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Roma recuperata dai carabinieri preziosa refurtiva chiesastica proveniente da 40 furti in chiese.

Recuperata dai carabinieri preziosa refurtiva composta da argenti e arredi chiesastici, dipinti libri e reperti archeologici. I beni provengono da 40 furti, commessi nell’ultimo triennio in chiese, cattedrali, conventi, biblioteche e abitazioni private di: Lazio, Campania, Abruzzo, Molise, Umbria, Toscana e Marche.

Quattro reliquiari in argento e oro di grande pregio artistico,(Uno di essi conteneva una importante reliquia di Sant’Alfonso Maria dè Liguori (1696 – 1787), Vescovo in Sant’Agata dei Goti) tutti del XVII sec., di cui due a forma di ciborio e due a forma di ostensorio-tempio, recanti l’iscrizione “IOES – DOM – GIANNELLI – F.F. ANNO DNI 1628” (Domenico Giannelli era un canonico del Duomo di Sant’Agata nella prima metà del ‘600) e contenenti l’incisione dello stemma del Vescovo Ettore Diotallevi (S. Agata dei Goti 1608-1635).

Sono oltre 200 i beni, in prevalenza di natura sacra, rinvenuti e sequestrati a Roma dai Carabinieri del Reparto Operativo Tutela Patrimonio Culturale, nel contesto di una laboriosa attività investigativa, che ha interessato il centro-sud, finalizzata a contrastare il traffico illecito di opere d’arte, sottratte al patrimonio culturale ecclesiastico italiano.
L’indagine, svolta con metodi assolutamente tradizionali, è iniziata qualche mese addietro, con servizi di appostamento e pedinamento eseguiti presso il noto mercato domenicale di Porta Portese, nelle primissime ore del mattino. A quest’ora, infatti, girano tra i banchi, ancora in fase di allestimento, collezionisti bramosi di accaparrarsi la prima scelta della merce in vendita, spinti da costi irrisori e a volte non curanti della rischiosa provenienza. Proprio concentrando l’attenzione su alcuni venditori, noti per pregresse vicende giudiziarie, i Carabinieri hanno individuato un assiduo frequentatore del mercato, acquirente di argenti sacri, libri antichi e marmi settecenteschi, questi ultimi costituenti parti di altari napoletani completamente smontati, a volte trasportati a bordo di taxi, a volte recapitati direttamente a casa dai venditori. Perquisita l’abitazione del collezionista, i militari hanno rinvenuto e sequestrato centinaia di beni d’arte sacra, collocati ovunque che, per quantità e qualità, potevano far invidia ad un ricco museo diocesano. La preziosa refurtiva, il cui valore commerciale è stato stimato in oltre 1 milione di euro, è composta in gran parte da argenti sacri (calici, crocifissi, reliquiari, ostensori, navicelle, candelabri, corone, aureole, di epoca compresa tra il XVI e il XIX secolo), dipinti del XVII e XVIII sec., statue di Santi, Madonne e putti, parti di altare in marmo, libri antichi del XVII sec., libri copti del XIII, XIV e XV sec., nonché reperti archeologici e marmi di età imperiale. A conclusione degli accertamenti, svolti tramite la Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti del Comando TPC, ma anche grazie alla collaborazione dell’Ufficio Nazionale dei Beni Culturali Ecclesiastici della C.E.I. e di alcuni Uffici Diocesani dei Beni Culturali, gli oggetti sequestrati sono stati individuati come provento di 40 furti, consumati nell’ultimo trentennio (tra il 1977 e il 2007) in Chiese, Cattedrali, Seminari Vescovili, Conventi, Collegi, biblioteche e private abitazioni di Lazio, Abruzzo, Campania, Molise, Umbria, Toscana e Marche.
Tra le opere di maggior pregio spiccano per importanza storico-artistica:
·    la scultura lignea policroma, a grandezza naturale, della Madonna con Bambino, di manifattura abruzzese-ternana del XIV-XV sec., rubata nel 2006 da una Chiesa di Castel dell’Aquila (TR);
·    due calici in argento sbalzato, cesellato e dorato, del XVIII sec., di cui uno recante l’iscrizione “A.B. IO DION. MACCAPHANVS – PRAEP – PRAELAT ET ORDINAR ATESSAE – NVLLIVS – AD 1784”, trafugati nel 2004 dalla Chiesa di San Leucio in Atessa (CH);
·    cinque calici in argento cesellato e dorato, epoca XVII e XVIII sec., di cui uno recante sul fondo l’iscrizione “PETRVS BERETINI”, corrispondente al nome del maestro pittore PIETRO BERRETTINI, in arte PIETRO DA CORTONA (Cortona 1556 – Roma 1669), trafugati nel 2001 dall’Ente Ecclesiastico Conservatorio di Sant’Eufemia di Roma;

·    un messale con copertina in legno rilegata con decori in argento sbalzato e cesellato con raffigurazioni di Sant’Agostino e San Nicola da Tolentino, opera dei primi anni del XVIII sec. dell’argentiere romano Sebastiano Greci da Arcevia, trafugato nel 2000 dal Convento di San Nicola da Tolentino (MC);
·    un piccolo calice in argento e oro con pietre preziose incastonate, di epoca XIX sec, trafugato nel 1996 dalla Chiesa Cattedrale dell’Assunta di Nola (NA);
·    quattro reliquiari in argento e oro di grande pregio artistico, tutti del XVII sec., di cui due a forma di ciborio e due a forma di ostensorio-tempio, recanti l’iscrizione “IOES – DOM – GIANNELLI – F.F. ANNO DNI 1628” (Domenico Giannelli era un canonico del Duomo di Sant’Agata nella prima metà del ‘600) e contenenti l’incisione dello stemma del Vescovo Ettore Diotallevi (S. Agata dei Goti 1608-1635).

Duomo di Sant'Agata de'Goti

Uno di essi conteneva una importante reliquia di Sant’Alfonso Maria dè Liguori (1696 – 1787), Vescovo in Sant’Agata dei Goti dal 1762 al 1775 e Dottore della Chiesa. Il tutto risultato trafugato nel 1997 dal Duomo di Sant’Agata dei Goti (BN);
·    diciassette preziosi libri copti manoscritti in lingua GE’EZ, risalenti verosimilmente ai secoli XIII, XIV, XV, costituenti volumi sacri appartenuti alla Chiesa Ortodossa Etiope Tewahido.
Al temine dell’operazione, coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma, il collezionista, P.R., sessantenne professore di Storia dell’Arte in pensione, con abitazione nel centro storico di Roma, è stato deferito a p. l. unitamente ad altri 4 soggetti, risultati essere i principali venditori della refurtiva. Sono tuttora in corso accertamenti finalizzati ad individuare ulteriori fornitori del collezionista e a stabilire nuovi canali di smistamento della preziosa refurtiva mancante dai numerosi furti scoperti, magari presso altri insospettabili acquirenti.