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Presso il dipartimento DEMM si è tenuto il convegno “Effetti attesi, rischi e incertezza del Job’s Act”

26/05/2015
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Si è tenuto oggi nell’Aula Ciardiello del Dipartimento DEMM il convegno “Effetti attesi, rischi e incertezza del Job’s Act” nell’ambito dell’evento “II Career Day_Job Portal” organizzato dall’associazione universitaria UNISEA.

universitàLa giornata ha avuto come obiettivo una riflessioni, fra accademici, sulle tematiche del Job’s Act, analizzando i primi effetti di questo intervento normativo sul mercato del lavoro e sull’occupazione.
Il convengo, moderato dal giornalista Marco Grasso, ha visto gli interventi dei Professori Santucci, Scalera, Lucadamo e Vespasiano. L’apertura dei lavori è stata affidata al direttore del Dipartimento, Prof. Marotta. Dopo il ringraziamento all’associazione UNISEA, molto impegnata nel vivacizzare la vita degli studenti dell’Università, Marotta ha sottolineato l’attualità del tema e ha evidenziato l’importanza di riflessioni su queste tematiche anche alla luce delle ultime statistiche sul mercato del lavoro, in particolare nel Mezzogiorno d’Italia.
L’intervento del Prof. Santucci ha riguardato nello specifico il D.lgs 23/2015, fornendo delle considerazioni critiche sul contratto a tutele crescenti. In particolare Santucci ha evidenziato che il D.lgs. 23 del 2015 si caratterizza per undici disposizioni, quasi tutte dedicate al licenziamento. Nel suo intervento ha ripercorso molti degli interventi legislativi sulla flessibilità, individuando quasi una tendenza alla precarizzazione del posto di lavoro. Pur condividendo la necessità di un bilanciamento fra diritti del lavoratore e libertà di iniziativa privata, ha sottolineato la necessità di agire in un quadro di tutela del lavoro.
A seguire è intervenuto il Prof. Scalera che ha fatto delle riflessioni circa il livello di protezione in Italia prima del Job’s Act, anche attraverso alcune riflessioni su dati empirci. Riprendendo una statistica dell’OCSE su dati 2013, Scalera ha evidenziato come l’Italia si colloca a metà classifica nella protezione del posto di lavoro (sia a tempo determinato che indeterminato), in posizioni molto migliori rispetto ad altre economie come USA e UK. Andando ad analizzare i disoccupati e gli inattivi, Scalera non ha evidenziato grandi differenze fra il 2014 e il 2015 ma ha sottolineato il dato estremamente preoccupante dei NEET. Nella parte conclusiva Scalera ha evidenziato alcuni dati positivi sulla ripresa dell’occupazione, che, però, secondo lo stesso, sono legati più alla Legge di Stabilità, piuttosto che al Job’s Act
L’analisi statistica dell’evoluzione del mercato del lavoro è stata affidata al Prof. Lucadamo che ha inizialmente evidenziato come fra il 2008-2013 c’è stata una variazione negativa dell’occupazione per Paesi quali la Spagna e la Grecia. Per quanto riguarda l’Italia il dato in generale è migliore di quello della Grecia e della Spagna, ma il Mezzogiorno è in una situazione molto simile a quello degli altri Paesi Mediterranei, dato che evidenzia la drammaticità del problema dell’occupazione nelle regioni del Sud Italia. Queste considerazioni trovano conferma se si considera il tasso di disoccupazione del Mezzogiorno che ha tassi inferiori solo alla Spagna e alla Grecia. I dati esposti hanno evidenziato la drammaticità del tema dell’occupazione nelle regioni del Sud Italia. Queste, infatti, presentano elevatissimi tassi di disoccupazione e inattività. Più nello specifico la regione Campania, si presenta come una delle regioni con i maggiori tassi, insieme a Sicilia e Calabria. Malgrado la crisi, nel periodo 2008-2013, l’occupazione dei laureati aumenta ma per lo più per professioni che richiedo delle skills medio-basse.
L’intervento conclusivo, sulla società del rischio e gli effetti del Job’s Act su giovani e famiglie, è stato affidato al Prof. Vespasiano. La prima osservazione ha riguardato il diritto al lavoro, che secondo Vespasiano, è diventato liquido. La seconda riflessione ha riguardato la distribuzione della ricchezza che durante questa crisi – dati OCSE – ha portato l’1% della popolazione italiana a detenere oltre il 14% della ricchezza. La terza considerazione è quella della pervasività del rischio. Quarta e ultima riflessione è che questo Job’s Act è una precarizzazione ulteriore del posto di lavoro e un nuovo scoraggiamento per le fasce più deboli, in particolare donne e giovani.
Il Career day proseguirà nella giornata di domani, 27 maggio 2015, dalle ore 9 in aula Magna con la presentazione delle aziende e dalle 11 con l’apertura degli stand che permetterà agli studenti di consegnare i CV e di sostenere colloqui di lavoro.

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