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Allocuzione del Comandante Provinciale dei Carabinieri di Benevento Col.Carideo per la celebrazione della “Virgo Fidelis” Patrona dell’Arma.

Oggi la  commemorazione del 72° anniversario della “Battaglia di Culqualber” e della “Giornata dell’Orfano”

Celebrazione Virgo Fidelis

“Eccellenza Reverendissima,
a nome di tutti i Carabinieri del Comando Provinciale e della Scuola Allievi di Benevento, la mia devota gratitudine, per aver voluto onorare con la Sua ambita presenza questo momento di preghiera dalla profonda valenza interiore e spirituale.
Esprimiamo, altresì, la più viva riconoscenza a Don Pasquale Maria Mainolfi, per averci accolto in questa bella Chiesa di San Gennaro Martire.
L’abbraccio fraterno di tutti al Nostro Cappellano militare, Don Emilio Di Muccio, per aver contribuito a rendere ancora più intensa la Celebrazione Eucaristica.
Un cordiale saluto alle Autorità, alle gentili Signore e ai cortesi ospiti, per il significativo intervento, che conferma i sentimenti di stima e considerazione nei riguardi della Nostra Istituzione.
Un ringraziamento particolare ai dirigenti e docenti degli Istituti scolastici “Federico Torre” e “Sant’Angelo a Sasso”, per la disponibilità dimostrata nell’aver voluto far condividere l’odierna ricorrenza ai loro alunni, così simpaticamente diligenti.
Ai commilitoni non più in servizio attivo, rappresentati dal coordinatore provinciale, il signor Generale Augusto Del Monaco, porgo un rispettoso omaggio: ancora una volta, siamo qui insieme per affermare i valori più intimi e imperituri della grande Famiglia dell’Arma.
Un affettuoso pensiero, infine, alle vedove e agli orfani dei Nostri Caduti, così premurosamente seguiti e confortati dall’Arma attraverso l’Opera Nazionale di Assistenza (O.N.A.O.M.A.C.), che oggi sentiamo ancora più calorosamente vicini perché espressione dei Nostri Cari, che amorevolmente ci sostengono nella quotidiana missione di “essere al servizio” del cittadino.
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Virgo Fidelis

Celebriamo stamane la giornata dedicata alla “Virgo Fidelis”, Patrona dell’Arma dei Carabinieri, e la commemorazione del 72° anniversario dell’indomita difesa del caposaldo di Culqualber, fatto d’armi svoltosi il 21 novembre 1941 in Africa Orientale.
L’abbinamento dei due eventi non è casuale: l’8 dicembre 1949, quando l’atto apostolico di Papa Pio XII stabiliva il patronato mariano (cito testualmente) “sui militari detti Carabinieri”, ne fissava la ricorrenza per il 21 novembre non solo a ricordo della presentazione di Maria Vergine al Tempio, ma anche – circostanza, questa, unica – perché (riporto il testo originale) “nello stesso giorno una schiera di Carabinieri con il sacrificio supremo della vita in località Culqualber tutta morì”.
Infatti, il 1° Battaglione Carabinieri Reali mobilitato in Africa Orientale, composto da due Compagnie Carabinieri e una di fedeli Zaptiè, con l’epico comportamento, scrisse una delle pagine di più autentico eroismo.
Per entrare nelle citazioni storiche ricorderò che l’avvenimento bellico si inquadra nella battaglia di Gondar.
Le truppe anglo-abissine, attestate in forze, dovevano – per far volgere le sorti del conflitto a loro favore – conquistare la vetta di Culqualber di particolare rilievo strategico perché attraversata dall’unica rotabile utile per l’alimentazione logistica delle truppe schierate a Gondar.
Ai Carabinieri del 1° Battaglione mobilitato, comandato dal Maggiore Alfredo Serranti, fu affidato, sin dal 6 agosto 1941, l’arduo compito di rinforzare la difesa di Culqualber costituendovi un caposaldo a presidio dei settori più impegnativi e maggiormente esposti della struttura difensiva.
Allo scopo di alleggerire la pressione avversaria, i Carabinieri sferrarono frequenti azioni offensive infliggendo pesanti perdite al nemico al quale furono – in tali operazioni – sottratte armi, viveri, munizioni e materiale logistico.
Contestualmente, si intensificava lo sforzo avversario per eliminare il caposaldo attraverso intense e micidiali azioni di fuoco.
Nel corso di una di esse, il 10 novembre, il Colonnello Collins, Capo di Stato Maggiore della Divisione motorizzata mista Britannica, offrì ai Carabinieri una resa delle posizioni con l’onore delle armi e la formale promessa di risparmiare loro la vita. Ma i militari dell’Arma non vennero meno al loro impegno morale e, pur consci dell’ineluttabile destino, si prepararono alla controffensiva generalizzata.

