Fiumi e Depuratore, responsabilità politiche.

Riceviamo in redazione un comunicato del forum di Tel che pubblichiamo integralmente.

A pochi giorni dalla notizia della condanna del Comune di Benevento al risarcimento del danno per la revoca dell’aggiudicazione della gara per la costruzione del depuratore a servizio della rete fognaria della città, apprendiamo che il sindaco è indagato per disastro ambientale, essendogli addebitata appunto la mancata realizzazione del depuratore. I procedimenti giudiziari seguiranno il loro corso dinanzi alla Magistratura penale e, immaginiamo, dinanzi alla Corte dei Conti. Ciò che ci interessa è la responsabilità politica.
Non tutti ricorderanno che l’amministrazione D’Alessandro aveva aggiudicato la gara per la costruzione del depuratore, così da assicurare il relativo servizio. Fu l’Arpac, allora guidata dall’attuale sindaco Pepe, a opporsi alla realizzazione dell’opera, quando orami si era nell’imminenza della campagna elettorale per le comunali del 2006.
Dopo le elezioni, la nuova amministrazione Pepe si attivò per la delocalizzazione dell’impianto (affidando a tale scopo onerose consulenze, a loro volta oggetto dell’attenzione della Magistratura penale). Fu individuato un nuovo sito ma, tempo dopo, l’amministrazione Pepe ci ripensò e prescelse un sito ancora diverso. Fatto sta che ancora oggi non risulta neanche che ci sia un progetto approvato. Intanto i fiumi muoiono. In questi stessi giorni, l’amministrazione Pepe annuncia di aver appaltato i lavori di recupero di della Colonia elioterapica, struttura emblema del rapporto della città con i suoi fiumi. Nel mentre ci chiediamo se, nel progetto approvato, si sia tenuta nel debito conto l’esigenza di un corretto restauro di quello che è, a tutti gli effetti, un bene di interesse storico-artistico. Rileviamo, altresì, che pochi mesi fa abbiamo avuto tutti l’occasione di vedere esposti, in una mostra allestita dal Comune a Palazzo Paolo V, gli elaborati del progetto originario. Ci chiediamo: sono stati presi in considerazione per la redazione del nuovo progetto? Segnaliamo, inoltre, che il progetto prevede la realizzazione di una struttura che consenta di discendere da via Grimoaldo Re alla sponda del Calore. In verità, ci risulta che il Comune abbia appaltato i lavori pur nella consapevolezza del parere negativo ricevuto dall’Ente preposto alla tutela del demanio idrico, il quale avrebbe vietato la realizzazione di tale discesa, visto che essa ostacolerebbe il deflusso delle acque in caso di piena. Pertanto, vi è il rischio concreto di realizzare un’opera che dovrà essere demolita, con grave sperpero di denaro pubblico, o di dover instaurare contenziosi con la ditta appaltatrice, con i conseguenti esborsi a carico della cittadinanza di Benevento. Ma soprattutto ci chiediamo: chi scenderà mai a passeggiare lungo il fiume Calore fin quando continuerà a essere una fogna a cielo aperto? Forum Tèl.

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