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FP-CGIL CISL-FP e UIL-FPL, Camera di Commercio di Benevento: accorpati o accoppati?

23/07/2015
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I lavoratori della Camera di Commercio di Benevento, la RSU aziendale congiuntamente alle rappresentanze sindacali provinciali di FP-CGIL, CISL-FP e UIL-FPL e molte imprese sannite, continuano a manifestare preoccupazione e convinto dissenso per le manovre di accorpamento delle Camere di Commercio di Benevento e Avellino.

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E’ a tutti chiaro, infatti, che le decisioni strategiche per le sorti delle imprese e dell’economia sannita saranno assunte ad Avellino, che – oltre ad avere un maggior numero di imprese – ha storicamente avuto una classe politica che – con forza e determinazione – ne ha compattamente rappresentato le istanze. L’unica speranza di salvare l’autonomia della Camera di commercio di Benevento, ed evitare così l’ulteriore desertificazione istituzionale del territorio sannita, è legata all’emendamento al disegno di legge di riforma – già approvato dalla Camera dei Deputati – che prevede la “possibilità di mantenere la singola camera di commercio non accorpata….nei casi di comprovata rispondenza ad indicatori di efficienza e di equilibrio economico tenendo conto delle specificità geo-economiche dei territori…”. Le Segreterie Provinciali FP-CGIL, CISL-FP e UIL-FPL e la RSU aziendale in occasione della predisposizione dell’aggiornamento del bilancio 2015 dell’Ente camerale, hanno incontrato il Presidente Campese per sensibilizzarlo, unitamente alla Giunta, ad assumere prudenti decisioni di spesa, in attesa dell’approvazione definitiva del citato emendamento, e in attesa che il Ministero delle Sviluppo Economico emani i decreti che chiariscano la portata degli indicatori di efficienza e di equilibrio economico. Tale richiesta – senza voler ledere “la sovranità degli Organi di indirizzo politico” – è suffragata dal fatto che mai i bilanci dell’Ente camerale sono stati chiusi in perdita, pur avendo l’Ente sempre realizzato importanti iniziative per la promozione del territorio e delle imprese, e ciò grazie all’oculatezza della spesa da parte degli amministratori e ai sacrifici dei dipendenti che, pur in presenza di un forte sottodimensionamento (il personale in servizio è meno della metà rispetto alla dotazione organica), hanno sempre garantito un servizio efficiente. Al personale camerale non sfugge che la funzione di indirizzo politico appartiene agli organi di governo, e che sicuramente spetta al Consiglio camerale decidere in merito. Ma va anche considerata l’istanza di partecipazione richiesta dai lavoratori e l’ascolto della struttura tecnica camerale, tra l’altro più volte elogiata dagli stessi amministratori per capacità, competenza e raggiungimento dei risultati richiesti. Purtroppo, occorre prendere atto che l’incontro non ha avuto l’esito sperato. Infatti, la Giunta camerale ha proposto un aggiornamento del bilancio che porterà questa Camera in una situazione di squilibrio economico. Eppure, in passato, il Presidente Campese, aveva rilasciato dichiarazioni di segno completamente opposto. I dipendenti si sono sentiti disorientati: perché proprio adesso? E’ come se il destino dell’Ente fosse già scritto in altre stanze, e si sia solo perpetrando un assalto alla diligenza. Essi lamentano anche un completo abbandono della deputazione parlamentare sannita, più volte invitata all’ascolto delle istanze dei dipendenti, e mai intervenuti, al contrario di quelli di altre province. Basta citare la Camera di Commercio di Cosenza dove il proprio Presidente, per evitare la perdita dell’autonomia dell’Ente camerale, nei mesi scorsi ha mobilitato gli esponenti politici calabresi di tutte le forze politiche e, alla fine, ha ottenuto la sottoscrizione e l’approvazione dell’emendamento che ne salva le sorti! E’ probabile che si sia trattato di un malinteso, ma ciò che interessa è capire perché Benevento, ancora una volta, è costretta a soccombere con l’avallo o il silenzio dei nuovi e vecchi parlamentari sanniti.

NIENTE ALLARMISMI, fatto sta che anche la Camera di Commercio di Benevento, così facendo, presto non ci sarà più.

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