Il dottor De Lorenzo ha inviato una nota in redazione nella quale scrive che suo malgrado non può mantenere i patti concordati con Nicola Boccalone Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera Rummo.
Scrive il professionista : “Si era convenuto di far cadere il silenzio sulla vicenda tubercolosi, anche a seguito di un colloquio avuto con il Direttore Generale dell’A.O. “Rummo”di Benevento, Nicola Boccalone, nell’attesa che determinati chiarimenti avvenissero. Mio malgrado, sono costretto a non mantenere, pur se con non poche difficoltà, i patti. Ripeto, e sia ben chiaro, non per mia volontà.
Infatti, prendo atto che gli stessi autori, pilotati dietro le quinte, dalla solita mano, nell’ambiente nota ai più, che cercarono di colpirmi, non riuscendoci, nel 2003, quando fui recluso in un corridoio ed, ancora più marcatamente, nel 2009, quando, anche se da solo, con la collaborazione preziosa del Procuratore della Repubblica di Napoli ed il Comando dei Carabinieri di Caserta si giunse allo
smantellamento dell’intera Asl beneventana, oggi, non conoscendo i veri risvolti della vicenda, interpretando le disattente notizie fornite da Boccalone, cercano, ancora una volta, di intervenire.
Senza entrare nei dettagli e leggendo il farneticante comunicato dell’associazione “Lenzuoli Bianchi”, forte e sicuro del mio operato, cristallino ed inoppugnabile, domani mattina, presenterò querela nei confronti del Presidente dell’associazione stessa, con la speranza che, questa volta, la Procura vada fino in fondo e non provveda, come fu allora, ad archiviare. E’ imperdonabile che, dinanzi a problematiche sì gravì, c’è chi, ogni volta, per ben altre motivazioni, si inserisca in situazioni oltremodo serie. Questo ultimo atto, qualora ce ne sia bisogno, dimostra a chiare lettere che si tenta in ogni modo di farmi pagare il pormi contro un sistema di potere che non è più tollerabile. Per questo, non mi è possibile abbassare la guardia. Ed è ben strano che lo stesso autore, in privato, mi scriva
lettere di compiacienti quando un suo stretto congiunto è stato ricoverato presso l’SPDC. E’ vero che siamo in psichiatria, ma qui sono cose da pazzi. Veramente da pazzi. Quella lettera in settimana la presenterò alla città. Giuseppe De Lorenzo”