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Massimo Cacciari sul valore della vita illumina il Festival filosofico

21/03/2018
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Penultimo appuntamento della quarta edizione del 4° Festival filosofico del Sannio, organizzato dall’Associazione culturale filosofica “Stregati da Sophia”.

Ospite d’eccezione il filosofo e professore emerito di Estetica presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, Massimo Cacciari, il quale ha tenuto una lectio magistralis sul tema “Il valore della vita”.
Ad aprire l’incontro il momento di danza “I colori della vita”, curato dalle allieve della Compagnia Balletto di Benevento di Carmen Castiello.
In seguito ha preso la parola la Presidente di “Stregati da Sophia”, Carmela D’Aronzo, la quale ha introdotto Serena Angioli, assessore ai Fondi europei della Regione Campania.
“Un festival importante per il suo impegno civico e culturale a contatto con i giovani” – ha detto l’esponente della Giunta De Luca – auspicando un tracciato di collaborazione con l’associazione beneventana.
Antonella Tartaglia Polcini, docente di diritto civile all’Università degli Studi del Sannio, ha presentato brevemente Cacciari, il suo pensiero incentrato sulla crisi della razionalità moderna, citando una sua frase rivolta ai giovani: “abbiate cura della vostra intelligenza”.
Il filosofo, davanti alla platea, ha iniziato la sua riflessione comune prettamente ontologica, cercando di spiegare l’essenza del vivere e del valore della vita in base alle scelte di ognuno. “Il valore della vita si rifà alla singolarità dell’individuo”, questo il concetto primario.

Poi un passaggio sul tema della kermesse: “Ai ragazzi dico di fare la loro vita, perché non c’è nessuna strada prestabilita da insegnare; bisogna essere se stessi, capire chi si è ed avere la modestia di comprendere ciò per cui è meglio lasciar perdere, farla finita con i dilettanti allo sbaraglio”.

“Prima di tutto bisogna capire se vi è il valore della vita, a cui dovremmo far riferimento”, ha detto a chiare lettere.
La filosofia vale se la capisce chiunque, cioè il capire comune è difficile perché quest’ultimo è di tutti e di nessuno”.
L’essenza comune del vivente (essere animato) è l’appetito ed il preservare ad esistere, il nutrirsi dell’altro, quindi il relazionarsi all’altro”.
Definita la “drammatica di ogni esistenza’ questo alimentarsi dell’altro, essendo noi individui che hanno bisogno di rivolgersi all’altro e questo ontologicamente è pericoloso e ne siamo coscienti.
In questa relazione, l’altro, non essendo puro alimento, si ribellerà reagendo bene come sodale quindi hospes (ospite) accolto con premura oppure male cioè divendendo hostis (nemico) o inimicus”, ha spiegato l’accademico ed ex sindaco di Venezia.

Fulcro centrale è poi la “‘cupiditas’ che governa l’uomo, il desiderio infinito che è l’essenza stessa della vita”.
Le conclusioni sono state affidate alla docente Tartaglia Polcini. Domani, 22 marzo, il gran finale della manifestazione con il cantautore Roberto Vecchioni.

di Emilio Spiniello

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