Benevento, la provincia ma anche tanti fedeli provenienti da posti diversi si sono stretti intorno alla teca del “Santo con le stimmate” con profonda devozione per il fraticello di Pietrelcina.
Benevento si è svegliata presto questa mattina. Dalle prime luci dell’alba e ancor prima è stato tutto un brulicare di persone indaffarate a preparare, organizzare, dirigere per non farsi trovare impreparati di fronte alla massa di persone che di li a poco, ma alcuni ancor prima, avrebbero affollato la Cattedrale di Benevento e le zone antistanti. Benevento ed i beneventani non volevano farsi trovare impreparati per conferire al Santo più venerato dai sanniti il giusto tributo di affetto e riconoscenza per tutto quanto ha fatto e fa ancora oggi.
E così in paziente attesa, come successo già a Pietrelcina, la fila dei fedeli ha atteso di accedere nella cattedrale mentre il Santo lasciava la terra natia in provincia di Benevento e giungeva, scortato, nel cortile della Curia Arcivescovile. Da qui, con un breve percorso lungo Via Rummo e piazza Duomo, la teca del Santo è stata portata in processione per entrare, dalla porta principale, nella Cattedrale sospinta, sorretta, avvolta da migliaia di respiri e occhi umidi che anelavano alla misericordia di questo conterraneo che tanto bene ha fatto che ora è nella gloria dei cieli.
Tutte le autorità, religiose e civili, hanno partecipato alla funzione , l’arcivescovo Mugione che ha officiata la Santa Messa, i Sindaci di Benevento e Pietrelcina Pepe e Masone, il Prefetto Galeone, il Questore, le cariche più alte di Guardia di Finanza e Carabinieri, politici e uomini della società civile, associazioni di volontariato e istituzionali, fino ai tantissimi cittadini, quelli che più di ogni altri sono stati sacrificati e per i quali veramente è stato stancante ma la voglia e la fede era tanta che la stanchezza è passata in secondo piano.
Stupenda anche la partecipazione del conservatorio “N. Sala” di Benevento, del coro di voci bianche del Teatro San Carlo di Napoli e del coro polifonico “Padre Pio da Pietrelcina” che hanno creato una atmosfera mistica carica di fede che faceva venire la pelle d’oca.
In tutto questo, le parole dell’arcivescovo Mugione che ha ricordato come San Pio “ha portato visibili per 40 anni le ferite d’amore del Padre, che gli sono costate incomprensioni ma che il fraticello di Pietrelcina ha superato con l’umiltà, accettando le prove della vita, liberandosi dal suo io e percorrendo la via del martirio. Quella santità semplice, ordinaria e possibile a cui tutti siamo chiamati lasciandoci amare da Dio e mettendoci al fianco di quanti vivono nella miseria spirituale e materiale”, hanno contribuito alla giusta esaltazione di un Santo che ancora oggi, malgrado tutto, è oggetto di attacchi gratuiti.
E così il tempo e volato e troppo presto è giunto il momento del saluto, dell’addio perchè non sarà facile riaverlo qui a Benevento ma malgrado ciò, il fraticello di Pietrelcina, è stato, è e sara sempre un figlio di questa terra che lo porta sempre nel cuore.
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