La battaglia fu di una violenza inaudita: ingenti e preponderanti forze inglesi investirono con una concentrica azione di fuoco la posizione retta dai Carabinieri e dagli Zaptiè. In una delle sortite di contrattacco fu colpito a morte il Maggiore Serranti e con lui, dopo uno strenuo e valoroso combattimento all’arma bianca, quasi tuti i duecento Carabinieri caddero.
Oltre a numerose ricompense individuali concesse alla memoria dei caduti e ai superstiti, alla Bandiera dell’Arma fu conferita la seconda Medaglia d’Oro al Valor Militare, con la seguente motivazione (ATTENTI):
“Glorioso veterano di cruenti cimenti bellici, destinato a rinforzare un caposaldo di vitale importanza, vi diventava artefice di epica resistenza. Apprestato saldamente a difesa d’impervio settore affidatogli, per tre mesi affrontava con indomito valore la violenta aggressività di preponderanti agguerrite forze, che conteneva con audaci atti controffensivi, contribuendo decisamente alla vigorosa resistenza dell’intero caposaldo, ed infine, dopo aspre giornate di alterne vicende, a segnare, per l’ultima volta in terra d’Africa, la vittoria delle nostre armi. Delineatasi la crisi, deciso al sacrificio supremo, si saldava graniticamente agli spalti difensivi e li contendeva al soverchiante avversario in sanguinosa impari lotta corpo a corpo, nella quale Comandante e Carabinieri, fusi in un sol eroico blocco, simbolo delle virtù italiche, immolavano la vita perpetuando le gloriose tradizioni dell’Arma”.
Africa Orientale agosto – novembre 1941 (SILENZIO)
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Questa, in breve sintesi, la rievocazione di uno degli episodi più belli e commoventi dell’epica militare di tutti i tempi, che ci permette ancora oggi di rivivere l’esempio di fede offerto dal Maggiore Serranti e dai suoi uomini, che hanno scelto di perdere la loro vita per non venir meno al solenne vincolo morale assunto il giorno che hanno indossato la divisa dell’Arma.
Quanti Carabinieri hanno fatto fronte a questo impegno con coraggio e, anche nei momenti più ardui e delicati, non sono indietreggiati. Quante testimonianze di eroismo si registrano nel Nostro passato, lontano e recente: dal giovane Vicebrigadiere napoletano Salvo D’Acquisto, ai 12 Martiri di Nassiriya, di cui pochi giorni orsono è stato ricordato il decennale del tragico attentato, al valoroso Appuntato Scelto santagatese Tiziano Della Ratta, queste sono alcune delle storie e delle persone che ci fanno onore, che ci fanno eticamente ricchi, che fanno vera la frase “Nei secoli fedele”.
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Eccellenza Reverendissima, prima della Sua Paterna Benedizione, intoneremo tutti il canto dell’Inno alla “Virgo Fidelis”, accompagnati dai bravi coristi di questa parrocchia, affinché la Vergine Maria ci trasmetta la forza di continuare, insieme alle altre Forze dell’Ordine e alla Magistratura, a contrastare quanti tentano di impedire una convivenza serena e ordinata nel Nostro Paese.
GRAZIE DI CUORE A TUTTI!