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Benevento. Verso il Referendum Comunale per la Gestione Pubblica dell’Acqua.

Ieri sera 26 ottobre 2018 si è tenuta al Piccolo Teatro Libertà un’assemblea pubblica per presentare il percorso referendario che porterà il prossimo 18 novembre (data scelta simbolicamente perché è la data in cui si svolgerà a Brescia l’analoga consultazione) all’inizio della raccolta delle firme necessarie allo svolgimento del referendum per la gestione pubblica dell’Acqua per la Città di Benevento.

Un’assemblea pubblica, organizzata dal Comitato Sannita Acqua Bene Comune, e dalle organizzazioni territoriali Associazione Io x Benevento, Comitato Rione Libertà, Comitato Santa Clementina, Comitato Contrade Madonna della Salute e Montecalvo.
Ad aprire l’assemblea è stato Luigi De Giacomo, del Comitato Sannita ABC, che ha ribadito la decisione di dare inizio al percorso referendario cittadino, decisione che risponde alla necessità di stabilire nuovamente, nonostante la vittoria del referendum nazionale, il principio dell’acqua pubblica e bene comune: dal 2011 si attende che il Parlamento approvi una legge attuativa di quella volontà popolare, e il Comitato afferma la volontà ferma di scrivere una pagina di democrazia partecipata e di attuazione della Costituzione per la Città di Benevento e per tutti i Comuni del Sannio, sottolineando la propria posizione apartitica e inclusiva. L’esercizio della sovranità popolare, che da Costituzione italiana appartiene al Popolo, è un diritto basilare, ma anche un dovere fondamentale per ogni cittadino e cittadina di questo Paese.
Giuseppe Schipani, presidente dell’Associazione Io x Benevento e del Comitato di quartiere Rione Libertà, ha affermato con forza che si deve iniziare a capire che le gestioni politiche stanno dimenticando i diritti fondamentali: privatizzare la gestione dell’acqua è un attentato ad un diritto primario, facendo tassare un bene di tutti, e senza ricevere in cambio servizi decenti. Lamentarsi passivamente però non ha senso, dobbiamo combattere uniti sui grandi temi come l’acqua, la sanità, l’ambiente, l’energia e il lavoro. Insieme, e solo insieme, la comunità può difendere e tutelare il proprio diritto ad essere tale, e quindi gli altri diritti inalienabili.
I Comitati di quartiere e di contrada, rappresentati da Giovanni Tretola (Contrade Madonna della Salute e Montecalvo) e Claudio Rocco (Santa Clementina), hanno espresso la preoccupazione soprattutto delle aree più periferiche della città di Benevento, rispetto alle azioni di Gesesa e Comune, di voler privatizzare la maggior parte dei servizi essenziali. L’acqua è bene primario e pubblico che non può essere negato e privatizzato: in questa città Gesesa ha tagliato l’acqua a cittadini morosi quando la legge garantisce almeno il 25% della fornitura d’acqua anche a chi non riesce a pagare le bollette.
Per il Comitato Sannita ABC sono intervenuti poi Giovanni Seneca, presidente, e Marco Iamiceli, socio fondatore e presidente dell’Associazione Paese dell’Acqua.
Giovanni Seneca ha ricordato che in Italia 27 milioni di persone sono state tradite perché il processo di privatizzazione sta proseguendo. La gestione dell’acqua a Benevento è già privata, vista la partecipazione forte di Acea e del Gruppo Caltagirone, tramite la controllata Gesesa, e si vuol far passare la grande bugia che però l’Acqua è pubblica… Il Comitato si inspira anche alla “Laudato sì” di Papa Francesco, il quale ha affermato a chiare lettere che “ogni privatizzazione del bene naturale dell’Acqua, che vada a scapito del diritto umano di potervi accedere, è inaccettabile”. Il primo obiettivo che il Comitato Sannita ABC intende raggiungere è la raccolta delle 3000 firme necessarie per richiedere l’indizione del Referendum, così come previsto dallo Statuto Comunale di Benevento. Il comitato continuerà l’azione sul territorio e nei quartieri

affinché si possa raggiungere un grande risultato, come auspicato durante la manifestazione di piazza del 15 giugno nella quale padre Alex Zanotelli ed il prof. Alberto Lucarelli, i quali hanno dato un impulso fondamentale alla possibilità di rendere effettivamente pubblico un bene primario come l’acqua nel Sannio.
Marco Iamiceli ha ripercorso brevemente le tappe legislative che in Italia hanno trattato della gestione dell’acqua, la legge n° 36 del 1994 (Legge Galli) e il Dlgs 152 del 3 Aprile 2006, che istituiscono gli A.T.O. e disciplinano la possibilità dei Comuni di gestire il servizio idrico integrato. Da allora, e dopo il referendum del 2011, fino ad arrivare ad oggi, si sono istituiti enti, come l’E.I C. (Ente Idrico Campano) e l’ARERA (dal 2017 authority anche per la risorsa acqua) che hanno, di fatto, tradito l’esito referendario e anche la natura stessa della propria funzione, scaricando sull’utente, il cittadino, il costo di tariffe “privatizzate” sempre più esose, e di inefficienze e disservizi costanti.
Erano presenti i consiglieri comunali di opposizione, Anna Maria Farese ed Italo Di Dio, i quali hanno assicurato il loro impegno nella Commissione Affari istituzionali per raggiungere in tempi brevi l’approvazione di un regolamento attuativo condiviso da tutte le forze politiche da sottoporre al Consiglio Comunale, per consentire ai cittadini beneventani l’esercizio di un diritto costituzionalmente garantito, così come richiesto ufficialmente dal Comitato Sannita ABC.
Molti gli interventi di cittadini e delle rappresentanze di organizzazioni sindacali e culturali, una partecipazione attenta e fortemente sentita che ha concretamente permesso l’avvio della campagna di informazione e di divulgazione sul territorio, campagna che il Comitato Sannita ABC ha chiesto a tutta la Città di condividere.