“Non ho alcun interesse ad alimentare polemiche, meno che mai con chi, per rifarsi una verginità, percorre la strada dell’insulto o della contrapposizione irriducibile.
Accanto al «pensiero inutile» esiste la categoria interpretativa dei «senza pensiero» formata in genere da coloro che «hanno vissuto di politica», sulle spalle della collettività, senza alcuna idea che non fosse legata alla propria sopravvivenza ed a chi, in quel preciso momento, apparisse in grado di continuare a garantirgliela.
Rinvio, sul punto, alla acuta lettura psicologica di una giornalista sannita: «la sindrome rancorosa del beneficiato»”.
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