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La sciagura di Genova commentata da Fioravante Bosco (Uil)

20/08/2018
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“La terribile vicenda della caduta del ponte Morandi a Genova, ove sinora sono state accertate 42 vittime, pone l’interrogativo se in Italia si possa continuare a tenere in piedi società che privatizzano i guadagni e pubblicizzano le perdite”. – commenta Fioravante Bosco (Uil) Benevento –

“Nel senso che tali società, molte volte riconducibili agli stessi politici che hanno affidato la gestione di opere pubbliche o di migliaia di chilometri di autostrade, sono tanto efficienti a introitare miliardi di euro, e così distratte quando invece devono tirar fuori dei quattrini per effettuare la manutenzione. Ragionamento questo che non è riferito ai soli di fatti di Genova, sia ben chiaro, ma riguarda in generale il rapporto tra Stato e Società concessionarie di servizi. L’aver fatto l’abitudine alla mancanza di controlli, sta generando nel Paese la consapevolezza che si può rischiare in qualsiasi campo.

Parlo di quanti circolano con l’autovettura senza l’assicurazione o con la patente revocata,  – continua Bosco – degli appalti pubblici truccati, delle tasse e delle multe non pagate (in attesa di un possibile condono), dell’impiego di lavoratori in nero. In effetti quanto più è larga l’area della violazione di norme di legge o dell’evasione ed elusione fiscale e contributiva – a causa dell’affievolirsi dei controlli – tanto più sarà possibile farla franca.

Per non parlare dei tempi della giustizia. L’accertamento definitivo delle responsabilità, in sede penale, di una vicenda come questa di Genova avrà bisogno, nella migliore delle ipotesi, dai tre ai quattro lustri. Tempo necessario affinché il ricordo di ciò che è successo si affievolisca, atteso che la vita frenetica dei nostri giorni tende a cancellare le pagine nere della storia più recente. Tornando ai fatti di Genova, due giorni fa il Ministro per le Infrastrutture e Trasporti, Danilo Toninelli, ha reso noto che è stata costituita una Commissione per fare luce sull’accaduto, e di aver avviato tutte le indagini necessarie, nel pieno rispetto del contraddittorio, al fine di accertare eventuali responsabilità della Società concessionaria. I risultati sarebbero resi noti entro un mese.

Non mi pare che questo sia in contrasto con la Costituzione o con la ripartizione dei poteri con riferimento alle responsabilità penali e amministrative. Cosa aggiungere? Sono del parere che appalti e sanità, questioni tecniche e non certamente politiche, devono essere sottratte dalle grinfie della politica che invece deve badare al benessere del cittadino e a trovare quelle soluzioni che possano far vivere meglio le future generazioni, anche per evitare la fuga all’estero dei nostri migliori giovani laureati e non”.

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