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Vicenda Terminal-Piazza Risorgimento,Pepe: “Palazzo sul Terminal bus non sono rispettate le norme per il Progetto di Finanza”

“Il privato non può investire solo il 25% del costo”.

Fausto Pepe

Scrive Fausto Pepe ex sindaco di Benevento:

“Ho letto l’ultima “puntata” di Altrabenevento relativamente alla vicenda del Progetto di Finanza di Piazza Risorgimento e area Terminal, presentato dalla LUMODE, e ricordo come io stesso in un Consiglio Comunale del novembre 2016, espressi notevoli perplessità.

Di fatto il Progetto di Finanza ad iniziativa privata presentato dalla LUMODE al Comune di Benevento, ai sensi dell’art. 183 comma 15 del D.Lgs 50/2016, ha diversi problemi procedurali, nel senso che non ha di fatto ottemperato alle procedure più elementari della legge sui LL.PP., del Codice dei Contratti e direttive ANAC.

Innanzitutto manca la scelta del Promotore privato, tramite atto di delibera di Giunta Comunale, nella quale doveva essere allegato obbligatoriamente la relazione del Responsabile Unico del Procedimento relativamente alla fattibilità tecnico economica del progetto, redatta secondo le disposizioni normative vigente (Codice dei Contratti).

Nella stessa Delibera di Giunta si sarebbe dovuto inoltre dare atto, che la proposta della LUMODE fosse inserita nel Programma triennale delle opere pubbliche (art. 21 D.Lgs 50/2016), come Progetto di finanza ad iniziativa privata, che sulla stessa area non vi fosse mai stato un intervento previsto né pubblico né privato, e che ci fosse effettivamente un interesse pubblico.

Ma la cosa più importante, e per alcuni versi sconvolgenti, è che manca in tutti gli atti proposti su questo argomento, l’attestazione che l’impegno economico del Proponente (LUMODE) non sia inferiore a quanto previsto dall’art. 165 comma 2 del D.Lgs 50/2016, e cioè il 51%. Nella fattispecie ci troveremmo rispetto ad un finanziamento pubblico (Piano Periferie) di circa il 75%, a fronte di un impegno del Promotore privato di circa 25% (danno erariale);

Lo stesso progetto proposto dalla LUMODE, sempre ai sensi dell’art. 183 comma 15 del D.Lgs 50/2016, non è mai stato sottoposto al Consiglio Comunale, per prendere obbligatoriamente atto della proposta del Promotore e delle relative dichiarazioni di parte circa il possesso dei requisiti tecnici ed economici.

Ma vi è di più, il Consiglio Comunale avrebbe dovuto verificare, su proposta della Giunta Comunale e quindi del RUP, la conformità degli atti proposti ai sensi di quanto previsto dall’art. 183 del D.lgs 50/2016, e quindi del Piano Economico Finanziario e dello schema di convenzione presentato, ed esprimersi obbligatoriamente (ai sensi dell’ art. 42 del D.lgs 267/2000) in merito alla gestione del servizio proposto ed assegnato alla LUMODE per i prossimo 30 anni (parcheggi e terminal), oltre che sulla variante al PUC (progetto non conforme), e decretare “l’interesse pubblico” della proposta progettuale di Progetto di Finanza ad iniziativa privata.

Sempre nella deliberazione del Consiglio Comunale resta obbligatorio acquisire il parere dei revisori dei conti, che sono competenti ad esprimersi ai sensi dell’art. 239 del TUEL, sia relativamente al ricorso al project financing, da ritenersi strumento di finanza innovativa, sia relativamente alla modalità di gestione del servizio terminal e parcheggi.

Ricordo infine che l’ANAC prevede per i progetti di finanza ad iniziativa privata, che il Consiglio Comunale determini la effettiva “traslazione del rischio economico”  in capo al gestore (concessionario), posto che “ai fini della corretta qualificazione giuridica, il  contratto di concessione differisce dall’appalto perché il concessionario, a  differenza dell’appaltatore, assume  su di sé il rischio di non riuscire a recuperare gli investimenti effettuati e  a coprire i costi sostenuti per erogare i servizi oggetto del contratto in  condizioni operative normali”.

Di fatto il Consiglio Comunale di Benevento ignora l’esistenza in atti di questa proposta privata di Progetto di Finanza “LUMODE”, che ricordiamolo a chi non vuole intendere, chiede con un finanziamento pubblico (bando delle periferie) addirittura del 75% del costo della singola opera (non dell’intero programma), cosa questa, come detto prima, assolutamente contro la norma”.