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Servizio Mensa Altrabenevento:”Panini vietati a scuola per difendere il posto di lavoro degli insegnanti”

29/03/2016
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 “Il servizio deve essere valutato in modo imparziale”. – scrive Altrabenevento –

altrabenevento

“Commissione mensa: attività clandestina e panini vietati” è il titolo del quinto video prodotto da Altrabenevento sul servizio di mensa scolastica a Benevento. Ecco il link:  https://youtu.be/HeCTKTncEEc

Questo è il testo: “Da Aprile i bambini delle scuole materne ed elementari di questa città non dovrebbero più mangiare i panini o i pasti portati da casa. Lo ha deciso il Comune di Benevento insieme ai dirigenti scolastici e ai sindacalisti di CGIL, CISL, e UIl, per difendere il posto di lavoro degli insegnanti del tempo pieno, che invece al massimo rischiano un trasferimento, e i posti di lavoro dei dipendenti della mensa, tranne i 15 che sono stati sospesi e di cui nessuno si è preoccupato.
Dice il dirigente comunale Angelo Mancini  che i panini sono vietati anche perché adesso si è accertato che  i pasti della cooperativa Quadrelle 2001 che gestisce il servizio, sarebbero ottimi e abbondanti. Lo avrebbe stabilito la commissione mensa

Come è composta la commissione mensa?
Secondo il capitolato speciale di appalto la commissione è composta da un funzionario del Comune, più 2 genitori e 2 rappresentanti per ogni istituzione scolastica, per un totale di 25 componenti. I dirigenti scolastici hanno nominato a piacimento sia i due insegnanti, sia i due genitori che invece dovevano essere appositamente eletti come rappresentanti degli utenti per questi controlli.

Le competenze e il funzionamento della commissione devono essere stabiliti da un apposito regolamento che il Comune di Benevento non ha mai redatto. Quindi la confusione regna sovrana.

Cosa prevede il Capitolato d’appalto?
Il capitolato all’articolo 16 stabilisce che: “Il Comune si riserva la facoltà insindacabile di effettuare a mezzo dei competenti organismi preposti: – le analisi merceologiche e sanitarie sulla qualità degli alimenti; – il peso delle razioni; – analisi igieniche sui mezzi adibiti al trasporto; – controlli sul personale della ditta al fine di garantire il rispetto della vigente normativa in materia di igiene e lavoro; – controlli su quant’altro utilizzato nella conduzione del servizio”.
Mentre è chiaro che i controlli igienico sanitari spettano alla Asl, tutto il resto resta confuso perché il Comune pretende dalla commissione mensa anche i controlli che invece dovrebbero effettuare i suoi funzionari.

Ad esempio lo stesso capitolato a proposito delle ispezioni stabilisce che bisogna controllare la modalità di sgombero dei rifiuti, oppure l’organizzazione del personale o la distribuzione dei carichi di lavoro ma sono questioni che la commissione mensa non sa. Oppure bisogna controllare le materie prime, gli ingredienti e gli altri prodotti utilizzati per la preparazione dei prodotti alimentari, ma è chiaro che questo controllo non lo può fare la commissione mensa. Ad esempio se un membro della commissione trova una lattina di olio extravergine di oliva in mensa, è sufficiente per dire che quello è l’olio usato nei pasti? no, bisognerebbe verificare fatture e bolle di accompagnamento.  Ma questo controllo incrociato chi l’ha fatto finora,  chi lo attesta?
Non può farlo la commissione mensa.

Trasparenza delle informazioni.
Finora  non sono stati resi noti i verbali della commissione e neppure quelli dei tecnici o funzionari comunali, né sono state pubblicate le schede di valutazione, in contrasto con le linee guida nazionali sulla ristorazione scolastica e la carta dei servizi proprio del comune di Benevento che stabilisce: “Si garantisce ai cittadini il diritto di conoscere le modalità di organizzazione e funzionamento dei servizi, assicurando la possibilità di accesso agli atti. L’utente ha diritto di accesso alle informazioni in possesso del soggetto erogatore che lo riguardano”.

E invece sul servizio mensa vige il silenzio, la Quadrelle 2001 lo impone ai suoi dipendenti, pena il licenziamento, e il Comune lo impone ai membri della commissione. Neppure si possono conoscere le censure dei NAS o le valutazioni della dietista.

Eppure le difformità continuano ad emergere, nonostante l’allontanamento dei dipendenti ritenuti infedeli: i pasti vengono invaschettati 3 ore prima del consumo, le posate di plastica sono di scarsa qualità e si rompono facilmente perdendo pezzetti nel cibo dei bambini, il pollo viene spacciato per tacchino, e a volte arriva nelle scuole ancora crudo come pure le cotolette di vitello o la lasagna, mentre il pesce è quasi sempre pieno di pericolose lische.

Il dirigente Mancini deve spiegare che cosa sta succedendo veramente in questa mensa, non può essere tanto preoccupato che le notizie arrivino ad Altrabenevento. Non si può imporre il silenzio sui pasti dei bambini.  I membri della commissione mensa devono essere assolutamente imparziali, per loro peraltro valgono anche le norme del codice penale, perché i professori sono pubblici ufficiali e i genitori sono incaricati di pubblico servizio.  Ad esempio se un professore, per conservare il posto di lavoro, dicesse che è tutto a posto quando non lo è commetterebbe un reato di omissione.

E dovrebbe valutare la possibilità di dimettersi dalla commissione quella mamma che asserisce di aver saputo per certo, contrariamente da quanto affermato da Altrabenevento, che nei locali attigui alle cucine non vi è mai stato zolfo. Non è vero, non è così e i documenti lo dimostrano. Sostiene di averlo saputo dal marito, tecnico incaricato della Ristorò, ma a parte che dice una cosa non vera, a questo punto è chiaro il conflitto di interesse. Quella mamma nella commissione mensa non ci può stare.

Nessuna legge impone il divieto di portare panini da casa, e non si difendono i posti di lavoro degli insegnanti o dei dipendenti nascondendo quello che succede in mensa. I genitori devono essere convinti ad usare il servizio, questa non può essere una imposizione e invece finora non gli è stato consentito di  vedere le etichette, non viene consentito a chi ancora non utilizza il servizio di assaggiare i pasti, viene imposto a tutti un misterioso silenzio, perché bisogna continuare a dire che è tutto a posto, nascondendo le criticità. Così non si difende questo servizio”

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