venerdì 19 Aprile 2024 Bocchino e Viespoli invitano a votare Lega per avere “una svolta” | infosannionews.it venerdì 19 Aprile 2024
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Bocchino e Viespoli invitano a votare Lega per avere “una svolta”

23/05/2019
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Conferenza di MezzogiornoNazionale e di Benevento Libera questo pomeriggio per spiegare le ragioni dell’appoggio alla Lega in queste elezioni Europee.

 

Su una cosa sono d’accordo Bocchino, Mignone e Viespoli : è fondamentale andare al voto, per non dare la possibilità ad altri di decidere per nostro conto. Altrimenti, ha detto Viespoli in chiusura, si va verso la democrazia oligarchica che è quella che ha fatto eleggere De Magistris a Napoli, con una percentuale bassisima, assurda.

Ma andiamo per ordine. L’incontro è stato aperto da Luigi Bocchino che ha chiesto un consuntivo delle vicende europee degli ultimi 5 anni. Perchè si fanno sempre i preventivi e mai consuntivi. Ed allora nel particolare ha ricordato che la volta scorsa la sinistra ebbe il 40% e quindi ha governato prima con Letta appoggiato da Berlusconi, poi con Renzi con i fuoriusciti del cavaliere e poi con Gentiloni mentre in Europa avevamo anche un Presidente tal Tajani.In questi 5 anni però ha detto Bocchino, l’Europa rispetto alle altre potenze mondiali ha fatto passi in avanti ? E Italia ha fatto un passo in avanti e che peso ha avuto ? La risposta è negativa perché l’Europa non è riuscita a coagulare una vera politica in nessun campo. Il PD, dal canto suo, non è riuscito ha fermare le mire egemoniche francesi e tedesche. L’Italia, quindi, non è riuscita ritagliarsi un suo posto in Europa. E qual è quindi il suo ruolo e quali sono i suoi interessi, in modo che ci possano essere ricadute economiche anche sull’Italia ? Occorre una svolta e la si può avere solo con un voto alla Lega. Nell’ immaginario comune, ha continuato Bocchino, la lega è vista come un partito anti meridione ma questo era la lega di 25 anni fa. Oggi invece la lega è per la difesa del territorio e delle aree interne e per avere meno burocrazia. In questa provincia, ha concluso Bocchino, non bisogna dimenticare che è prevista crescita zero e questo è drammatico.

Dopo Luigi Bocchino la parola è passata ad Alberto Mignone che si è chiesto se ci sentiamo parte della Europa. Ma siamo purtroppo una nazione che, sebbene fondatrice dell’unità europea, non riesce pero ad intercettarne i fondi . Dal governo centrale e regionale a guida sinistra, poi,  non abbiamo ricevuto nulla con gli stessi fondi dirottati su Roma capitale e sull’expo. Al popolo  però, bisogna parlare chiaro, ha detto,per avere risposte. C’è uno scollamento tra la base e la politica e c’è il cosidetto voto di pancia perche l’Europa la vediamo distante. Nel passato abbiamo avuto milioni di ingressi senza poter soddisfare sia i bisogni di chi veniva sia di chi c’era. Ma, ha continuato,  non vi viene il dubbio che il tutto era solo un business? Quello che poteva essere in proposito una normale rivendicazione di interessi nazionale è diventato invece scontro interno mentre occorre essere uniti e mostrare all’esterno una immagine coesa.
È questo un momento particolare, con un governo dell’ultimo anno che ha una guida non ben precisa. Ci sono versioni contrastanti ma nessuno ha detto che bisogna abbandonare l’Europa ma c’è bisogno di un cambio di rotta perchè non è uscendo dall’Europa che si risolvono i problemi. I nostri rappresentanti sanniti però non hanno mai fatto niente per la nostra terra ed invece quando si va in Europa con un programma bisogna rispettarlo. Ad ogni modo bisogna comunque andare a votare perché altrimenti dopo non bisogna lamentarsi se chi ci rappresenta non lo fa come dovrebbe.

L’ultimo intervento è riservato a Pasquale Viespoli che ha spiegato che è stata voluta questa iniziativa per restare traccia di un dibattito pubblico che qui non esiste più. E questo porta un arretramento del Sannio perché manca una visione di città. La questione dimensionale difatti è talmente concreta che non la si può neanche immaginare. I numeri dicono che un prossimo domani solo la Germania si siederà al tavolo dei grandi e la stessa Europa deve essere al passo con i tempi. Le strutture produttive e le aziende oggi sono troppo piccole e devono fare filiera perché hanno oneri enormi e vivono grosse difficoltà. Oggi la Lega tenta di diventare un partito nazionale perché si è reso conto che il nord da solo è troppo piccolo senza il sud per poter dialogare con le altre potenze internazionali. Storicamente in Italia tutte le svolte non si sono determinate autonomamente ma si sono sempre intersecate con le grandi scelte internazionali.
Quando Ciampi chiuse l’operazione con l’Europa per potervi entrare la fece a scapito del sud. Se ti tolgono la moneta o la manovra fiscale tu paghi due volte. Quando accusano il mezzogiorno di assistenzialismo e vero ma il sud è andato in crisi perché se non hai la tua moneta non riesci a difenderti. Quando prima avevi problemi, facevi una svalutazione e restavi in competizione mentre oggi invece si pagano le crisi che poi si scaricano sul sud. Il sud deve recuperare un orgoglio di sé riconoscendo che però c’è stata in passato una deriva. Una unità nazionale oggi non c’è perche non c’è unità di destino. L’unità è e deve essere un traguardo,   una conquista da recuperare
Quindi oggi l’Europa è solo un campo di azione dove la politica muore ed i burocrati vincono. I leghisti sanno che per competere in Europa devono recuperare il sud perché è una piattaforma per il mediterraneo. Salvini è partito in modo territoriale ed è arrivato nazionale mentre gli altri della destra sono nati nazionali e sono arrivati territoriali.
La sovranità appartiene agli stati e se è così il populismo non basta ma è il sovranismo che deve esserci. Hanno tolto il mezzogiorno dalla costituzione  inserendo un depauperamento del potere nazionale perché hanno inserito che lo stato è composto dal comune provincia e regione. Quindi è un disegno che aveva già in testa la sinistra. Questo è il motivo per il quale bisogna parlare con  Salvini, non da accattoni, ma bisogna parlarci.

In città poi si  perde di credibilità. Invece di parlare di job acts dobbiamo parlare di cariche che hanno durate semestrali dopo le quali si cambia sullo stile “vieni avanti cretino”.
Tornando al  titolo quinto della costituzione, la stessa da la possibilità alle regione di chiedere maggiori competenze e le hanno chieste. Ma non a parità di costi!
Stiamo andando verso la democrazia oligarchica senza popoli  che è poi  quella che ha fatto eleggere De Magistris a Napoli con una percentuale bassisima, assurda.

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