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Fausto Pepe : “Ad un anno dalla tragedia che ci ha colpito divisioni su beghe di bottega non servono a nessuno”

Normale amministrazione di un amministratore, per usare un gioco di parole.

Fausto Pepe : ” Mastella rischia una brutta figura “Ministeriale”.

In quei giorni ero preso dalle vicende legate alla proposta di concordato necessario, a mio avviso, per scongiurare il fallimento dell’AMTS, l’azienda di trasporto pubblico cittadina. Qualche settimana prima avevo scritto una lettera a tutti i lavoratori chiedendogli di sostenere quella proposta e fidarsi di noi. Gli chiesi di sforzarsi di non guardare agli errori del passato, rivendicandoli, ma di guardare al futuro. Vicenda complessa quella del fallimento dell’AMTS, dichiarato e poi revocato perché quel piano industriale meritava fiducia.
Ero preso, poi, dalla convocazione del Consiglio Comunale per l’istituzione del registro delle unioni civili nel nostro comune. Tanti giovani svegli e sensibili ci sollecitavano a questo atto di civiltà e modernità. A giugno un colorato corteo aveva sfilato per le strade di Benevento per chiedere il riconoscimento di pari diritti per tutte le coppie innamorate. Ritenevo giusto che la nostra Istituzione sostenesse quella richiesta.
Riflettevamo di come dotare il nostro territorio di strumenti innovativi di pianificazione territoriale partecipata e di qualità. Avevamo, infatti, appena formalizzato la costituzione di “Abiz”, strumento innovativo di cui il Comune era tra i soci fondatori insieme alla nostra Università, all’Arcidiocesi ed altri.
Poi le 2:30 della notte del 15 ottobre. “Sindaco, il fango sta venendo verso casa mia!”
La normale amministrazione smise di essere normale nel giro di due ore.
Benevento e il Sannio furono investiti dall’alluvione.
Per settimane abbiamo dovuto sostituire le stanze di Palazzo Mosti con quelle del Centro Operativo Comunale, le scarpe con gli stivali, le riunioni con i consiglieri comunali con quelle in Prefettura con i vertici della Protezione Civile e dei Vigili dei Fuoco.
I cittadini angosciati dal come far venir fuori dal fango le proprie case, gli imprenditori preoccupati dei destini delle proprie attività, dei propri dipendenti. Per tutti la paura, come una nefasta profezia, di un nuovo evento, dovuta alla pioggia che continuava a cadere e che la sera del 19 si è manifestato.
Nella sventura e nella sofferenza, ancora vive, per le perdite umani e materiali subite, fin dal primo momento, i cittadini di Benevento e della sua provincia, recuperando la fierezza dei Sanniti si sono operati, per quanto potevano, insieme alla Protezione Civile e ai tanti volontari accorsi da ogni parte d’Italia, che non smetteremo mai di ringraziare, affinché i nostri paesi e le loro vite tornassero ad avere una parvenza di normalità, rimuovendo melma e frantumi.
Quella sciagura, i cui danni in termini economici ammontano ad oltre un miliardo di euro, non ha dato luogo a lagnanze e guai ad interpretare come tali le legittime richieste di risposte ed aiuto che vengono ancor oggi dalle famiglie, dalle attività e dalle aziende.
Pur nella mobilitazione dei governi Nazionale e Regionale, un territorio come il nostro somma le conseguenze, in termini economici ed infrastrutturali, di quelle notti ai gap e ai problemi strutturali pregressi. Per questo semplice motivo il tempo di intervento per ripristinare completamente le infrastrutture viarie, per consentire alle imprese di tornare sui mercati in maniera adeguata e competitiva alle sfide della concorrenza, per ristabilire le condizioni più generali di ripresa e rilancio della nostra provincia non è variabile indipendente.
A qualche giorno di distanza dalle due alluvioni dissi sull’HuffingtonPost che la coesione sociale ed istituzionale manifestata dal nostro territorio era la prova di come il Sud ce la possa fare se adeguatamente sostenuto da politiche tese alla valorizzazione, anche economica, di tale coesione, che è un valore immateriale di cui è carente gran parte del territorio meridionale e che è il presupposto per fare politiche di sviluppo. Recuperando questo valore immateriale Benevento e il Sannio intero devono progettualmente porsi dentro il Patto per lo sviluppo della Campania firmato dal Presidente De Luca e dal Premier Renzi, con la sua Università, le sue bellezze paesaggistiche ed architettoniche, con le eccellenze frutto delle nostre terre, con il potenziale dato dalla posizione geografica al centro del Mezzogiorno d’Italia, snodo logistico tra due mari.
Una catastrofe resta una catastrofe e nella maniera più assoluta non deve mai essere definita come un’opportunità di rilancio e di sviluppo per un territorio che paga anni di abbandono politico ed istituzionale. Ad un anno dalla tragedia che ci ha colpito divisioni su beghe di bottega non servono a nessuno. Proviamo, tutti, a discutere e confrontarci delle politiche necessarie alla nostra città e alla nostra provincia e vediamo se su questo emergono differenze di visioni. Mi pare atteggiamento più utile e soprattutto più responsabile da parte di chi rappresenta le Istituzioni di ogni livello.