Qualche giorno fa – scrive il Meetup “Grilli Sannti” – abbiamo inviato a tutti i comuni della provincia una pec per chiedere di preferire nella scelta degli scrutatori per le regionali del 31 maggio 2015 i disoccupati e le persone più bisognose.
Al di là del fatto che, salvo qualche rara eccezione, nessun comune si è degnato di una risposta, ci preme soffermarci su quello che è successo nel comune maggiore, quello di Benevento.
Alla fine la soluzione trovata è stata la peggiore possibile: limitare la scelta degli scrutatori solo tra le persone aventi al massimo 30 anni. Come se la crisi guardasse all’anagrafe! Quale logica scriteriata ha guidata tale decisione? A pensar male, diceva un politico che detestiamo ma arguto, si fa peccato ma si coglie nel segno… Non sarà mica perché, statistiche alla mano, il P(artito) D(i) riferimento dell’amministrazione Pepe soffre solitamente nel guadagnare voti tra le fasce più “giovani”? Non è che come altrove (tipo all’Asia) si sta utilizzando questa trovata per accaparrarsi qualche voto (giovane in questo caso) che altrimenti andrebbe altrove o sarebbe perso? Insomma, il solito “do ut des” inverecondo cui i nostri amministratori sono avvezzi da due lustri.
Un’altra anomalia che salta all’occhio, è che gli scrutatori “supplenti” pare che abbiano tutti un cognome cominciante con lettere che vanno solo dalla “L” alla “P”? Nostalgia per il vinile? Analfabetismo di ritorno (le lettere dell’alfabeto italiano sono 26)? Puro caso? Ennesima maldestra (o in questo caso meglio sarebbe: malsinistra) gestione della cosa?
Poteva essere un piccolo segnale in controtendenza. «Ecco, potevano dire gli amministratori, finalmente siamo assolutamente trasparenti ed equi nell’uso delle risorse pubbliche». E invece? Invece, siamo al solito “pepocchio” a fini elettorali. Fino a quando abuserete della nostra pazienza?
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