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CGIL, “con l’acqua pubblica tenere la barra dritta, il controllo è potere”

La CGIL di Benevento aderisce alla manifestazione indetta dal Comitato Sannita Acqua Bene Comune per sabato 13 giugno, ritenendo che vada difeso l’utilizzo dell’acqua pubblica e garantito il diritto costituzionale alla consultazione popolare. Il Comune della Città capoluogo deve accelerare il percorso per l’indizione del referendum consultivo comunale richiesto da più di 3.200 cittadini.

“Ribadiamo la scelta compiuta nel 2011 di sostegno e di promozione del referendum popolare per l’acqua pubblica quale diritto universale inalienabile, convinti che ora sia necessario difenderne l’esito rispettando la volontà popolare dei 23 milioni di elettori che si espressero a favore dell’acqua bene comune, bene da tutelare e sottrarre alle logiche di mercato. A nove anni dal referendum resta l’allarme sul destino dell’acqua pubblica, nelle nostre zone, in Italia, nel mondo.
L’acqua pulita è un bene naturale universale e fondamentale per l’umanità e per tutti gli esseri viventi, fonte di nutrimento e salute, risorsa vitale del pianeta da tutelare e proteggere con tutti i mezzi tecnologici e scientifici possibili, cominciando dall’evitare sprechi – vedi le innumerevoli
perdite nei percorsi per raggiungere i rubinetti domestici – e incentivando il risparmio del consumo. Va chiaramente detto che l’utilizzo quotidiano dell’acqua, per tutti gli usi che ne facciamo, è un privilegio di una parte minoritaria della popolazione mondiale, la parte più ricca, con conseguenze
drammatiche: circa 10 milioni di morti l’anno per malattie legate alla mancanza di acqua o ad acqua contaminata o a misure igieniche inadeguate. Si pensi ai ripetuti consigli riguardo l’uso dell’acqua
per l’igiene arrivatici da tutte le parti per contrastare l’epidemia da coronavirus. Inoltre, in molte zone del mondo la gestione dei flussi d’acqua è utilizzata come strumento di controllo delle popolazioni e arma di guerra.
L’acqua potabile non è una “merce” qualsiasi. L’uso, la possibilità di utilizzarla fa la differenza, accresce le disuguaglianze, peggiora le condizioni materiali di vita della parte più debole delle
società cosiddette avanzate e delle popolazioni meno “sviluppate” economicamente. Avere disponibilità di acqua pulita è un diritto universale. Che la cittadinanza possa esprimersi sulla sua gestione è utile e giusto. Si chiama democrazia!”.