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Lettera sulla vertenza della Polizia locale inviata a Matteo Renzi dalle OO.SS.

29/01/2016
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Le segreterie nazionali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, hanno inviato al Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi, al Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, e al Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, la seguente lettera sulla vertenza della Polizia locale.

rotondi uil

“Nonostante le proposte di riordino e di riforma delle funzioni e dei compiti della Polizia Locale, – scrivono –  che si sono succedute nel corso degli anni, dobbiamo purtroppo constatare – fino a ora – solo una grave disattenzione dei Governi che si sono succeduti. Le nostre organizzazioni sono impegnate da anni nel tentativo di giungere al pieno riconoscimento del ruolo esercitato dagli appartenenti ai Corpi di Polizia Locale nel fondamentale compito del controllo del territorio, nel cui ambito la Polizia Locale rappresenta una componente essenziale nell’attivazione delle politiche integrate per la sicurezza. Per tali ragioni vogliamo segnalare e porre all’attenzione degli organi istituzionali le disparità di trattamento esistenti tra gli appartenenti alla Polizia locale rispetto alle altre forze di polizia. Le ragioni risiedono, sostanzialmente, nella mancata approvazione della nuova legge quadro che disciplina la polizia locale, risalente a 30 anni fa, e nell’incompiuta rivisitazione dell’art. 57 del codice di procedura penale che, allo stato dell’arte, non prevede l’estensione temporale per gli appartenenti al corpo della qualifica di agente di polizia giudiziaria, al fine di ridefinire correttamente ruolo, compiti e funzioni della Polizia Locale. Discriminazioni che hanno superato il segno, ai limiti dell’illegittimità, con l’emanazione dell’art. 6 del Decreto legge n. 201/2011, allorquando si è decisa la mancata estensione dei benefici derivanti dall’applicazione, anche ai corpi di Polizia Locale, dell’equo indennizzo, della causa di servizio, in caso d’infortuni legati all’attività lavorativa e allo svolgimento dei compiti d’istituto. Il legislatore ha lasciato (correttamente in questo caso) impregiudicati gli istituti in argomento nei confronti del personale appartenente al Comparto Sicurezza, Difesa, Soccorso Pubblico e Vigili del Fuoco. La Polizia Locale, infatti, con il suo quotidiano lavoro spesso rappresenta nei territori e nelle complesse realtà urbane caratterizzate da condizioni di accentuato degrado e disagio sociale, l’unico avamposto pubblico di tutela e difesa del cittadino, sopportando, nel fronteggiare le situazioni emergenziali, le medesime difficoltà e i medesimi rischi che gravano sugli appartenenti alla Polizia di Stato o all’Arma dei Carabinieri. I casi di agenti e ufficiali della Polizia Locale deceduti nell’esercizio dei propri compiti d’istituto, sono, purtroppo, sempre più frequenti. Lo Stato è chiamato a dare giustizia alle vittime cadute nell’espletamento del proprio dovere, a difesa della civile convivenza, unitamente al riconoscimento delle malattie derivanti da infortuni sul lavoro e dall’esposizione dei lavoratori agli agenti inquinanti acustici ed ambientali, documentate e denunciate, ma rimaste nel silenzio delle cronache quotidiane, soffocate da una normativa, che ignora come, ormai da tempo, la Polizia Locale sia parte attiva dell’opera di prevenzione e sicurezza del territorio, in sinergia con le altre forze di Polizia. Questa discriminazione è tanto più incomprensibile e insopportabile se pensiamo che nel corso di uno stesso evento al quale siano presenti, oltre ai componenti della Polizia Locale, anche i rappresentanti delle altre forze di Polizia a qualcuno potrebbe essere riconosciuto il diritto a godere di tali istituti e alla Polizia Locale no. Per tali ragioni, vi chiediamo di intervenire per inserire in un provvedimento ad hoc o di estendere, con il primo provvedimento utile, i benefici legati all’istituto dell’Equo Indennizzo e della causa di servizio. Si rende necessario riconoscere l’equiparazione assistenziale, previdenziale e assicurativa, al fine di superare l’evidente disparità di trattamento rispetto agli appartenenti alle altre forze di polizia statali, che svolgono lo stesso e identico lavoro. Se da un lato è necessario aprire al più presto il confronto per il rinnovo del CCNL, che deve dare adeguate risposte sia in termini salariali che normativi senza ricorrere alla logica dei bonus una tantum, dall’altro però bisogna considerare che la vicenda del bonus degli 80 euro concesso alle forze di polizia dello Stato e del Comparto sicurezza, di cui all’art. 1 comma 972 della legge di stabilità, rappresenta l’ennesima beffa nei confronti degli appartenenti alla Polizia Locale. Si è infatti determinato un ulteriore vulnus all’interno della categoria, che condiziona e pesa nel lavoro quotidiano di tali lavoratori. Come già evidenziato precedentemente, la Polizia Locale, infatti, svolge ormai da tempo un ruolo essenziale per garantire la sicurezza nei territori e all’interno delle aree metropolitane in sinergia e in collaborazione con le altre forze di polizia, essendo parte integrante, nei piani per la sicurezza, dei comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza pubblica. Sarebbe, quindi, un primo passo importante andare nella direzione di porre fine a discriminazioni incomprensibili e di dare adeguata valorizzazione alle competenze e alla professionalità degli appartenenti ai Corpi di Polizia Locale.

“Una disparità di trattamento – osserva Fioravante Bosco, segretario generale aggiunto della Uil Avellino/Benevento – che non ha più motivo di esistere, tenuto conto che la polizia locale svolge le stesse mansioni e gli stessi compiti della polizia statale. Quanto alla mancata possibilità di accesso alla causa di servizio e all’equo indennità, siamo dinanzi a un’evidente illegittimità costituzionale, tenuto conto che tutti i cittadini sono eguali dinanzi alla legge, e che lo Stato deve rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che di fatto limitano detta eguaglianza”.

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