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AltraBenevento :” La designazione di Perifano come candidato della “coalizione del buon governo” puzza di vecchio”

27/04/2021
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“Perifano non è un buon candidato per l’alternativa”.

E’ quanto scrive Gabriele Corona che poi così chiarisce il perchè di quanto sopra : “Mastella allude all’adesione di Perifano alla massoneria, scelta personale e legittima, ma l’avvocato non ci piace come candidato sindaco per altri motivi. Mastella e Perifano hanno concluso il primo round preelettorale senza chiarire le velenose reciproche allusioni a pressioni e trattative misteriose per il biodigestore-inceneritore e la centrale a turbogas. Perifano ha scritto “Lo stesso Sindaco non ha mai smentito di essere stato il propiziatore del progetto di un biodigestore da 120.000 tonnellate annue di rifiuti nell’area industriale di Ponte Valentino”; Mastella ha risposto “non propizio nessuno. Se propiziare nel lessico forse segreto con cui nel segreto l’avvocato Perifano discute con i suoi amici significa bocciare, io ed il Consiglio abbiamo bocciato quanto ignobilmente mi viene addebitato. Altri, che Perifano conosce molto bene, hanno tentato invece di propiziare qualcosa, scomodandosi dalla propria poltrona per raggiungermi nella mia abitazione in pieno primo lockdown e non certo per amicizia”. Non è dato sapere chi è il personaggio misterioso che tra febbraio ed aprile 2020 è andato a casa Mastella per “propiziare” e se c’è relazione con le improvvise e misteriose dimissioni, poi ritirate, del sindaco in quel periodo, con relativa ricomposizione di Giunta e maggioranza. Si comprende, invece, che anche in questo scambio di battute tornano gli avvertimenti e le allusioni ai rapporti di affari per i due progetti di biodigestore, uno nella zona industriale di Benevento e l’altro nella zona industriale di San Nicola Manfredi. Si tratta di delicate scelte che ci riguardano tutti e quindi non possiamo continuare ad assistere a volgari rappresentazioni politiche con linguaggi criptici, senza poter comprendere cosa effettivamente gli amministratori decidono sulla nostra pelle, soprattutto in periodi così difficili. Si capisce anche che Mastella, quando scrive di “lessico e discussioni segrete” di Perifano si riferisce al fatto che l’avvocato è aderente ad una delle logge massoniche della città, cosa nota da tempo a gran parte del mondo politico e ai giornalisti ma che continua ad aleggiare anche nella cosiddetta coalizione di centro-sinistra che non lo ha ancora indicato, ufficialmente, come candidato sindaco. Ieri, però, Erminia Mazzoni, dell’associazione Città aperta, lo ha esplicitamente proposto. Per sgomberare il campo da possibili equivoci, chiariamo subito che la candidatura di Perifano non ci piace per niente, indipendentemente dalla sua adesione alla massoneria, che è una scelta personale e legittima. Erminia Mazzoni lo propone perché l’avvocato ha “esperienza amministrativa e istituzionale, competenza politica e dinamismo dimostrati sul campo, capacità di interloquire ai tavoli di tutti i livelli.” Non c’è dubbio, queste sono qualità che Perifano possiede, ma non sono sufficienti. Grazie alla sua adesione al centro-sinistra ha ricevuto molti incarichi istituzionali in vari enti ed amministrazioni, ma non ha mai dato una mano, soprattutto negli ultimi anni, ai pochi che si sono opposti a Mastella e al suo modo di esercitare il potere politico. Quindi l’avvocato non ha dimostrato sul campo quali sono le sue scelte programmatiche diverse da quelle di Mastella, del “partito del mattone” e delle solite famiglie che da anni vivono di incarichi e risorse pubbliche. La stessa designazione di Perifano come candidato della “coalizione del buon governo” puzza di vecchio: ufficialmente è stata proposta ieri da Mazzoni, ma di fatto imposta da tempo, prim’ancora del confronto sul programma, grazie alle ambizioni egemoniche del PD (nonostante le tre correnti interne), alle ambizioni dei soliti esponenti della sinistra sinistrata e alle manovre dei tanti, troppi, rappresentanti politici che hanno più volte dimostrato di aver ben acquisito i metodi del “viandante” passando più volte, non grande naturalezza, dalla opposizione alla maggioranza o viceversa, pur di compartecipare alla gestione della “cosa pubblica”.

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