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FaiCisl: “La lunga e interminabile inverosimile vertenza dei Lavoratori Forestali”

13/11/2014
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La Regione Campania,  – si legge nella nota – continua a disattendere gli impegni assunti rimanendo sorda ad ogni appello che il sindacato unitamente ai lavoratori forestali da qualche tempo chiedono.

Martedì 18 novembre, per l’ennesima volta, i circa 4.500 lavoratori idraulico-forestali della Campania tra cui i 700 del Sannio (dipendenti degli Enti Delegati: Provincia, Stapf, Comunità Montane del Fortore, Taburno e del Titerno-Alto Tammaro), saranno costretti a presidiare palazzo Santa Lucia, sede della Regione Campania a Napoli, per chiedere lo sblocco dei decreti di rendicontazione che giacciono presso l’Assessorato al Bilancio. Senza dei quali perdurerà il mancato pagamento ai forestali delle decine e decine di mensilità arretrate di salari e stipendi.
Un programma di agitazioni in tutte le province campane che avrà sbocco anche nella grande manifestazione nazionale del 29 novembre a Roma.
La Regione Campania, continua a disattendere gli impegni assunti rimanendo sorda ad ogni appello che il sindacato unitamente ai lavoratori forestali da qualche tempo chiedono, dimostrando nei fatti un totale disinteresse nell’assicurare dignità e tranquillità economica-occupazionale ad un settore, ad una categoria importante come quella dei lavoratori idraulico-forestali.
L’indifferenza e la “distrazione istituzionale” la fanno da padrona.
La FAI-CISL per ben due volte (il 23 e il 31 ottobre scorsi) ha sollecitato la convocazione d’incontro sindacale in sede di Prefettura con i soggetti istituzionali locali interessati e coinvolti ovvero Provincia e Comunità Montane; con un unico risultato: un assordante silenzio.
NOI lavoratori forestali ci vergogniamo quando non ci pagano; ci vergogniamo quando siamo costretti a fare debiti per portare avanti le famiglie; ci vergogniamo quando ci costringono ad atti plateali e a proteste estenuanti; ci vergogniamo di elemosinare il salario per una prestazione lavorativa mai sospesa o interrotta.
LORO, quando si vergognano?
Forse negli imbarazzanti rimpalli di responsabilità cui assistiamo in occasione delle “cosiddette” catastrofi naturali? Nemmeno per sogno.

Forse quando si riempiono la bocca di solidarietà verso l’Italia che crolla e che allaga? Manco a pensarci.
Forse quando partecipano al lutto di italiani che muoiono sommersi da montagne abbandonate che franano a valle?
Eppure frane, alluvioni, crolli, smottamenti, desertificazioni di cui sono quotidianamente e drammaticamente pieni i nostri schermi TV, non sono altro che il rovescio della stessa medaglia: quella che – di fatto – relega all’ultimo posto di ogni “agenda politica” le politiche di manutenzione e messa in sicurezza del territorio montagnoso e collinare della Campania e dell’Italia.
La FAI-CISL e la CISL da tempo si battono per affermare una “cultura della responsabilità” da contrapporre al cinismo dell’indifferenza, al menefreghismo e al rimpallo dei ruoli e delle funzioni tra i vari livelli Istituzionali. Quando potremo registrare un cambio di passo, in questo senso, tra le Istituzioni ai vari livelli istituzionali?
C’è sempre qualcosa di più importante da fare, rispetto all’urgenza di un dramma che coinvolge centinaia di famiglie e/o di convocare una riunione sindacale (ancorché, purtroppo, non risolutoria) con lavoratori senza stipendio da mesi e mesi. Ma siamo assaliti da un legittimo dubbio: che le cosiddette “cose-più-importanti” siano sempre più legate all’autoconservazione e all’autoreferenzialità!

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