto già anticipato lo scorso settembre, ovvero la sua «non ri-candidatura» alla guida del partito.

Giova anche ricordare, fuggendo da ogni intenzione polemica, che le proposte del segretario sono state approvate con voto unanime dall’Assise Provinciale. Certo, mancavano i 12 (dodici) componenti effettivi firmatari della successiva richiesta di dimissioni. Sarebbe stato auspicabile che tale richiesta fosse presentata e motivata in assemblea. Così non è andata e ce ne dispiace.

La linea politica della Federazione Provinciale di Benevento, similmente a tutte le federazioni d’Italia, è patrimonio esclusivo, statutariamente garantito, dei livelli territoriali del partito. Invocare, ogni volta, «interventi esterni», oltre che infondato è anche dannoso per le sorti di quella comunità che si intende – almeno così vien detto – rafforzare e difendere.

Accadde qualcosa di simile lo scorso gennaio allorquando il PD Sannita, tra i primi in Italia, sottoscrisse un formale accordo con il Movimento 5 Stelle in vista delle elezioni di Benevento. Da quell’atto è poi nata «Alternativa per Benevento», l’ampia Coalizione che si appresta a sfidare Mastella con Luigi Diego Perifano candidato sindaco. I «contestatori di allora» (gli stessi di oggi) sostenevano, invece, che bisognasse allearsi con Mastella nel frattempo passato di nuovo nel centro sinistra, nel suo ultradecennale «viandare» da destra a manca.

Sul punto, si argomentava di fantomatici «schemi regionali» per giustificare l’imprescindibile necessità di un’alleanza con l’attuale sindaco di Benevento da parte del PD Sannita, anche allora tacciato di irresponsabili «fughe in avanti»… È accaduto, dopo 4 mesi, che quell’accordo siglato a Benevento sia stato «replicato» anche a Napoli.

Questo è il (non detto) punto politico che, a nostro avviso, soggiace alla polemica di questi giorni circa l’Assemblea di sabato scorso. Un’Assemblea che, è bene precisarlo, in presenza dell’80% dei suoi componenti non ha deliberato nulla di trascendentale. Ha sostanzialmente indicato, su richiesta del nazionale, il periodo congressuale, anticipandolo al prossimo mese di luglio, anche per venire incontro alle condivisibili istanze di confronto e di rilancio del partito emerse nel dibattito interno. Ha approvato, poi, il Bilancio confermando, infine, il sostegno politico ad Alternativa per Benevento e al suo candidato Sindaco.

Gli attuali organismi del partito, piaccia o meno, sono stati democraticamente eletti nel congresso del 29 ottobre 2017 con il contributo e il sostegno anche dell’attuale minoranza. Ci rendiamo conto che 4 anni siano un’era geologica in politica e nelle vicende partitiche. Si pensi che ancora a febbraio di quello stesso anno figuravano tra le fila del PD Pierluigi Bersani e Matteo Renzi!

Le cose cambiano, sovente in politica in modo rapido, e i Congressi, per i Partiti, rappresentano i luoghi e i momenti deputati a «far emergere e rappresentare» nuovi equilibri, ad un tempo aggiornando e innovando le proprie classi dirigenti.

Apprestiamoci, dunque, all’appuntamento congressuale con spirito sereno, dismettiamo gli abiti della polemica e indossiamo quelli del leale confronto e della competizione democratica che è aperta, onde fugare dubbi e incomprensioni, anche ai tesserati dell’anno in corso, in coerenza con la formale apertura del tesseramento 2021 disposta da Enrico Letta il 9 maggio.

Rifuggiamo, infine, ogni inflazionata polemica sul tesseramento cui attendono, in via esclusiva, i competenti Ufficio Adesioni e la Commissione di Garanzia. Trattassi di procedure, accessibili anche online, che non toccano gli organismi politici del partito ancorché, ci si consenta, risulti quantomeno «eccentrica» la pretesa di iscriversi ancora per l’anno 2020 alla data di giugno 2021!”

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