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Stregati da Sophia. Salvatore Natoli in Piazza S. Sofia per “Filosofia in piazza”

Primo appuntamento di Filosofia in Piazza, incontri serali di Filosofia organizzati dall’Associazione ” Stregati da Sophia” insieme all’Università degli Studi del Sannio.

Non solo filosofia pura ma anche uno sguardo al tema della serata in prospettiva diversa, quella della danza, che ha voluto rappresentare le persone di colore all’opera nei campi. Ed infatti ad aprire la serata è stato proprio un balletto della Compagnia di Benevento diretto da Carmen Castiello che ha proposto “Rhapsody in Blue” su musiche di Gershwin. Sul palco Giselle Marucci, Ilaria Mandato, Sara Scudieri, Antonio Bisogno, Mirko Melandri ed Angelo Riccio.

Prima della lectio magistralis i saluti del Sindaco Clemente Mastella, al quale è stata consegnata una statuina, simbolo della manifestazione. Il primo cittadino si è detto entusiasta di poter avere in piazza, con ospiti illustri, temi di qualità, temi, quelli filosofici, che  la prof. Carmela D’Aronzo ha aggiunto, sono nati e vissuti proprio nelle piazze. Carfora, neo rettore dell’Università degli Studi di Benevento che insieme all’associazione ha organizzato gli incontri, non ha nascosto però il suo timore che un tema così importante potesse avere qualche problema a riempire la piazza ma, visto come è andata la prima serata, i suoi dubbi possono dirsi superati. Ma, in tempi come quelli odierni, dove i cambiamenti sono repentini, le riflessioni sono importanti.

E’ quindi la volta finalmente di Salvatore Natoli con la sua lectio magistralis sul  tema: “Concordia discors. Conciliare gli opposti, mescolare i diversi”. Natoli ha disquisito sul significato di armonia e della sua  connessione con altre autonomie, condizione essenziale affinchè non si generino conflitti e confusione. Così come il concetto di potenza, ossia una forza finita, che per poter diventare realmente tale deve entrare in armonia con altre potenze cosicchè da potersi espandere. Tutto facile allora partendo da questi concetti ? Niente affatto. La realtà è conflittuale, un conflitto distruttivo perchè ogni potenza si ritiene autosufficiente. Il filosofo poi parla del desiderio, che tende a voler tutto perchè si crede onnipotente pretendendo di essere infinito, e questo poi diventa egoismo con la presunzione di autosufficientza. Poi la morte che in effetti è distruzione ma anche rinnovamento perchè la vita nasce dalla morte e così via diventando così, nella loro contrapposizione, solo una variazione di ritmo. Ma la morte che gli uomini si infliggono reciprocamente è malvagità, è un momento di disarmonia con momenti diversi quindi con la morte dove la vita si rigenera e morte dove la vita viene tolta ed interrotta non consentendo così di giungere al suo momento più alto per poi divenire al tramonto. Non si muore male solo se non si muore soli ma si può morire in armonia solo se si è vissuti in armonia. Ma il nostro è un mondo di sopraffazione dove ci si crede potenti all’infinito.